Turismo

L'autunno «estivo» ha sorriso più alle valli che alla città

L’inizio di ottobre, ancora caldo e soleggiato, ha portato diversi visitatori da Oltralpe verso il Bellinzonese – Juri Clericetti: «Blenio e Riviera hanno registrato un tasso di occupazione delle strutture alberghiere vicino all’80%»
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
31.10.2023 06:00

«L’estate indiana», così viene chiamato quel periodo successivo all’equinozio capace di combinare sole e caldo che ricordano la bella stagione con i colori tipici dell’atmosfera autunnale. E l’inizio di ottobre - a dispetto delle successive giornate piovose - è stato proprio così: bel tempo e temperature quasi estive ci hanno accompagnato fino a metà mese. Un motivo che ha spinto molti turisti a viaggiare, spostandosi anche verso il Sopraceneri, complici i primi eventi e fiere d’autunno sparsi per il nostro territorio. Quest’ultima «coda dell’estate» ha quindi giovato al settore del turismo del Bellinzonese e delle valli? Lo abbiamo chiesto a Juri Clericetti, direttore generale dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino.

In calo la Turrita

Anche se è ancora un po’ presto per tirare le somme del mese di ottobre agli sgoccioli (i numeri definitivi arriveranno soltanto a novembre), è però già possibile tracciare a grandi linee alcune tendenze, ci spiega Clericetti. «L’andamento in generale, riscontrato da alberghi e gerenti nella Città di Bellinzona, ha registrato un leggero calo delle presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: l’occupazione media va dal 60 all’80%, con alcune variazioni anche all’interno della stessa settimana». E questo in un periodo in cui i turisti approfittano delle vacanze d’autunno in Svizzera interna (proprio a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre) per visitare il Ticino.

Meglio in quota

Differente lo scenario che si propone nelle valli, soprattutto in Riviera, dove il tasso di occupazione delle strutture alberghiere va dal 75 all’80%. «Un dato molto interessante», rileva Juri Clericetti, «nelle valli la situazione è migliore che in città». Soprattutto per Campra, Lucomagno e la Valle di Blenio, «dove l’occupazione tocca l’80, se non il 90%». Ma come mai i turisti, in prevalenza provenienti da Oltralpe, hanno preferito le località di valle rispetto alla città? «Un fattore che può avere influito - risponde Clericetti - è l’effetto di questo caldo inizio di autunno». Un mese, quello di ottobre, che in effetti ha registrato nelle prime due settimane delle temperature ben al di sopra di quelle stagionali, sfiorando punte «estive» vicine ai 29 gradi. «Un tempo bello e caldo a fronte del quale alcune persone potrebbero aver preferito cercare un po’ di aria fresca in valle», insieme alle luci e ai colori che queste offrono in autunno.

Questo inizio di autunno è stato molto bello anche in Svizzera interna, in casi simili le persone preferiscono restare a Nord delle Alpi a godersi le bellezze locali

La scelta e i tentennamenti

Eppure, non sempre il bel tempo «nostrano» è garanzia di buon turismo, ci spiega Clericetti. «Questo inizio di autunno è stato molto bello anche in Svizzera interna, in casi simili le persone preferiscono restare a Nord delle Alpi a godersi le bellezze locali che ci sono lì, senza ‘‘scendere’’ da noi. Diciamo che deve essere più bello in Ticino rispetto alla Svizzera interna perché il turista decida di varcare il San Gottardo».

«L’effetto HCAP»

Tornando sulle valli, anche la Leventina in ottobre ha registrato dei valori buoni per le strutture alberghiere (sul 70-80%), accanto ad altri con una media un po’ più bassa (40-50%). «Ma in Leventina notiamo un fenomeno particolare: vediamo chiaramente dei picchi di presenza nel weekend e quando ci sono le partite dell’Hockey club Ambrì Piotta». Quello che Clericetti definisce «l’effetto Ambrì» e che fa registrare anche il tutto esaurito in alcune strutture. «Le partite del campionato di hockey, in effetti, fungono da importante attrattore per la regione: vediamo che le persone si spostano e soggiornano in funzione dei match dell’HCAP». In generale, la Leventina, precisa il nostro interlocutore, presenta una media di occupazione alberghiera del 60%, con delle punte fino al 90% in concomitanza delle sfide sul ghiaccio.

Il nodo San Gottardo

Quanto ad effetto benefico sul turismo, non si può dire altrettanto della linea ferroviaria panoramica del San Gottardo alla quale i turisti hanno dovuto fare affidamento dopo il deragliamento avvenuto nella galleria di base. Spiega Clericetti: «Pensavo che, dovendo fare la tratta panoramica del San Gottardo, e non AlpTransit, i visitatori si sarebbero fermati magari un giorno in più nel Sopraceneri. Ma i dati raccolti finora tra gli albergatori ci dicono che non è stato così».