Lavoratori bulgari e rumeni, restrizioni prolungate

Il Consiglio federale ha attivato la clausola di salvaguardia per mantenere fino a metà 2018 contingenti e priorità agli impiegati indigeni
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Red. Online
10.05.2017 14:39

BERNA - Il Consiglio federale ha deciso oggi di prolungare fino al 31 maggio 2018 le restrizioni temporanee all'immigrazione di lavoratori bulgari e rumeni (clausola di salvaguardia). Lo indica una nota odierna della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), in cui si specifica che nei confronti di questi Paesi viene mantenuta la priorità dei lavoratori indigeni, nonché i contingenti e il controllo delle condizioni salariali e lavorative.

Tra luglio 2016 e maggio 2017 il valore soglia valido per i permessi di dimora B è stato nettamente superato. Nei prossimi 12 mesi, quindi, per i lavoratori provenienti dall'UE-2 questi permessi saranno limitati a 996 unità e liberati trimestralmente. Per contro, nel caso dei permessi di soggiorno di breve durata (libretto L) le condizioni per l'attivazione della clausola di salvaguardia non sono soddisfatte.

Rispetto all'anno precedente, nel 2016 il saldo migratorio relativo ai Paesi dell'UE-2 è raddoppiato (3.300 persone circa). Questo aumento contraddice la tendenza generale caratterizzata da un calo del saldo migratorio riferito ai Paesi dell'UE/AELS. Dall'introduzione, il 1°giugno 2016, della libera circolazione completa per i cittadini bulgari e rumeni, molte delle persone immigrate esercitano professioni stagionali caratterizzate da tassi di disoccupazione superiori alla media. Attivando la clausola di salvaguardia, il Consiglio federale applica uno strumento di regolazione dell'immigrazione in Svizzera previsto dall'ALC e tiene conto della decisione di dare la precedenza alle persone disoccupate presa dal Parlamento lo scorso dicembre.