L’avanzata dei dividendi prosegue e le prospettive rimangono buone

È un indicatore non secondario dell’andamento delle attività delle imprese e anche per alcuni aspetti dello stato di salute dell’economia più in generale. Parliamo del livello dei dividendi, cioè dell’ammontare di quella parte degli utili che le società distribuiscono agli azionisti. Se le imprese realizzano nel complesso buoni profitti con continuità e possono così dare con regolarità buoni dividendi, l’indicatore è in territorio positivo. Ed è quanto si è verificato anche nel 2023. Il rallentamento economico non si è trasformato in recessione internazionale – i Paesi con il segno negativo per il Prodotto interno lordo sono molto pochi – e al tempo stesso l’ammontare dei dividendi è salito ancora.
I dati
Il rapporto Global Dividend Index, a cura della Janus Henderson, società internazionale di gestione con sede a Londra, fornisce un quadro articolato sulla remunerazione per gli azionisti di società quotate. I dividendi a livello mondiale per il 2023 sono indicati in una cifra da record come 1.655 miliardi di dollari USA (1.456 miliardi di franchi al cambio attuale), con un incremento annuo del 5% su base sottostante, escludendo quindi effetti valutari e versamenti di carattere straordinario. L’indice dei dividendi in punti, che ha come inizio il 100 del 2009, è salito così a fine 2023 a 228, contro il 215,8 di fine 2022 e il 199 di fine 2021. Gli autori del rapporto a questo punto prevedono per il 2024 un ulteriore aumento dei dividendi a 1.720 miliardi, con un altro incremento annuo del 5%.
A parte la parentesi del 2020, anno dell’esplosione della pandemia e delle cadute annuali dei PIL, la progressione dell’ammontare dei dividendi negli ultimi sette anni è stata chiara. Nel 2017 i dividendi erano a 1.235 miliardi di dollari, nel 2018 a 1.353 miliardi, nel 2019 a 1.396 miliardi, nel 2020 a 1.235 miliardi, nel 2021 a 1.445 miliardi, nel 2022 a 1.567 miliardi e nel 2023 come detto a 1.655 miliardi. Poiché per dare dividendi agli azionisti occorre fare utili – una distribuzione in assenza di utili può essere solo temporanea e legata ad eventuali riserve societarie – è implicito che il livello della redditività delle imprese è rimasto buono, al di là degli alti e bassi collegati alle variazioni del quadro economico. I casi di società che sono andate male non hanno frenato più di quel tanto l’onda delle molte società che sono andate bene.
Settori e Paesi
Nel 2023 una forte spinta ai dividendi è venuta dal settore delle banche, che è al primo posto con una cifra di 219, 9 miliardi di dollari; l’aumento dei tassi di interesse in funzione anti inflazione ha contribuito per la sua parte al buon andamento complessivo delle attività bancarie. Al secondo posto i produttori di petrolio e gas con 148,1 miliardi (in lieve diminuzione dopo il record del 2022, che era legato anche all’aumento dei prezzi nel ramo energia). Al terzo posto il settore farmaceutica e biotech con 101,9 miliardi, al quarto il settore telecom con 73,7 miliardi, al quinto il settore utilities (erogazione e gestione di servizi pubblici) con 69,7 miliardi. Il plotone dei primi dieci settori per dividendi è completato poi nell’ordine da assicurazioni, software, semiconduttori, immobiliare, veicoli.
Per quel che riguarda la suddivisione per Paesi, gli Stati Uniti nel 2023 hanno fatto ancora una volta la parte del leone, con 602,1 miliardi di dollari in dividendi. Al secondo posto il Regno Unito con 85,9 miliardi (in leggera flessione sul 2022), al terzo posto il Giappone con 78,9 miliardi. Il quarto posto è della Francia con 68,7 miliardi, il quinto del Canada con 63 miliardi. Al sesto posto c’è la Germania con 56,6 miliardi, al settimo Hong Kong con 55,5 miliardi, all’ottavo la Cina con 52,3 miliardi, al nono la Svizzera con 48 miliardi, al decimo Taiwan con 29,8 miliardi. L’Italia è al dodicesimo posto, con 20,1 miliardi (in aumento dopo il calo del 2022).
La Svizzera
La cifra raggiunta dalla Svizzera è sotto molti aspetti di rilievo, considerando anche le dimensioni non grandi del Paese, e rappresenta un record per le latitudini elvetiche. I 48 miliardi del 2023 sono arrivati dopo i 44,2 miliardi del 2022 ed i 42,8 miliardi del 2021. Circa metà della cifra dei dividendi svizzeri viene da tre grandi gruppi: Nestlé, Novartis, Roche. Ma il rapporto segnala anche il fatto che dopo questi ci sono altri gruppi e società con targa elvetica che sono andati bene per quel che concerne i dividendi. C’è inoltre da tener conto che la buona performance svizzera nel 2023 in termini di distribuzione degli utili è arrivata nonostante il peso dell’assenza dei dividendi del Credit Suisse, che è caduto in crisi proprio l’anno scorso ed è stato poi acquisito da UBS.