Le faggete con il marchio Unesco vogliono farsi conoscere meglio

Potenziamento del calendario di eventi ed una specifica formazione impartita alle guide che accompagnano le escursioni; preparazione di materiale didattico per le scuole; miglioramento dell’esperienza turistica in particolare con nuovi elementi audiovisivi nel centro visitatori; creazione delle basi per la ricerca scientifica. Sono questi alcuni tra i principali tasselli dello sviluppo dell’attività di promozione e tutela delle faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino. Strategia elaborata per il prossimo quadriennio dal Gruppo strategico cui compete la gestione di questo bene naturale che dal 2021 è inserito nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Ad illustrarla, giovedì a Lodano, sono stati Paolo Poggiati, presidente del Gruppo strategico, ed il site manager Christian Ferrari. Con loro Aron Piezzi, presidente della Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo.

Una storia lunga 12.000 anni
Per essere più precisi, le faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino rappresentano un elemento del bene seriale transnazionale che riguarda l’intera Europa. Questo patrimonio dell’umanità connette 94 faggete in 18 Stati con una superficie complessiva di circa 100.000 ettari. Queste cifre ben mostrano come il faggio sia l’unica specie arborea che ha saputo colonizzare l’intero vecchio continente dall’ultima glaciazione risalente a 12.000 anni fa. Una storia - narrata nel documentario di Giovanni Casari che verrà trasmesso sabato dalla RSI nell’ambito del «Giardino di Albert» - che continua oggi nonostante le minacce dei cambiamenti climatici, in particolare la siccità, dellequali si era tenuto conto già nella preparazione del dossier per l’inserimento nel patrimonio Unesco delle faggete valmaggesi. Nel frattempo il quadro generale è mutato e nell’attività di ricerca scientifica si cercherà di capire come reagirà il faggio. E questo in collaborazione con gli altri enti che gestiscono le faggete Unesco in tutt’Europa con i quali il Gruppo strategico locale intende intensificare la collaborazione. E proprio su spinta della governance locale, nel 2027 la Svizzera assumerà la presidenza del Comitato di gestione internazionale Unesco, comitato che si riunirà in Vallemaggia.
«Ambasciatori locali»
Tra i vari punti previsti per incentivare la conoscenza del bene Unesco vi è quello di affidare ai promotori turistici locali il ruolo di «ambasciatori» delle faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino. Rileviamo infine che per l’attuazione del piano gestionale 2025-2028 l’investimento previsto è di 1,2 milioni, coperto da Confederazione, Cantone, Comune di Maggia, Patriziati di Lodano, Someo e Giumaglio, OTRLMV, Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo e alpinfra.