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«Le parole di Netanyahu sono una forma di spavalderia politica»

Non è mancata un’immediata replica da parte di Hamas dopo che ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che il suo Paese è vicino alla vittoria e che non si fermerà fino alla completa distruzione di Hamas – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Le parole di Netanyahu sono una forma di spavalderia politica»
Red. Online
08.02.2024 06:00
23:50
23:50
«Lanciati una trentina di razzi dal Libano»

Una trentina di razzi sono stati lanciati dal Libano verso Israele in serata. Lo ha reso noto l'esercito, aggiungendo che tutti sono caduti in aree disabitate e uno è stato intercettato. Le sirene d'allarme sono scattate nell'Alta Galilea.

Il massiccio lancio di razzi - riportano i media locali - è arrivato poche ore dopo che Israele ha effettuato un attacco con droni a Nebetia, nel sud del Libano, in cui sono rimasti uccisi due operativi di Hezbollah. Un blitz in rappresaglia ad un precedente attacco di Hezbollah contro un base militare in cui soldato israeliano era rimasto gravemente ferito.

20:56
20:56
«Israele non è vicino all'eliminazione di Hamas»

L'intelligence americana ha riferito al Congresso che Israele ha indebolito le capacità di Hamas ma non è vicina all'eliminazione del gruppo. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali i funzionari americani hanno sollevato dubbi sulla distruzione o eliminazione di Hamas come obiettivo realistico.

19:29
19:29
Gli USA avvertono Israele: «Si rischia un disastro a Rafah»

Gli Stati Uniti mettono in guardia Israele su un'operazione di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove sono sfollati centinaia di migliaia di civili. Il rischio, ha affermato il vice portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel, è quello di un «disastro». Ieri sera il premier israeliano Netanyahu aveva annunciato di aver ordinato all'esercito di muoversi verso Rafah.

19:20
19:20
Parigi attribuisce la cittadinanza onoraria agli ostaggi di Hamas

Parigi ha attribuito oggi la cittadinanza onoraria ai circa 135 ostaggi ancora nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza, all'indomani della cerimonia nazionale promossa dal presidente, Emmanuel Macron, per omaggiare le vittime francesi dell'attacco del 7 ottobre contro Israele.

Questa ''protezione simbolica'' da parte della ''città dei diritti umani'', come ha dichiarato la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, è stata approvata dalla quasi totalità dei consiglieri comunali parigini, fatta eccezione per un astenuto.

La capitale di Francia intende inoltre celebrare «presto» un omaggio alle vittime civili palestinesi che «muoiono sotto ai bombardamenti incessanti», ha sottolineato Hidalgo, aggiungendo che «queste morti sono in violazione del diritto internazionale e di guerra».

Sottolineando il «diritto di Israele ad esistere», Hidalgo ha quindi invocato l'avvio di negoziati per una «soluzione politica a due Stati».

Dal 2001 Parigi ha già attribuito la cittadinanza onoraria a numerosi oppositori politici, militanti per i diritti umani e giornalisti, oltre che al settimanale satirico Charlie Hebdo nel 2015 o alla città di Kiev nel 2022.

17:44
17:44
Attacco anglo-americano contro le forze Huthi a Salif

Un duplice raid anglo-americano contro una base Huthi sulla costa del Mar Rosso nei pressi di Hodeida è stato segnalato poco fa dai media vicini alle forze filo-iraniane yemenite.

Le fonti affermano che il duplice attacco ha preso di mira la zona di Shabaka, a sud del porto di Salif, nella provincia costiera di Hodeida.

15:14
15:14
Herzog e Milei a Nir Oz

«Qui è avvenuto uno degli attacchi terroristici più barbari e sadici nei tempi moderni, specialmente dopo l'Olocausto degli ebrei nella seconda guerra mondiale»: queste le parole pronunciate del capo dello Stato israeliano Isaac Herzog accompagnando oggi il presidente argentino Javier Milei nel kibbutz di Nir Oz dove il 7 ottobre un quarto degli abitanti sono stati uccisi o catturati da terroristi di Hamas rientrati poi nella vicina striscia di Gaza.

Alla visita ha preso parte anche Ofelia Roitman (77 anni), una residente di Nir Oz originaria dell'Argentina che è stata prigioniera di Hamas per 50 giorni e che oggi è tornata a Nir Oz per la prima volta da allora.

Herzog e Milei hanno visitato diverse abitazioni, fra cui quella della famiglia Bibas: due genitori con figlioletti di uno e quattro anni, tutti con cittadinanza argentina, che dal 7 ottobre sono tenuti prigionieri a Gaza.

Milei è tornato a condannare «il terrorismo di Hamas» e ha aggiunto: «Il mondo libero non può restare indifferente di fronte a questo episodio. Noi vediamo chiaramente questi esempi di terrorismo e di antisemitismo che io descriverei come il 'Nazismo del 21.mo secolo'». «Fra gli ostaggi ci sono cittadini argentini - ha ricordato - ma questo è un crimine contro l'umanità».

Herzog ha affermato a sua volta che Milei si è mostrato «un vero amico di Israele» e ha anche rilevato che il suo nome, Javier, suona come l'ebraico «Chaver»: che significa appunto «amico».

Ieri Milei , incontrando il premier israeliano Benyamin Netanyahu, aveva annunciato la propria intenzione di dichiarare Hamas quale «organizzazione terroristica». Anche Netanyahu ha definito Milei «un grande amico dello Stato ebraico» e lo ha ringraziato sia per la sua decisione relativa a Hamas sia «per la decisione di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele e di trasferire là la propria rappresentanza diplomatica e la ambasciata».

13:14
13:14
Un ufficiale dell'intelligence israeliana si è dimesso

Un ufficiale dell'intelligence israeliana si è dimesso per il fallimento sulla mancata previsione dell'attacco di Hamas il 7 ottobre. Si tratta del primo caso del genere e - secondo i media - potrebbe aprire ad altre dimissioni di questo tipo. Nel caso specifico, è stato spiegato, si tratta di un ufficiale del settore analisi palestinesi.

12:30
12:30
Israele apre all'esilio per Sinwar in cambio di ostaggi

Israele sarebbe disposto a lasciare che il leader militare di Hamas, Yahya Sinwar, vada in esilio in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi e della fine del governo di Hamas a Gaza. Lo riporta SkyNews citando quanto riferito da sei funzionari e consiglieri senior israeliani a Nbc News.

L'idea dell'esilio per aprire la strada a un nuovo organo di governo di Gaza deradicalizzato è «sul tavolo» da novembre, secondo un altro consigliere senior del governo israeliano.

Il governo israeliano ha promesso di uccidere Sinwar e Mohammed Deif, i leader che hanno diretto l'attacco terroristico del 7 ottobre. L'ipotesi di mandare in esilio Sinwar con altri quattro leader sarebbe emersa come possibile mezzo alternativo per rimuovere la leadership di Hamas da Gaza.

Netanyahu - ricorda Sky News - ha già respinto un'idea del genere in passato sostenendo che la guerra finirà solo quando figure come Sinwar saranno eliminate. «Non ci importa se Sinwar se ne andrà», ha detto un consigliere senior del premier sottolineando «che permetteremo che ciò accada purché tutti gli ostaggi vengano rilasciati».

11:39
11:39
Ministero Sanità Gaza: 27.840 palestinesi uccisi

Sono almeno 27.840 i palestinesi morti nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi israeliani dal 7 ottobre, mentre altri 67.317 sono rimasti feriti. Lo riferisce il ministero della Sanità dell'enclave assediata, controllato da Hamas.

11:38
11:38
La delegazione di Hamas è arrivata al Cairo

Una delegazione di Hamas è arrivata questa mattina al Cairo per «completare i colloqui relativi al cessate il fuoco». Lo ha fatto sapere su Telegram la fazione islamica spiegando che la delegazione «è guidata dal leader Halil al-Khaya».

La delegazione di Hamas giunta al Cairo, ha confermato una fonte aeroportuale, è arrivata questa mattina, guidata da Khalil Al-Hayya, vice capo del movimento a Gaza e capo dell'Ufficio per le relazioni arabe e islamiche del movimento, proveniente da Doha per continuare i colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

«La delegazione di Hamas è arrivata con un volo della Qatar Airways dall'aeroporto internazionale Hamad di Doha, ed è stata ricevuta da funzionari della sicurezza egiziana che l'hanno scortata con una flotta di auto blindate direttamente al quartier generale dove si terranno i colloqui, evitando il terminal passeggeri».

Osama Hamdan, un leader di spicco di Hamas, aveva annunciato ieri in una conferenza stampa la partenza della delegazione per il Cairo sottolineando che «la guerra israeliana ha rivelato l'incapacità e il doppio standard usato dalla comunità internazionale in questa circostanza».

09:40
09:40
Palestinese attacca soldati israeliani in Cisgiordania

Un palestinese ha aperto il fuoco oggi da distanza ravvicinata contro militari israeliani che presidiavano un posto di blocco a Deir Sharf (presso Nablus) ed è stato colpito a morte dal loro immediato fuoco di reazione. Nell'episodio sono rimasti feriti due altri palestinesi che si trovavano in un veicolo vicino.

Lo ha riferito la radio pubblica israeliana Kan. L'emittente ha aggiunto che uno dei proiettili si è conficcato nell'elmetto di un soldato israeliano, che è rimasto tuttavia illeso.

08:27
08:27
Hillary Clinton: «Netanyahu è inaffidabile, deve andarsene»

L'ex segretaria di Stato americana Hillary Clinton critica la gestione della guerra tra Israele e Hamas da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu e ne chiede la cacciata.

«Netanyahu dovrebbe andarsene: non è un leader affidabile. È stato sotto il suo controllo che è avvenuta l'aggressione. E se è un ostacolo a un cessate il fuoco deve assolutamente andarsene», ha detto la Clinton al programma Alex Wagner Tonight della Msnbc.

A una domanda sul rapporto del presidente americano Joe Biden con Netanyahu, l'ex candidata presidenziale democratica ed ex first lady Usa ha dichiarato: «Penso che Biden abbia fatto tutto ciò che poteva: rispondere alle legittime preoccupazioni del popolo israeliano dopo il 7 ottobre, allearsi con Israele di fronte ad un attacco terroristico da parte di un'organizzazione terroristica. Ma penso che sia anche chiaro che Biden sta facendo tutto il possibile per influenzare Netanyahu».

07:34
07:34
Il Senato USA studia un piano B sugli aiuti a Israele

È affidato ad un piano B ancora in discussione al Senato il destino dei fondi a Ucraina, Israele e Taiwan, dopo la bocciatura del disegno di legge bipartisan da 120 miliardi che legava gli aiuti ad una radicale riforma sull'immigrazione e ad una stretta al confine col Messico.

Il provvedimento alternativo prevede più o meno gli stessi finanziamenti ma senza misure per la frontiera, come invece avevano chiesto i repubblicani. La votazione sul primo pacchetto è finita con 49 no e 50 sì (45 dem e 4 repubblicani), sotto i 60 necessari per far avanzare la legge. La maggior parte dei senatori del Grand Old Party si è opposta dopo aver lamentato che le misure non erano sufficienti per affrontare la crisi al confine tra Stati Uniti e Messico, dove gli arresti per attraversamenti illegali hanno raggiunto livelli record. Anche cinque esponenti dem hanno votato contro, preoccupati per la gravità delle misure di sicurezza alle frontiera e per i finanziamenti aggiuntivi per l'esercito israeliano nel contesto della guerra a Gaza.

La proposta di legge, che aveva il sostegno di Joe Biden, prevedeva 60 miliardi per Kiev, 14 miliardi per Israele e 10 miliardi di assistenza umanitaria per i civili colpiti dalla guerra in Ucraina, Gaza e Cisgiordania, oltre a 20 miliardi per la crisi al confine col Messico. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, inizialmente ha votato a favore ma poi ha cambiato tatticamente il suo voto, una manovra procedurale che consentirà alla Camera alta di rivedere la proposta in futuro.

Schumer ha quindi introdotto il 'piano B', un nuovo progetto di legge da 95 miliardi di dollari che fornirebbe gli aiuti esteri senza affrontare la situazione al confine. «Per il resto questo pacchetto sarà sostanzialmente lo stesso. Avrà forti finanziamenti per l'Ucraina, finanziamenti per Israele, aiuto per i civili innocenti a Gaza e finanziamenti per l'Indo-Pacifico», ha spiegato. I leader di entrambi i partiti stanno negoziando dietro le quinte, sperando di trovare un accordo prima di venerdì, quando il Senato inizierà due settimane di pausa. Sull'approvazione del provvedimento pesa il 'veto' di Donald Trump, che ha chiesto ai repubblicani di non votarlo per non fare «un regalo ai dem». Ma il rischio è che in campagna elettorale Biden possa ribaltare sul suo avversario la colpa del caos al confine.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

Non è mancata un’immediata replica da parte di Hamas dopo che ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che il suo Paese è vicino alla vittoria e che non si fermerà fino alla completa distruzione di Hamas. Le parole di Benjamin Netanyahu sono «una forma di spavalderia politica» e mostrano la sua «intenzione di portare avanti il conflitto nella regione» ha detto l’alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri in dichiarazioni riportate da Sky News. «Siamo pronti ad affrontare tutte le opzioni».

A seguito delle parole forti di Netanyahu, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha invitato il premier israeliano a non infiammare le tensioni e a considerare prima di tutto i civili. Egli ha quindi sottolineato come Israele non abbia «la licenza per disumanizzare gli altri». In una conferenza stampa a Tel Aviv, Blinken ha detto che «Gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno, ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri».

Nel frattempo l’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 14 persone sono morte e altre decine sono rimaste ferite ieri sera in bombardamenti effettuati da aerei israeliani su Rafah e su Deir al-Balah, nel sud e nel centro della Striscia di Gaza.

Intanto giunge notizia che a breve si terranno al Cairo nuovi colloqui allo scopo di trovare un’intesa su una tregua e liberare gli ostaggi sia israeliani, sia palestinesi rapito lo scorso 7 ottobre: a sostenerlo è l’emittente egiziana Al Qahera News che però non specifica chi siederà al tavolo negoziale. A fare luce, almeno parzialmente, su chi prederà parte all’incontro è quindi intervenuto Osama Hamadan, esponente di Hamas in Libano, in una conferenza stampa a Beirut di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera. Hamadan ha detto che al tavolo si siederà sicuramente una delegazione di Hamas guidata dall'esponente dell'ufficio politico del gruppo Khalil al-Hayya. Al Cairo incontrerà i mediatori di Egitto e Qatar.

Sempre sul fronte delle relazioni internazionali, l’Arabia Saudita ha comunicato per voce del Ministero degli Esteri in dichiarazioni riportate poi dai media internazionali agli Stati Uniti che non avrà relazioni diplomatiche con Israele fino a quando quest’ultimo Paese non terminerà la guerra nella Striscia e non riconoscerà la Palestina come uno Stato indipendente i cui confini corrispondono a quelli del 1967 e la cui capitale è Gerusalemme Est.