Le Pen shock: "Francia a rischio burqa e sharia"
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PARIGI - "Francia a rischio sharia". A tre giorni dalle elezioni regionali di domenica alza decisamente i toni Marine le Pen, leader di un partito, il Front National, che un ultimo sondaggio su Le Monde fotografa in testa al primo turno in sei regioni su dodici (escluse Corsica e dipartimenti d'oltremare). Dichiarazioni incendiarie, che arrivano dopo un periodo di relativo riserbo post-attentati.
"Se falliamo - ha avvertito ieri sera durante un comizio a Nimes - il totalitarismo islamico prenderà il potere in Francia, come lo ha preso in Libia, con l'aiuto di Nicolas Sarkozy, come tenta di farlo in Siria, in Egitto, in Tunisia. La sharia sostituirà la nostra costituzione, l'Islam radicale prenderà il posto delle nostre leggi, il burqa verrà imposto a tutte le donne".
"Il fondamentalismo islamico pullula nei nostri quartieri", ha ripetuto oggi in un'intervista a Europe 1, tornando a tuonare contro "i successivi fallimenti del governo Hollande. Alla vigilia delle elezioni la favorita in corsa per la presidenza della regione Picardie-Nord-Pas-de-Calais attacca tutti. Incluso Karim Benzema, il centravanti del Real Madrid e dei Bleus indagato per lo scandalo di presunti ricatti al compagno di squadra Mathieu Valbuena.
"Non sarebbe mai dovuto entrare in Equipe de France", "disprezza il patriottismo", "non canta la Marsigliese", ha martellato Marine Le Pen a cui ormai si oppongono pubblicamente non solo gli sfidanti politici ma anche il mondo dell'industria preoccupato per una sua vittoria, oltre che diversi giornali e numerosissimi esponenti della cultura. Intanto, nel sud, anche l'agguerritissima nipotina Marion Maréchal Le Pen, candidata nella Paca (Provence-Alpes-Cote d'Azur), vola nei sondaggi e moltiplica le uscite incendiarie contro i musulmani.
Secondo il sondaggio di Le Monde, nel primo turno di domenica il Fm arriverà al primo posto in sei regioni e potrebbe essere in grado di confermare la sua vittoria in quattro nei ballottaggi del 13 dicembre. In regioni importanti come la Normandia è testa a testa con la destra neogollista di Nicolas Sarkozy (Les Républicains) mentre la maggioranza socialista è dieci punti indietro. Realizzata su un campione di 23.000 persone l'inchiesta Ipsos fotografa un Paese di cui il 30% degli abitanti intende votare per l'estrema destra.
Oltre allo zoccolo duro dei fedelissimi, il Front si va progressivamente radicando in tutte le fasce della società, incluso nell'amministrazione pubblica. Tra coloro che nell'urna sceglieranno 'Marinè - ormai oltralpe la chiamano tutti così, un vero capolavoro politico, con cui è quasi riuscita a far dimenticare il suo 'scomodo' cognome - 45% sono operai, 40% impiegati, 28% professioni intermedie.
A venti giorni dagli attentati gli elettori sotto shock nutrono solo tre grandi preoccupazioni ricorda la stampa con una battuta: sicurezza, sicurezza e sicurezza. Trasporti, scuola, imposte locali: tutti i temi tipici dello scrutinio regionale sono stati spazzati via dallo tsunami jihadista. Ed è proprio la paura a rafforzare le posizioni lepeniste. Intanto Parigi si trova a festeggiare un Natale più austero. Addirittura Notre-Dame rinuncerà per la prima volta al tradizionale albero sistemato come ogni anno sul sagrato. Una decisione imposta dallo stato d'emergenza.
"Troppo pericoloso", avverte la prefettura timorosa che l'albero possa servire di servire da nascondiglio per pericolosi ordigni. A rischio anche le tradizionali festività di capodanno sugli Champs-Elysées. "Vanno annullate", dicono gli esperti antiterrorismo. Un parere che sembra convincere l'amministrazione comunale. Secondo Le Parisien, il sindaco Anne Hidalgo, sta vagliando le alternative per un veglione più "sicuro" e "modesto".