L’horror ispano-bucolico da B-movie di Resident Evil 4
Se oggi ci divertiamo con giochi come The Last of Us e Dead Space, un po’ è anche merito di Resident Evil 4. Nonostante all’uscita, nel 2005, non abbia venduto uno sfacelo, viene giustamente ricordato come uno dei titoli più importanti della storia dei videogame, e in particolare nel genere dei “Survival Horror”, quei giochi in cui magari si spara e si esplora e si risolvono enigmi, ma soprattutto bisogna trovare un modo di sopravvivere a orde di mostracci di vario genere. Probabilmente avrete sentito almeno parlare di Resident Evil, visto che ormai il franchise è ormai un fenomeno pop, con ben sei film usciti su grande schermo e ispirati agli eventi dei videogame, una serie TV (non fortunatissima, è stata già cancellata), fumetti e romanzi. Il quarto episodio è uno dei meglio riusciti, quindi se vi siete persi l’originale Resident Evil 4, oppure volete rigiocarlo sulle console e i PC più recenti, il remake è esattamente quello che ci voleva.
La storia di Resident Evil 4, come quella di ogni B-movie horror degno di questo nome, fa acqua da tutte le parti, quindi non cercate di trovare logica e verosimiglianza. Dopo aver combattuto per i primi tre episodi contro la malvagia Umbrella Corporation, responsabile di uno sterminio di massa nella (una volta) ridente Raccoon City negli States, l’agente speciale Leon viene spedito in un paesino remoto della Spagna dove i contadini locali hanno deciso di movimentare la loro ruotine rapendo la figlia del Presidente degli USA. Una volta arrivato a destinazione, quando Leon scopre che i contadini spagnoli si divertono a dare fuoco a agenti della polizia crocifissi e vanno in giro con motoseghe tagliando a fette i turisti troppo curiosi, comprende che c’è qualcosa di peggio di una semplice anonima sequestri iberica. Proprio come a Raccoon City, i locali sono diventi matti da legare a causa di un sordido complotto che sfocia nel sovrannaturale, e qualcuno deve trovare un modo per risolvere la situazione. Indovinate un po’ a chi tocca?
Di base, passerete il tempo a nascondervi: come dicevamo prima, Resident Evil 4 è il papà dei moderni survival horror, e in questi giochi le munizioni scarseggiano sempre e siamo costantemente in inferiorità numerica. Vi capiterà spesso di rimanere a secco di proiettili, e di dover combattere in corpo a corpo persino con un coltello da cucina raccolto per strada per difendervi dalle invasive attenzione degli oriundi fuori di zucca. Tuttavia, non è un combattimento al massacro: con un po’ di intelligenza e furbizia, è possibile prendere gli avversari in contropiede, accoltellandoli se colti di sorpresa o sparando per esempio ai candelotti di dinamite che amano portarsi in giro in modo da eliminare più nemici contemporaneamente e al prezzo di un solo proiettile. C’è anche un misterioso commerciante che appare un po’ ovunque e che vi rifornisce di armi e equipaggiamento, e questo vi spingerà a esplorare ogni palmo della mappa per trovare ogni risorsa e pesos abbandonato. Troverete anche qualche enigma: niente di particolarmente astruso, essenzialmente si tratta di trovare combinazioni di lucchetti fantasiosi, chiavi speciali e poco di più, ma è un gradevole diversivo tra uno scontro e l’altro.
Resident Evil 4 non è drammaticamente impegnativo, ma se vi rendete conto che diventa frustrante morire diciotto volte in un dato punto, potete ridurre il livello di difficoltà: a “Assistita”, il livello più basso, è praticamente uno sparatutto come Call of Duty. Selezionatelo solo se siete costretti, perché il bello di Resident Evil 4 è nella tensione costante allo stomaco mentre giocate, sapere che aprire quella porta può riservarvi sorprese sovrannaturali o esplosive; il brivido lungo la schiena quando sollevate quel velo e scoprite cosa succede in quella cucina. Il jump scare qua è la norma, ma non annoia.
I veterani del gioco originale si troveranno a casa: il remake è stato realizzato con rispetto e amore per il gioco del 2005, tenendo tutto quello che funzionava e modificando quello che oggi sembrerebbe superato e anacronistico a un giocatore moderno. Per esempio, il sistema di controllo è stato migliorato (anche se è possibile scegliere quello originale), e alcune battute del protagonista che erano davvero sopra le righe sono state riscritte. Anche l’ordine degli eventi e degli scontri con i boss è leggermente diverso, un pochino più logico, secondo la nostra opinione. Graficamente, il gioco è stato rifatto da zero con il nuovo “motore” dei Resident Evil più recenti (come Resident Evil Village, che peraltro ha molto in comune con il quarto episodio), e visivamente il gioco sulle console più recenti e i PC più performanti è un vero spettacolo.
Resident Evil 4 è disponibile per PC, Xbox Series X|S e One, PlayStation 4 e 5. È completamente tradotto in italiano e ha un PEGI età consigliata 18+.