Ticino

L’influenza è tornata a colpire: «Il picco tra due-tre settimane»

Nei reparti dell’Ente ospedaliero cantonale si contano una quarantina di ricoverati, a cui si sommano 50 pazienti con il COVID - Mattia Lepori: «Attività intensa, ma per ora i numeri sono in linea con quelli dello scorso anno»
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
08.01.2025 06:00

Anche se con un po’ di ritardo, l’influenza è tornata a fare capolino. Nei reparti dell’Ente ospedaliero cantonale «i casi cominciano a crescere in maniera sostanziale», spiega in effetti il vice capo dell’area medica Mattia Lepori. «Attualmente - dice - ci sono una quarantina di ricoverati per complicazioni legate all’influenza, a cui si sommano i pazienti con il COVID». La situazione, assicura comunque il medico, è sotto controllo. «Abbiamo registrato un’attività consistente, specialmente nei Pronto soccorso, a cavallo tra Natale e Capodanno, complice anche la chiusura degli studi medici. Finora, però, il numero di casi si mantiene in linea con quelli dello scorso anno». Anche perché, spiega Lepori, «l’ondata influenzale è arrivata con circa due settimane di ritardo rispetto all’anno scorso e il picco dovrebbe arrivare tra due o tre settimane». Situazione simile anche alla Clinica Moncucco, dove i ricoveri collegati alle sindromi influenzali risultano in aumento. «L’ondata, benché in ritardo, è arrivata. Abbiamo diverse persone ricoverate, tra influenza, COVID e virus respiratorio sinciziale. Si tratta soprattutto di persone anziane o particolarmente fragili», commenta il direttore sanitario Christian Garzoni. Per ora, la situazione nei reparti appare stabile, «ma sicuramente i casi sono destinati a salire nelle prossime settimane, visto che siamo appena all’inizio dell’ondata influenzale».

Non sembra più «pesante»

Per capire quale sarà l’evoluzione, sottolineano i due esperti, toccherà attendere ancora qualche settimana. Dalle prime avvisaglie, dice però il dottor Lepori, non sembra essere un’influenza più ‘‘pesante’’ rispetto al passato: «Il numero delle persone ricoverate si mantiene per il momento in linea con quello degli anni scorsi. Tuttavia, occorrerà osservare l’andamento delle prossime settimane per capire se questa prima impressione verrà confermata». Per quanto riguarda invece le infezioni da coronavirus, attualmente all’EOC risultano ricoverate una cinquantina di persone. «Abbiamo registrato un picco di ospedalizzazioni nella terza settimana di ottobre, quando abbiamo toccato la soglia di cento pazienti ricoverati», sottolinea Lepori. «Da lì la curva è tornata ad abbassarsi progressivamente. Al momento, in Ticino, COVID e influenza circolano in egual misura».

Buone notizie in pediatria

Buone notizie arrivano intanto dai reparti pediatrici. A differenza dello scorso anno, infatti, i bambini ricoverati a causa delle complicanze dovute al virus respiratorio sinciziale (RSV) sono in netta diminuzione. «Contiamo diversi bambini con l’influenza, ma anche con virus gastrointestinali. Non abbiamo comunque avuto finora casi gravi o che necessitassero un trasferimento oltre San Gottardo», spiega il dottor Giacomo Simonetti, primario dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana. «Sicuramente, per quanto riguarda l’RSV, un grande aiuto ci è arrivato dall’anticorpo monoclonale che è stato somministrato ai neonati». Non a caso, tra i ricoverati con il virus sinciziale non ci sono stati lattanti. «Abbiamo avuto alcuni casi di bambini di un anno d’età, perché per loro non era prevista la vaccinazione. Si è trattato comunque di casi non critici con sintomatica lieve», dice Simonetti. Anche in questo caso, il picco non è stato ancora raggiunto: «Come per l’influenza, siamo in ritardo di qualche settimana. Finora comunque, nonostante una certa sollecitazione specialmente per il Pronto soccorso, la situazione è gestibile e la disponibilità di posti è buona in tutte le sedi dell’EOC».