Le bombe che tolgono l’aria dai polmoni
I timori dell’utilizzo di bombe termobariche in mano alla Russia nel conflitto armato in Ucraina sono aumentati dopo le dichiarazioni di Oksana Markarova, ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, riportate da Reuters. Secondo Markarova, un ordigno termobarico è stato utilizzato durante l’invasione. Anche la CNN ha dichiarato che i suoi inviati vicini al confine ucraino hanno visto dei mezzi militari russi muniti di lanciarazzi termobarici. E ancora: il ministero della Difesa britannico, il 9 marzo, aveva comunicato che il governo russo ha «confermato l'utilizzo del lanciarazzi TOS-1A» in Ucraina. Un sistema che, appunto, usa missili termobarici.
L’accusa mossa alla Russia sta facendo discutere. Il motivo è semplice: gli ordigni termobarici hanno una potenza maggiore rispetto a quella delle bombe tradizionali, diciamo pure devastante, e sono responsabili di effetti raccapriccianti e atroci sofferenze se utilizzati per colpire i civili. Queste armi, inoltre, non provocano grossi danni agli obiettivi corazzati (come le strutture militari o i carri armati), mentre producono risultati apocalittici sui target civili. Normali infrastrutture e persone colpite da queste munizioni restano brutalmente dilaniate. Ne sono ben consapevoli le forze militari che scendono in guerra. Come spiega al Guardian Marcus Hellyer, analista senior dell’Australian Strategic Policy Institute. Le bombe termobariche non sono una novità, venivano già usate a partire dagli anni Sessanta dalle truppe occidentali e sovietiche. Negli anni Settanta furono utilizzate nella guerra del Vietnam. E anche la stessa Russia se ne sarebbe già servita nei suoi conflitti, sia in Cecenia che in Siria. Fatti condannati nel 2000 da Human Rights Watch che aveva parlato di «una pericolosa escalation con importanti ripercussioni umanitarie». Questa tecnica sarebbe qualcosa a cui la Russia fa spesso ricorso, stando a Hellyer: «Il loro utilizzo è abbastanza standard e i russi ricorreranno a qualsiasi arma a loro disposizione, comprese le bombe termobariche nelle aree urbane edificate. Sono intenzionati a distruggere tutto».


Due stadi di devastazione: esplosiva e implosiva
Ma come mai queste munizioni sono più potenti e letali
rispetto alle altre? La bomba termobarica – anche detta bomba «a vuoto» o bomba
«a implosione» – è uno speciale tipo di ordigno che detona in due fasi differenti.
Esplosiva ed implosiva. La sua peculiarità è quella di creare un vuoto pneumatico
(infatti viene anche chiamata bomba «ad aria compressa») che produce effetti ancora
più devastanti e a lungo raggio rispetto a una semplice esplosione.


Uno sguardo più dettagliato su come funziona la sequenza dell’ordigno
termobarico può aiutare a capire un po’ meglio perché l’utilizzo di questo tipo
di armi sia così tremendo.
Durante lo stadio iniziale, la bomba rilascia nell’aria degli idrocarburi (elementi
chimici composti unicamente da atomi di carbonio e idrogeno) e minuscole
particelle di metallo, creando una sorta di grande nuvola di finissimo materiale
altamente combustibile. In immediata successione arriva la seconda fase, nella quale
viene dato un innesco alla miscela di idrocarburi e aria per farla bruciare. Il
fuoco si propaga formando un’impressionante palla di fuoco. Una volta che questa miscela viene fatta detonare, la reazione è violentissima.
Questa combustione consuma rapidamente tutto l’ossigeno atmosferico che si
trova nel raggio della bomba. A questo punto abbiamo l’effetto finale da cui
deriva il nome «a vuoto»: una fortissima onda d’urto che genera il vuoto
pneumatico. Questa onda risucchia tutto l’ossigeno circostante verso il fulcro della
detonazione. La distruzione che causa la bomba termobarica è, infatti,
di gran lunga maggiore rispetto a quella che si otterrebbe dalla deflagrazione della
stessa quantità di combustibile.

Gli effetti
Gli effetti della bomba sugli esseri umani sono spaventosi. La
loro descrizione è piuttosto cruda e drammatica, avvisiamo che la loro lettura potrebbe
urtare la sensibilità.
Gli ordigni di questo tipo possono provocare la morte in tre modi differenti. Asfissiando
la vittima, alla quale viene letteralmente risucchiato l’ossigeno fuori dai
polmoni. Comprimendo e schiacciando gli organi interni a seguito dell’impatto
dell’onda d’urto. Infine, le altissime temperature generate possono portare
in pochi secondi un essere umano alla carbonizzazione.
Il calore prodotto nel raggio della deflagrazione è così elevato da poter uccidere
tutte le persone presenti nell'area. L’onda d’urto, oltre a durare molto più del normale,
è così potente e vasta da causare la distruzione di tutto ciò che si trova
nelle vicinanze, edifici compresi.
Hellyer spiega che, sebbene le armi termobariche non siano illegali in guerra, gli effetti che producono sugli obiettivi civili sono «raccapriccianti», soprattutto per l’effetto del vuoto che attrae a sé l’aria circostante, «aspirandola fuori dai polmoni delle vittime». Questo genere di offensiva andrebbe condotta principalmente «allo scopo specifico di distruggere posizioni difensive militari», mentre risulta essere un’arma devastante se usata contro i civili, conclude.
