Guerra

L'intelligence russa e quella pratica diffusa: reclutare adolescenti per scatenare il panico in Europa

Come ripicca per il sostegno occidentale all'Ucraina, il GRU cercherebbe di convincere con la promessa di ingenti somme di denaro e altri beni di lusso ragazzi in difficoltà economiche a condurre attacchi terroristici e azioni di sabotaggio nel Vecchio Continente
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Red. Online
12.04.2025 23:00

Quella del GRU, servizio di intelligence russo, sembrerebbe essere una pratica largamente diffusa e ben rodata: arruolare adolescenti con il compito di scatenare il panico in Paesi stranieri mediante atti di terrorismo e di sabotaggio. Sullo sfondo, come sempre, la guerra in Ucraina e la volontà da parte del Cremlino di affievolire il sostegno a Kiev mediante azioni di ripicca. Il discorso, detto altrimenti, è: «Fornite appoggio a Zelensky? Bene, allora noi creiamo scompiglio sul vostro suolo nazionale».

Negli ultimi due anni, in effetti, centri commerciali, magazzini, cavi sottomarini e ferrovie in tutta Europa sono stati colpiti in quella che il Center for Strategic & International Studies definisce un'azione volta a seminare il caos.

Che cosa sia a convincere giovani ucraini a effettuare attacchi per conto della Russia non è ben chiaro e ha spinto le autorità di Lituania, Lettonia e Polonia a interrogarsi. Gli inquirenti lituani ritengono comunque che a muovere questi ragazzi siano motivazioni di tipo economico. Il mese scorso, Arturas Urbelis, procuratore capo lituano, li ha descritti come «giovani chiaramente privi di esperienza di vita» e che, a causa della guerra in Ucraina, «si sono trovati in una situazione materiale difficile». Egli ha quindi aggiunto che forse «non hanno compreso l'obiettivo finale» di coloro che, nascosti dietro alias sui social media, hanno commissionato e guidato il loro lavoro.

Le persone reclutate dal GRU «ovviamente non sono professioniste», dal momento che vengono facilmente catturate e spesso si trovano in difficoltà finanziarie e sono attratte da «offerte di denaro facile e veloce» sostiene dal canto suo Darius Jauniskis, direttore uscente del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato lituano. Egli precisa poi che le agenzie russe di intelligence alla ricerca di reclute sui social media «gettano una rete da pesca per vedere chi vi rimane impigliato».

La storia di Daniil Bardadim

A finire nella rete del GRU quale sabotatore sarebbe stato anche Daniil Bardadim, rifugiato ucraino di 17 anni senza lavoro di cui il New York Times ricostruisce la vicenda. Il giovane è cresciuto a Kherson, città prevalentemente russofona nell'Ucraina meridionale che, prima dello scoppio della guerra, ospitava molti residenti che guardavano con favore alla Russia. A convincerlo sarebbe bastata l'offerta, ricevuta all'inizio dell'anno scorso mentre si trovava a Varsavia, di una BMW e di circa 11.000 dollari in contanti. Le promesse fatte al ragazzo, tuttavia, non sono state del tutto onorate: se è vero che Daniil l'automobile del famoso marchio tedesco l'ha ricevuta, ache se vecchia, i soldi invece non li ha mai visti. Insomma, a motivare il ragazzo non sembrano essere stati motivi ideologici. A confermarlo è l'ufficio del procuratore generale della Lituania che sostiene di non essere in possesso di «informazioni che indichino che l'imputato abbia opinioni filo-russe».

A reclutare Daniil è stata, secondo gli investigatori lituani, una rete russa sotterranea diretta dal GRU e da altre agenzie russe.

Nonostante la mancata ricezione degli 11.000 dollari promessi, il giovane ha comunque deciso di portare a termine la propria missione. Ecco allora che Daniil è accusato di aver piazzato, lo scorso maggio, un ordigno incendiario in un negozio Ikea di Vilnius che ha poi preso fuoco nella notte. Per preparare il colpo, lo scorso aprile il giovane ha attraversato il confine tra Polonia e Lituania e ha fatto un sopralluogo su possibili obiettivi per il suo attacco tra cui negozi Ikea a Siauliai e Vilnius. Il ragazzo è quindi rientrato a Varsavia da dove è poi ripartito alla volta di Vilnius per piazzare, l'8 maggio, un ordigno incendiario nel reparto biancheria da letto dell'Ikea. La bomba è stata fatta esplodere grazie a un timer la mattina del 9 maggio, giorno che la Russia celebra come il «Giorno della Vittoria», in ricordo del trionfo sovietico sulla Germania nazista nel 1945. Le tempistiche dell'attacco non sembrano dunque casuali e potrebbero suggerire che, a detta della Russia, i Paesi baltici stiano sostenendo i nuovi nazisti.

Tre giorni dopo, a Varsavia, un misterioso incendio che gli investigatori polacchi ora ritengono sia stato causato da sabotatori reclutati dalla Russia ha distrutto il più grande centro commerciale della città. La Polonia ritiene che Daniil, partito da Vilnius per Varsavia la notte dell'operazione all'Ikea, possa essere stato coinvolto.

Daniil è poi stato arrestato mentre si trovava su un autobus  che lo stava portando dalla Lituania alla vicina Lettonia. Al momento del fermo, tra gli effetti personali del ragazzo sono stati trovati dispositivi incendiari che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati utilizzati in un altro attentato incendiario nella capitale lettone, Riga. Contattata dal quotidiano statunitense, l'avvocata del giovane, Renata Janusyte, non ha voluto rilasciare dichiarazioni riguardo alle accuse mosse contro il proprio assistito.

Oggi Daniil si trova in carcere in Lituania dove deve rispondere di diverse accuse tra cui quella di terrorismo. Secondo l'accusa, aveva complici in Lituania, tra cui un suo connazionale ucraino, che avrebbe collaborato all'attacco all'IKEA e che nel frattempo è stato arrestato in Polonia.

Il quotidiano statunitense ha provato a contattare la madre del ragazzo, ancora residente a Kherson, che però, proprio come l'avvocata del figlio, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. 

«La terza Guerra mondiale è già iniziata»

Tra il 2023 e il 2024 il numero di attacchi russi su suolo europeo è quasi triplicato, spiega sempre il New York Times. Nel Vecchio Continente, insomma, sarebbe in corso una guerra ombra. Anzi, la terza Guerra mondiale secondo Darius Jauniskis. «Siamo già entrati in una zona di guerra in Europa», ha detto Jauniskis. «L'obiettivo della Russia è creare scompiglio, sfiducia e panico e minare il sostegno pubblico all'Ucraina. Benvenuti nella terza Guerra mondiale».

Lo sconcerto regna soprattutto negli Stati vicini alla Russia, come la Polonia e i Paesi baltici. «La guerra ombra in Lituania e altrove dimostra che Putin è pronto e in grado di agire oltre i confini del suo Paese», ha affermato Gabrielius Landsbergis, ex ministro degli Esteri lituano. «La convinzione che l'intento aggressivo della Russia non si estenda oltre l'Ucraina – ha aggiunto – è solo un pio desiderio».

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