L’imprevedibile catastrofe che ci ha segnati per sempre

A quarant’anni dalla grande buzza, il racconto di colui che si trovò a coordinare i soccorsi
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
07.08.2018 05:05

La vita di Aldo Poncioni, pensionato, 84 anni, è racchiusa in tante agendine. Quando lo incontriamo, nella sua casa di Losone, ha davanti quella del 1978, aperta al mese di agosto. Per ogni data, con precisione certosina, ha annotato gli eventi della giornata: il riassunto di un'esistenza. L'inchiostro blu traccia appunti minuti, così piccoli che è quasi difficile leggerli. Solo nello spazio di lunedì 7 c'è un'indicazione che si distingue anche da lontano. È annotata in rosso, scritta in stampatello. «ALLUVIONE», recita. Un evento terribile e indimenticabile. Per tanti ticinesi (e non solo), ma soprattutto per lui, che in quei giorni aveva sulle spalle un incredibile carico di responsabilità. Riuniva infatti, in una sola persona, i ruoli di comandante della Polizia comunale e dei Pompieri di Locarno, di comandante del Consorzio di protezione civile, di capo sezione militare e di responsabile della Colonna di soccorso del Club alpino svizzero. In quelle vesti ha dovuto affrontare una catastrofe che – oltre ad aver provocato cinque morti nel solo Locarnese – ha cambiato il modo di fare soccorso e di gestire la Protezione civile.

L'approfondimento completo alle pagine 2 e 3 del Corriere del Ticino.