Politica

Le parole «sibilline» di Gobbi sollevano critiche e perplessità

Le affermazioni del capo del DI sul fatto che l’autosospensione dalla conduzione della Polizia «non è più tale» suscitano interrogativi – Intanto, gli avvocati dei due agenti hanno deciso di non presentare nuove istanze probatorie
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Cantone
18.06.2024 18:00

«La mia autosospensione non è più tale». La dichiarazione di Norman Gobbi, arrivata ieri a sorpresa alla fine della discussione sul rendiconto del Dipartimento delle istituzioni, ha lasciato un po’ tutti di stucco. Giornalisti in sala, ma anche granconsiglieri. Che oggi non hanno lesinato critiche al consigliere di Stato per quella che è sembrata essere una fuga in avanti.

Che cosa è successo?

Nel momento in cui Gobbi si apprestava a rispondere alle domande sul DI, il co-presidente del PS Fabrizio Sirica, con una mozione d’ordine, ha chiesto che le risposte ai quesiti sulla Polizia venissero date dal consigliere di Stato che attualmente ne detiene la responsabilità politica, ossia Claudio Zali. A quel punto, Gobbi ha annunciato di essere tornato alla guida della Polizia, dato che i motivi che lo avevano indotto a fare un passo indietro lo scorso 27 marzo erano caduti. In pratica, secondo Gobbi, visto che il procuratore generale Andrea Pagani ha prospettato l’imminente chiusura dell’incarto e chiarito la sua estraneità ai fatti, termina anche la sua autosospensione. «Ora - ha aggiunto davanti al Parlamento - spetta al Governo decidere cosa fare». Una decisione che, forse, sarà ufficializzata non appena l’inchiesta sarà conclusa e il Consiglio di Stato potrà avere accesso agli atti.

«Servirebbe chiarezza»

Le esternazioni di Gobbi, tuttavia, hanno sollevato più di qualche perplessità tra i deputati. «La sua frase è stata perlomeno sibillina», premette il presidente del PLR Alessandro Speziali. «Dai banchi del Gran Consiglio ci si è chiesti a chi spetti la decisione, quali siano le procedure e come lo si debba comunicare. La sensazione è che ci si trovi a metà strada tra l’arbitrio e l’improvvisazione». Vista la delicatezza del tema, «un minimo in più di chiarezza anche all’interno del Governo avrebbe fatto bene». In tutti i casi, ha chiarito Speziali, «sarebbe stato opportuno che a rispondere alle domande sulla Polizia fosse Zali». Un parere condiviso anche dal co-presidente del PS Fabrizio Sirica, che aveva sollevato la questione. «In primis, rilevo un deficit istituzionale», dice. «Non è possibile che a un tema tanto importante venga data una risposta così, solo dopo che un deputato ha chiesto lumi». Non si può, secondo Sirica, procedere in questo modo: «C’è un tema, quello della Polizia unica, rilevante anche dal profilo finanziario, e devono essere date delle risposte. Negarle è una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento». Infine, osserva, «sarebbe stato opportuno che Gobbi si confrontasse prima con i colleghi di Governo e avesse da loro il via libera». A pesare, però, è anche il silenzio del Consiglio di Stato. «Il Governo avrebbe dovuto sospendere la seduta e riflettere sulla ripartizione degli interventi. Non è stato rispettoso nei nostri confronti e nemmeno verso i cittadini».

«Reazione affrettata»

Innanzitutto, fa notare il presidente del Centro Fiorenzo Dadò, «essendo implicato nell’inchiesta, Gobbi si è autosospeso probabilmente per evitare che il Governo lo sospendesse». Quella in aula, aggiunge, «è stata una reazione un po’ affrettata dettata dalla concitazione del momento. In realtà è unicamente il Governo che dovrà decidere se riattribuirgli la responsabilità della Polizia». Invece, per quanto riguarda il fatto che non abbia risposto Zali alle domande, Dadò commenta: «Questo mostra come vengono prese sottogamba le cose, prendendosi gioco del cittadino. Se c’è stata una sospensione e le competenze sono passate ad un collega di Governo è logico che risponda quest’ultimo. Se andiamo avanti con questo circo i cittadini non prenderanno più sul serio le istituzioni».

Secondo il vice-coordinatore della Lega Alessandro Mazzoleni, invece, le affermazioni di Gobbi vanno contestualizzate: «Semplicemente - dice - dopo l’esito della procedura del pg, Gobbi ritiene che l’autosospensione non sia più giustificata. Adesso la palla è nel campo del Consiglio di Stato che accederà agli atti e farà le sue valutazioni». E sull’opportunità di far rispondere a Gobbi sulla Polizia, Mazzoleni taglia corto: «Se il Governo ha ritenuto di far rispondere Gobbi credo che la decisione vada condivisa. Non sta al Legislativo imporre all’Esecutivo chi può parlare per quale Dipartimento».

Quasi scaduti i dieci giorni

Intanto, giovedì scadranno i dieci giorni di tempo fissati dal pg per permettere alle parti di presentare eventuali istanze probatorie. Da quanto appreso, tuttavia, sia l’avvocata Maria Galliani (che rappresenta il sergente), sia l’avvocato Roy Bay (che patrocina il capogruppo) hanno deciso di non presentare ulteriori elementi. La vicenda dell’incidente stradale che ha coinvolto il consigliere di Stato finirà dunque in Pretura penale, con l’emanazione da parte del pg di due atti d’accusa. A carico dei due agenti che intervennero la notte del 14 novembre, ricordiamo, l’accusa è di favoreggiamento, in correità tra loro e, per uno di essi (il capogruppo) anche - subordinatamente - di complicità. «Da parte nostra - spiega al CdT l’avvocato Bay - abbiamo deciso di non presentare alcuna nuova istanza probatoria, e questo per velocizzare il passaggio del procedimento alla Pretura penale». Tutto, prosegue, si gioca infatti principalmente sulla soggettività del reato: «Spetterà al giudice determinare se la decisione di non sottoporre il direttore del DI all’esame del sangue sia stata presa con l’intento di favorire quest’ultimo - ciò che ipotizza il pg -, oppure per altre ragioni, come in particolare la prassi adottata in casi simili (ovvero quando si sfora il test probatorio di qualche minuto in ragione della zona discosta in cui avviene il test oppure per motivi esclusivamente imputabili a ritardi della Polizia)». L’intenzione dell’avvocato, come detto, è ora quella di andare in aula al più presto. «Siamo sereni che questa vicenda si concluderà positivamente poiché, quella sera, tutti gli agenti intervenuti si comportarono in maniera ineccepibile».

In questo articolo: