Vallemaggia

L’esercito ha ultimato il ponte: «Sappiamo quanto sia vitale»

In anticipo di due giorni, i militari hanno completato la struttura provvisoria, che però non è ancora aperta al traffico - Maurizio Dattrino: «I ragazzi hanno lavorato con grande dedizione» - Diego Rodoni: «Potrebbe essere transitabile già da venerdì»
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
23.07.2024 19:45

L’esercito aveva promesso che il ponte sarebbe stato completato nel giro di una settimana. E così è stato. «Anzi, abbiamo anche finito in anticipo. Due giorni prima di quanto ipotizzato inizialmente», dice con soddisfazione Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. I lavori dei militari sono terminati, e ora la struttura passa nelle mani degli ingegneri del Cantone, che sperano di poter aprire il ponte al transito già entro la fine della settimana. «Di principio, prevediamo un’apertura totale, senza quindi alcuna limitazione al passaggio, da venerdì», spiega Diego Rodoni, direttore della Divisione delle costruzioni. Se tutto va bene, quindi, la valle tornerà a essere pienamente collegata al resto del mondo in una manciata di giorni. Una notizia accolta con grande sollievo dalla popolazione e dalle autorità comunali. «Finalmente - dice la sindaca di Cevio Wanda Dadò - potranno riavviarsi tutte le attività interrotte dopo l’alluvione. Le imprese che potevano lavorare solo a ritmo ridotto per via del traffico limitato sulla passerella ciclo-pedonale potranno ripartire. E anche per il comparto turistico sarà una boccata d’ossigeno».

Un folto pubblico

Per capire quanto il nuovo ponte fosse atteso, è emblematica un’immagine restituitaci da Dattrino. Sabato sera a seguire i lavori notturni, a Cevio, erano presenti un centinaio di ‘‘spettatori’’, uomini e donne della valle che volevano vedere come stessero procedendo i lavori. «Addirittura, un signore anziano è stato con noi fino alle 3 di notte», dice sorridendo il comandante. «Tutti aspettavano la fine dei lavori con grande impazienza, proprio a testimonianza di quanto questo ponte sia vitale per il territorio. Far passare i mezzi pesanti (sopra le tre tonnellate e mezzo, ndr) è infatti fondamentale per portare avanti i lavori di ripristino». La centralità di ripristinare il pieno passaggio verso l’alta valle era del resto ben chiaro anche ai militari. Trentacinque, quelli impegnati nella posa della struttura. «Hanno lavorato con una dedizione per nulla scontata. Non lo dico per dire: in 36 anni di servizio raramente ho visto ragazzi con una tale voglia di lavorare, di aiutare la popolazione. Pur arrivando dalla Romandia e dalla Svizzera tedesca, i ragazzi avevano capito chiaramente quanto fosse importante questo ponte per la valle e, al contempo, sentivano il grande sostegno che arrivava dalla popolazione». L’esercito, ricorda Dattrino, «ha il compito di aiutare, proteggere e difendere». In Vallemaggia, «ci siamo occupati, fin dalle primissime ore dopo la catastrofe, di aiutare la popolazione dei territori colpiti, prima con l’ausilio del Super Puma e dell’Eurocopter e poi – dall’8 luglio, ndr – con l’arrivo sul campo degli uomini, preposti in primis alla costruzione del ponte». Il primo gruppo di militari, terminato il compito, farà ritorno domani nel Canton Argovia. «Invece i macchinisti, ossia coloro che usano le macchine da cantiere, rimarranno qui fino a venerdì. Negli scorsi giorni sono stati occupati in valle Bavona, per aprire un varco nella zona franata, mentre attualmente si trovano in Lavizzara per i lavori di sgombero del materiale».

Manca ancora qualche giorno

Una volta terminati i lavori dell’esercito, a intervenire è di nuovo il Cantone. Benché infatti il ponte sia stato posato, non è ancora percorribile. «Ci vorrà ancora qualche giorno», spiega in effetti Rodoni. «Dobbiamo terminare i raccordi, pavimentare le nuove strade d’accesso e predisporre i semafori». Il ponte di supporto – il modello «Mabey-Johnson» – ha una lunghezza di 61 metri e una larghezza di carreggiata di 4,2 metri. Il suo peso è di 130 tonnellate e il traffico viene fatto circolare in senso unidirezionale, con l’ausilio appunto di un sistema di semafori. Per il transito, ricordiamo, sono ammessi i veicoli con un peso massimo di 32 tonnellate. «La struttura dovrebbe durare almeno un paio di anni», aggiunge il direttore della Divisione delle costruzioni. «Nel frattempo, ci occuperemo di progettare il ponte definitivo, che andrà poi a sostituire l’opera dell’esercito». Difficilmente, spiega Rodoni, il nuovo ponte sorgerà in quella stessa zona. «Probabilmente seguiremo il corridoio naturale, quindi poco più a nord della passerella ciclo-pedonale o leggermente a sud, purché non vada in conflitto con la foce del fiume Rovana. Dobbiamo ancora fare tutti gli approfondimenti necessari». Per quanto riguarda invece il ponte di Visletto parzialmente crollato durante il maltempo, con tutta probabilità verrà demolito. «Due arcate su tre sono totalmente compromesse. Ora stiamo ultimando le verifiche sulla terza, ma parrebbe anch’essa compromessa. Quindi tra qualche settimana, verosimilmente, procederemo con la demolizione controllata del manufatto».

Il grande sollievo della valle

Intanto, come detto, la prossima apertura al traffico del ponte provvisorio ha permesso alla valle «di tirare un sospiro di sollievo», come racconta la sindaca Dadò: «Negli ultimi giorni l’attesa è stata un crescendo e vederlo ultimato non può che farci felici. Avere un ponte nuovamente transitabile senza alcune limitazione rappresenta un passo avanti non da poco». Da un lato, infatti, «chi deve muoversi per andare al lavoro non dovrà più aspettare a lungo prima di transitare. Dall’altro, sarà una facilitazione anche per i turisti, che finora potevano passare dalla passerella ciclo-pedonale solo in precise fasce orarie». E proprio ai visitatori va l’appello della sindaca di Cevio: «Abbiamo bisogno che i turisti tornino nelle nostre valli. Ne hanno bisogno soprattutto gli alberghi e i ristoranti, che in questo momento vogliono poter tornare a lavorare».