Le false notizie sull’incriminazione di Donald Trump
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Per la prima volta nella storia un ex presidente statunitense dovrà affrontare accuse penali. Lo scorso 30 marzo un gran giurì del tribunale di Manhattan (New York) ha votato per incriminare Donald Trump in relazione a un suo presunto pagamento nel 2016 all’ex attrice di film per adulti Stormy Daniels in cambio del suo silenzio su una relazione sessuale tra i due. Per provare a nascondere questi pagamenti, Trump avrebbe falsificato documenti aziendali e infranto diverse leggi elettorali, sostiene l’accusa. L’ex presidente si è dichiarato non colpevole.
Si tratta di un evento storico ripreso dai media di tutto il mondo. Il caso è finito anche al centro della disinformazione, con svariate notizie false e infondate circolate online e diffuse sui social. Vediamole insieme.
Le false foto di Trump
Poco dopo che la notizia di una possibile imminente incriminazione di Trump fosse pubblicata dai media lunedì 20 marzo, sui social sono diventate virali alcune foto che mostravano l’ex presidente che lottava con alcuni agenti di polizia per non farsi arrestare.
Queste immagini non erano reali, ma create con un programma di intelligenza artificiale. Nonostante chi le ha create e diffuse online avesse chiaramente affermato che non si trattava di scatti reali, le immagini sono state riprese fuori dal loro contesto originario e credute vere.
L’intelligenza artificiale è stata utilizzata anche per un altro caso di disinformazione, di nuovo riguardo Trump. Martedì 4 aprile l’ex presidente, dopo essersi costituito presso il tribunale di Manhattan, è stato messo in stato di fermo, per poi essere rilasciato dopo aver dichiarato davanti al giudice di non essere colpevole per i vari capi d’accusa per cui è incriminato.
In quell’occasione non è stata scattata alcuna foto segnaletica. Tuttavia, come ha ricostruito su Twitter Shayan Sardarizadeh, giornalista investigativo della Bbc specializzato nel contrasto della disinformazione online, in Rete sono iniziate a circolare una serie di immagini, alcune create digitalmente e divenute virali, che riproducevano false foto segnaletiche di Trump.
Le notizie inventate sul procuratore che indaga Trump
Alvin Bragg è il procuratore distrettuale di Manhattan che sta indagando sul caso del presunto pagamento di Trump all’attrice hard. Anche lui non è stato risparmiato dalla disinformazione.
Un video in cui compare il logo di Associated Press (Ap), agenzia di stampa internazionale, che mostra il procuratore uscire da un palazzo, scortato da agenti di polizia, e salire su un’auto con i lampeggianti accesi è stato diffuso in maniera fuorviante sui social per veicolare la notizia che Bragg sarebbe stato arrestato.
Di questa presunta notizia non esiste però alcun riscontro. Inoltre, il filmato in questione è stato pubblicato online in origine da AP il 22 marzo e nella descrizione del video si legge la scena mostra semplicemente il procuratore che lascia il suo ufficio della Procura distrettuale della contea di New York.
Secondo un’altra notizia falsa invece, il procuratore distrettuale di Manhattan avrebbe ritirato tutte le sue accuse nei confronti dell’ex presidente e presentato le sue dimissioni. La prova sarebbe un video diffuso sui social che mostra Bragg dichiarare che «l’ufficio del procuratore distrettuale di New York, dopo un’indagine ampia ed esaustiva, ha deciso di ritirare tutte le accuse contro Donald Trump».
In realtà, il filmato è un deepfake, cioè un video creato con strumenti di intelligenza artificiale, in cui è stato inserito un audio diverso rispetto a quello originale. Nel filmato non manipolato, pubblicato online a gennaio 2022, il procuratore, durante un evento organizzato dalla New York University Law School, difendeva in realtà le politiche applicate dal suo ufficio per ridurre la criminalità.