Vacanze

L'estate prossima, in Grecia, potreste dover lottare per la sdraio

Kyriakos Mitsotakis lancia aste elettroniche per la messa a gara delle licenze per gestire stabilimenti, e vara una stretta contro il sovraffollamento di lettini e ombrelloni di fronte al mare (negli stabilimenti)
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Red. Online
19.03.2024 15:46

«Abbiamo approvato una nuova legge che mette ordine nelle nostre spiagge e fa essenzialmente tre cose: garantiamo il libero accesso a tutte le spiagge per tutti, utilizziamo nuove tecnologie sia per le gare d'appalto che per i controlli e introduciamo sanzioni più severe per chi infrange la legge». Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha annunciato su TikTok che, in vista della bella stagione, verrà messo ordine nelle spiagge: aste elettroniche per la messa a gara delle licenze per gestire stabilimenti e attività commerciali connesse, e una stretta contro il sovraffollamento di lettini e ombrelloni di fronte al mare.

Cosa cambia? Per migliorare l’esperienza di locali e turisti, il 70% dello spazio dovrà essere lasciato libero. Stiamo parlando di stabilimenti balneari, non si «vacanzieri e residenti» liberi. Nelle aree protette la quota salirà all’85% e nelle aree protette ed ecologicamente «delicate» sarà introdotto un divieto totale di piazzare lettini. Tra la battigia e i primi prendisole dovrà poi essere mantenuta una distanza di 4 metri.

Per ottenere la licenza per l'uso della spiaggia sarà obbligatorio partecipare a un'asta elettronica e, dopo averla ottenuta, il concessionario avrà l'obbligo di pulire la spiaggia, garantire l'accesso alle persone con disabilità e avere un bagnino. E i controlli, ha spiegato il premier, saranno frequenti: «Se vedi un drone volare sopra la spiaggia, potrebbe rientrare nei controlli che implementeremo. Le imprese che infrangono la legge saranno chiuse».

Mitsotakis ha promesso multe severe. Per contrastare il fenomeno dell’accaparramento delle spiagge da parte di alberghi e villaggi, è stato deciso che almeno la metà dei lidi dovrà restare aperto al pubblico e dunque, i litorali riservati alle strutture alberghiere, ai villaggi turistici e agli stabilimenti balneari con gli ombrelloni avranno un limite preciso. «Aspettiamo l'arrivo dell'estate per poter godere delle nostre spiagge molto più libere».

La rivolta degli asciugamani

La scorsa estate, in Grecia, gli abitanti hanno creato un movimento di protesta per il diritto di libero accesso alle spiagge contro gli stabilimenti balneari. Tutto ha avuto inizio sull’isola di Paros. Nel mese di agosto, sulla spiaggia di Monastiri due lettini e un ombrellone costavano 70 euro al giorno, che potevano diventare 120 per i posti più ambiti. Il New York Times aveva definito l’arenile «una falange di ombrelloni», contro la quale gli abitanti hanno lottato muniti di asciugamani.

In Grecia le spiagge sono pubbliche e vengono gestite dagli stabilimenti balneari in concessione. Tuttavia, secondo la denuncia dei residenti, i gestori si sono espansi illegalmente. Il movimento, partito da Paros per poi prendere piede in tutta la Grecia, da Creta a Corfù, è stato battezzato «la rivolta degli asciugamani» (negli stabilimenti balneari). Ora stabilimenti e attività commerciali dovranno attenersi alle regole. E per chi ama la spiaggia libera, ci sarà più posto. O perlomeno questa è l'intenzione.

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