Turismo

«L’autunno è la nuova estate», l’obiettivo è prolungare l’onda

La stagione estiva è stata recuperata in extremis, sfruttando agosto e settembre - E ora si è voltato pagina, con l’inizio delle Herbstferien in diversi cantoni della Svizzera tedesca - Un’opportunità per tutto il settore, dai rinnovati campeggi ai ristoranti con le loro rassegne
©CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Galli
30.09.2024 06:00

Il turismo tutto l’anno. È un obiettivo più volte citato dagli operatori del settore, anche in Ticino. Eppure, usciamo da un’estate in chiaro-scuro. Colpa della pioggia, certo. Ma così, anche in vista dell’autunno forse rischia di mancare quella spinta di ottimismo che soltanto un’estate da tutto esaurito può generare. Massimo Perucchi, di HotellerieSuisse Ticino, spiega però come, in realtà, le premesse siano anzi incoraggianti. E poi, dice: «Si fa presto a dire autunno, ma ci sono più fasi dell’autunno. Settembre per certi versi è ancora estate, con una clientela però differente, di una certa età. Poi, a questo punto, con l’avvicinarsi di ottobre, si entra nel periodo delle ferie autunnali e tornano le famiglie». Tornano, sì. I numeri lo confermano. «Se paragonati all’anno scorso, settembre e ottobre si presentano identici a livello di percentuali di occupazione. Per quest’anno, registriamo un 65% sui due mesi, mentre nel 2023, a questa stessa data eravamo a 64,8%». Una variazione minima. «E si spera di salire ancora. Lo scorso anno arrivammo al 78%». Da un paio di anni, settembre è diventato un mese forte, che si prolunga fino a metà ottobre. «Si fa un po’ più fatica una volta finite le Herbstferien. Ad oggi, il calo dovrebbe presentarsi dopo il weekend del 19-20 ottobre. Poi molto dipenderà dal meteo». La parola d’ordine, se non fosse abusata, sarebbe destagionalizzazione, quale obiettivo ultimo. «Si lavora in quella direzione. Ma per poterci arrivare, tutti gli attori dovranno giocare lo stesso gioco. È tutto inutile, se le infrastrutture e le attrazioni chiudono a metà ottobre», avverte Perucchi. «Ci stiamo lavorando con un tavolo della destagionalizzazione. Ma è presto per parlare dei risultati ottenuti. Parliamo di un cambio di paradigma totale. Non potremo più venderci come un cantone sciistico, per esempio. Dovremo porci altri obiettivi. Molti lo hanno capito. Basti pensare a Cardada e Tamaro». E tornando all’autunno, ecco lo slogan di Massimo Perucchi: «L’autunno è la nuova estate. Lo dicono i dati». Con una differenza: il prezzo delle stanze. «In autunno non possiamo fare i prezzi che facciamo d’estate...».

Lunga vita ai camping

E i campeggi? La stagione si è allungata anche per loro. Simone Patelli, presidente del CdA di Ticino Turismo e direttore del camping Campofelice, spiega che agosto e settembre hanno permesso a tutti di recuperare quanto perso a inizio stagione. «D’altronde la situazione meteo si è capovolta, per cui dalla Svizzera interna è arrivata molta più gente di quanta ne aspettassimo, a quel punto. Da questo weekend però sono partite le vacanze d’autunno, e sta arrivando tanta gente ancora». Insomma, il bilancio a fine stagione potrebbe rivelarsi ancora positivo. Per i mesi di inizio autunno, la tendenza sta diventando semplicemente realtà acquisita. «Le richieste, negli anni, sono sempre aumentate. E questa sta quindi diventando una fetta di stagione importante, con numeri importanti. Stiamo lavorando per allungare ancor più questa fase, anche su novembre, che ha un ottimo potenziale. Ma è un obiettivo sul medio termine, non da raggiungere dall’oggi al domani». Visto che l’apprezzamento cresce, si punta a prolungare la stagione. Un ragionamento piuttosto naturale. Per prolungare la stagione, però, bisogna investire. Patelli spiega: «Per permettere al turista di vivere un’esperienza con un senso, non solo legata al pernottamento, i campeggi hanno dovuto rinnovarsi. Le infrastrutture - penso a bagni, punti di ristoro, tempo libero - erano legate alla stagione corta. Ma quando si investe nelle infrastrutture, poi c’è sempre un ritorno. E contribuiscono a fare la differenza anche altri fattori, a cominciare dall’offerta prolungata degli impianti di risalita».

Gastro: giù la spesa pro capite

Chi punta con forza sull’autunno, per recuperare un po’ del terreno perso in estate, è il settore della ristorazione. Pensiamo, in particolare, ai grotti. Ricordiamo la lettera aperta, firmata dal presidente di categoria, Massimo Suter, dello scorso 17 luglio. Allora si parlava di «crisi», di un movimento «in ginocchio». E oggi come si riparte in vista delle rassegne, dei piatti caldi dell’autunno? «L’estate, in realtà, si è chiusa relativamente bene. Quindi ripartiamo da lì. D’altronde il nostro cantone dipende da sempre dal meteo. Quel che abbiamo notato, pur recuperando le presenze, è un calo della spesa pro capite. Sì, l’indotto generato dai nostri clienti è diminuito». Stessi numeri, o forse qualche cliente in più, ma spesa ridotta. «Questo si traduce in una situazione piuttosto complicata per gli imprenditori ticinesi, una situazione da monitorare per non incappare in errori di gestione». Suter non esclude la possibilità di un ritocco dei prezzi verso l’alto. «Dovremo calcolare bene i margini». Per l’autunno, «ci aspettiamo un buon ritorno da parte dell’utenza svizzero-tedesca, anche grazie alle vie d’accesso di nuovo funzionanti al cento per cento». Insomma, «l’autunno può essere la chiave di volta». E le rassegne, che ruolo avranno? «Hanno sicuramente ragione di esistere, anche perché vanno a coprire alcuni buchi nell’arco dell’anno, i periodi deboli, dove non ci sarebbero altrimenti grandi numeri. E poi è bello offrire qualcosa al cliente ticinese, che trova l’occasione per spostarsi da una ragione all’altra». Ci chiediamo se non sia possibile venderla anche oltre i confini cantonali. Suter ci spiega: «Se si vuole uscire dai confini, allora il progetto diventa impegnativo. La rassegna ha un suo costo. Insomma, attenzione».

«Destagionalizzare? Abbiamo aperto un tavolo di lavoro ad hoc»

«L’autunno è una stagione dal grande potenziale turistico in Ticino e, in effetti, nel corso degli ultimi vent’anni, è diventato sempre più importante». A dirlo è Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo. «Se un tempo l’estate rappresentava un importante picco per quanto riguarda il numero dei pernottamenti, con il passare del tempo questa curva si sta appiattendo e allungando, il che permette di distribuire in modo più omogeneo la presenza dei turisti e prolungare così la buona frequentazione che si vive in particolare nei mesi di luglio e agosto. Ciò è segno di maggiore stabilità e interesse turistico. Dal punto di vista della comunicazione, ci focalizziamo sul posizionare il Ticino come una destinazione autunnale di punta; a tal proposito è in corso la campagna che promuove la nostra regione come quella in cui si può vivere il più bell’autunno di tutta la Svizzera. Per promuovere ulteriormente questo messaggio, abbiamo dedicato un budget extra quest’anno all’autunno, puntando in particolare sul mercato svizzero». Tra le azioni, anche un grande cartellone pubblicitario che sarà posizionato alla stazione di Zurigo dal 1. ottobre.

L’autunno ticinese è fatto anche di castagne, zucche, funghi. Insomma, di rassegne. Trotta spiega: «Le sagre rappresentano un elemento fondamentale per la promozione del nostro cantone. Al di là del fatto che forniscono una splendida occasione per visitarci, permettono a chi vi partecipa di immergersi in modo autentico nella cultura e nelle tradizioni locali, così come di scoprire i nostri tesori enogastronomici. Questi eventi, come in generale anche altre manifestazioni nel resto dell’anno, non solo celebrano le tradizioni ticinesi, ma sono anche un’importante fonte di pernottamenti, attirando turisti dal resto della Svizzera e non solo».

Sull’autunno, più in generale sulla destagionalizzazione, il turismo fa pressione sulla politica. Della serie: bisogna fare di più, organizzare di più. «Il tema della destagionalizzazione è diventato centrale e posso confermare che è un argomento su cui stiamo lavorando attivamente. A tal proposito, è stato creato un tavolo di lavoro dedicato alla destagionalizzazione che ha iniziato a riunirsi e che coinvolge una decina di attori pubblici e privati del settore. Negli ultimi anni sono stati fatti passi significativi, estendendo alcune aperture e attività turistiche oltre i periodi classici. Riconosciamo che c’è margine per fare ancora di più, ma siamo sulla buona strada. Ovviamente si tratta di un lavoro di squadra tra istituzioni, operatori turistici e commercio locale».

Al di là delle richieste, ecco, che cosa può fare di più il settore in autunno? Che cosa può offrire, magari meglio, magari di più? Il direttore risponde, riprendendo il punto precedente: «Vi è la necessità di lavorare ancora di più in sinergia tra le diverse realtà coinvolte. Il sistema turistico ticinese deve agire come una rete coesa, in cui tutti gli attori collaborano per offrire un’esperienza integrata e completa. Una delle sfide è proprio mantenere l’offerta turistica aperta e attrattiva anche nel tardo autunno, periodo in cui molte strutture tendono a chiudere o a ridimensionare i servizi offerti. Questo limita le possibilità per i visitatori di vivere appieno il territorio, oltre che nelle città, anche nel resto del territorio».