Le curiosità i numeri del voto per il Parlamento di Strasburgo

Per la decima volta i cittadini dell’Unione eleggono a suffragio universale l’Europarlamento. Ecco i numeri e alcune curiosità sul voto.
Quanti sono gli aventi diritto al voto per l’Europarlamento?
Il 4 aprile, l’ufficio statistico dell’Unione (Eurostat) ha pubblicato le stime più aggiornate sul numero di cittadini chiamati alle urne nei 27 Stati membri. In totale, i potenziali elettori saranno quasi 359 milioni, meno del 2019 quando votarono anche i cittadini britannici. Il Paese con il maggior numero di aventi diritto al voto è la Germania (64,9 milioni), seguita dalla Francia (49,7 milioni ) e dall’Italia (47 milioni).
Quando si vota?
Le elezioni si tengono tra oggi e domenica prossima. I primi a votare sono gli olandesi, seguiti da irlandesi, lettoni e slovacchi. Gli Stati membri non sono in ogni caso autorizzati a pubblicare i risultati fino alle 23 di domenica 9 giugno.
È vero che in alcuni Paesi europei il voto è obbligatorio?
Sì. Il voto è obbligatorio in Belgio, Bulgaria, Lussemburgo e Grecia. In quest’ultimo Paese, l’obbligo giuridico di votare si applica anche ai cittadini di altri Stati membri registrati nelle liste elettorali.
Quanti saranno i deputati del nuovo Parlamento europeo?
Nelle consultazioni del 9 giugno verranno eletti 720 eurodeputati, 15 in più rispetto allo scorso mandato. Il numero degli eurodeputati è deciso prima di ogni elezione. Il loro totale non può eccedere i 750, oltre al presidente. I Paesi con il maggior numero di parlamentari saranno la Germania (96), la Francia (81) e l’Italia (76). Quelli meno rappresentati, invece, saranno Cipro, Lussemburgo e Malta, tutti con 6 deputati. La rappresentanza è basata sul principio della «proporzionalità degressiva», secondo cui un eurodeputato di un Paese più grande rappresenta più cittadini rispetto a un eurodeputato di un Paese più piccolo. Il numero minimo di eletti per qualsiasi Paese è 6, il numero massimo è 96.
Il sistema di voto è unico o differisce da Paese a Paese?
I deputati sono eletti in base a sistemi elettorali nazionali che devono, però, rispettare alcune disposizioni comuni stabilite dal diritto dell’UE: ad esempio, la rappresentanza proporzionale. In alcuni Stati gli elettori possono votare soltanto liste chiuse, in altri possono esprimere la propria preferenza per uno o più candidati. Metà degli Stati membri (13 su 27) non prevede soglie di sbarramento. Un’altra metà (14 su 27), invece, sì. La soglia più bassa è fissata a Cipro (1,8%), la più alta (5%) in 9 Paesi, tra cui Francia, Ungheria, Romania e Portogallo.
Le regole per l’elettorato attivo e passivo sono uguali per tutti i Paesi?
No. L’età minima per poter votare e candidarsi è stabilita da ciascuna legislazione nazionale. L’elettorato attivo è quasi ovunque fissato a 18 anni, con l’eccezione della Grecia, dove si vota a 17 anni, e di Belgio, Germania, Malta e Austria, dove è di 16 anni. L’età minima per candidarsi alle elezioni europee varia tra i 18 e i 25 anni. In realtà, l’elettorato passivo è quasi ovunque tra i 18 e i 21 anni, tranne che in Romania (23), in Italia (25) e in Grecia (25).
Gli elettori europei scelgono candidati espressi dai partiti nazionali o candidati espressi dai partiti europei?
I candidati sono espressione dei partiti politici nazionali ma, una volta eletti, devono aderire a un gruppo politico transnazionale. C’è da dire che la maggior parte dei partiti nazionali è comunque affiliata a un partito politico europeo. Per la costituzione di un gruppo è necessario che vi aderiscano minimo 23 deputati provenienti da almeno un quarto dei Paesi dell’Unione (7). Nella IX legislatura, i gruppi del Parlamento europeo sono stati 7: Partito popolare europeo (PPE), Socialisti e Democratici europei (SDE), Renew Europe (RE), Verdi-Alleanza libera europea, Conservatori e Riformisti europei (ERC), Identità e Democrazia (ID), Sinistra europea.