Le nascite tornano ad aumentare, ma il saldo naturale resta negativo
È tornato a crescere il numero di nascite in Ticino. Se già nel 2020 i parti erano aumentati leggermente dopo cinque anni di costante flessione, nel 2021 la progressione è stata più marcata. Stando all’Ufficio cantonale di statistica (USTAT), sono stati infatti 2.556 i bambini venuti al mondo nel nostro cantone, cinquanta in più rispetto all’anno precedente. «La piccola variazione positiva - commenta l’USTAT - va inserita in una evoluzione cantonale caratterizzata da cinque anni di calo della natalità, passata dalle 2.957 unità del 2015 alle 2.494 del 2019, anno in cui è stato registrato il valore più basso dell’ultimo trentennio». Il dato dello scorso anno, quindi, sebbene in miglioramento, «si situa sempre su valori molto bassi». Tuttavia, dice l’USTAT, «il 2021, così come il 2020, si inseriscono in un periodo di difficile interpretazione a causa della pandemia». Insomma, «è ancora presto per dire se il confinamento, le limitazioni e le incertezze sanitarie e socioeconomiche di questo periodo abbiano avuto, nella popolazione residente in Ticino, un effetto sul desiderio di avere un figlio, così come sulle opportunità di realizzare questo desiderio».
Anche perché, nonostante le nascite siano aumentate, il saldo naturale della popolazione rimane ancora pesantemente negativo. Nel 2021, infatti, i decessi sono stati 3.118: lo scarto tra morti e nascite è quindi di 562 unità. «Con il 2021 - commenta l’USTAT - sono dieci anni che in Ticino non si osserva un saldo naturale positivo. E dall’inizio del nuovo millennio gli anni con un saldo naturale positivo sono stati 8 su 22». Una situazione riconducibile «sia all’aumento dei decessi, legato a sua volta all’invecchiamento della popolazione, sia alla diminuzione delle nascite».
Sette parti al giorno
Interessante è poi anche un’altra statistica, che prende in considerazione esclusivamente i parti avvenuti nelle cliniche e negli ospedali. Lo scorso anno sono stati 2.533, circa 7 al giorno. Il 56% delle nascite (1.421) è avvenuto nelle strutture dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC), le restanti 1.112 alle cliniche Sant’Anna e Santa Chiara. Dati diversi rispetto al 2019, quando le percentuali erano rispettivamente del 63% (EOC) e del 37% (cliniche private). «Il 2020 e il 2021 non sono necessariamente anni molto rappresentativi - spiega il Prof. Andrea Papadia, direttore medico del Dipartimento ginecologia e ostetrica dell’EOC -. Sono anni di pandemia in cui La Carità è stato ospedale di riferimento COVID e a fine ottobre 2020 hanno chiuso i reparti di ostetricia e neonatologia sia a Locarno, sia a Mendrisio. E sono rimasti inattivi per un tempo significativo. Un aspetto che, forse, ha avuto un impatto sulla ridistribuzione delle nascite in Ticino». In tutti i casi, evidenzia Papadia, «all’interno dell’EOC non c’è stato un indebolimento, anzi l’offerta è cresciuta, così come il livello di soddisfazione delle pazienti, che in ospedale possono contare su un’assistenza completa in ogni momento del giorno e della notte». Secondo il medico, però, la scelta della struttura in cui partorire è legata anche a fattori culturali. In particolare alla volontà delle donne di partorire con il ginecologo che ha seguito la gravidanza.
La crescita del Sant’Anna
Tra le strutture private, 807 nascite sono avvenute alla Clinica Sant’Anna, 59 in più rispetto al 2020. «Si tratta della conferma del riconoscimento che la struttura ha sul territorio», commenta la direttrice Michela Pfyffer. «Peraltro, in un momento in cui la natalità regredisce, osserviamo che invece la nostra ‘‘fetta di mercato’’ aumenta. E questo non può che farci piacere». Del resto, prosegue, «da sempre la Sant’Anna è conosciuta come la culla del Ticino, e questo fa capire bene il legame profondo della clinica con il territorio». Un legame che quest’anno raggiunge il traguardo dei cento anni. «Nonostante abbiamo qualche paziente che proviene dall’estero, la stragrande maggioranza delle donne che partoriscono da noi sono ticinesi», precisa Pfyffer. Tornando alle cifre del 2021, un ruolo può averlo giocato anche la pandemia, «che ha modificato il flusso dei pazienti sul territorio». Infatti, «la realtà di una clinica privata ha permesso una presa a carico individualizzata e questo è stato apprezzato». Secondo Pfyffer, però, «la crescita è anche determinata dalla qualità dei ginecologi e delle ostetriche presenti sia in sede sia in rete sul territorio». Del resto, «già a partire dal 2019 abbiamo notato una ripresa, dopo qualche anno in cui le nascite alla clinica avevano conosciuto una diminuzione. E anche i numeri del 2022 sembrano essere in continuità con quelli dello scorso