L’infondata accusa di antisemitismo rivolta a Greta Thunberg
Negli ultimi giorni l’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg sta facendo parlare di sé sui social network, ma questa volta non per le sue proteste ambientaliste.
Thunberg, infatti, venerdì scorso è stata accusata da diversi utenti della Rete di antisemitismo dopo aver pubblicato una foto in sostegno del popolo palestinese e, soprattutto, perché nell’immagine era presente anche un peluche a forma di polpo, ritenuto il richiamo a un simbolo della propaganda antisemita. Ma si tratta di un equivoco.
L’accusa sbagliata
Uno dei primi utenti ad aver accusato Thunberg aveva definito il peluche un «Kraken», ovvero una figura mitologica scandinava marina simile a un cefalopode che, con i suoi tentacoli, causerebbe danni ai marinai e alle loro imbarcazioni. Il Kraken è stato poi ripreso storicamente dalla propaganda antisemita per descrivere gli ebrei come delle piovre, che proprio attraverso i tentacoli sarebbero in grado di controllare gli affari, i media, il potere e più in generale di influenzare la società. Attraverso questo peluche, quindi, secondo chi l’ha accusata, Greta Thunberg avrebbe voluto mandare un messaggio in codice di avversione nei confronti degli ebrei, quello che viene definito un dog whistle.
In realtà, il pupazzo in questione è uno strumento utilizzato dalle persone affette da autismo, sindrome di Asperger (come la stessa Thunberg), o disturbo da deficit di attenzione iperattività (ADHD) per facilitare la comunicazione delle emozioni, dal momento che hanno difficoltà a comprendere gli stati d’animo degli altri o a parlare dei propri sentimenti. Il peluche, infatti, permette alle persone di esprimersi senza dire una parola, perché è composto da due lati rovesciabili che mostrano due sentimenti opposti: felicità e rabbia (o tristezza). Anche nel libro per bambini Leo and the Octopus, pubblicato nel 2021, il polpo è la figura che aiuta il protagonista, un ragazzo autistico, a esprimere i propri sentimenti e a trovare un amico.
A causa dell’equivoco, Thunberg ha rimosso il post originale e ripubblicato la stessa foto, ma senza che si vedesse il peluche. L’attivista ha infatti spiegato che non aveva idea che il polpo fosse un simbolo antisemita, e che quel peluche è appunto uno strumento che facilita le persone autistiche ad esprimere i propri sentimenti.