L’intelligenza artificiale modellerà anche la finanza

Nessuno sa quante DeepSeek ci siano. Per questa ragione il crollo di diversi titoli tecnologici americani, quando un paio di settimane fa è emersa l’esistenza di un concorrente cinese più a buon mercato nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), rappresenta un campanello d’allarme per gli investitori. Ne è convinto Romain Pasche, responsabile dell’allocazione degli attivi presso EFG International, gruppo bancario zurighese che alcuni anni fa ha assorbito la ticinese BSI. A suo avviso la parola d’ordine è diversificazione, perché nessuno è in grado di dire quante altre realtà simili a Deepseek esistano. Nvidia, per esempio, perse in un solo giorno 600 miliardi di dollari di capitalizzazione.
«L’intelligenza artificiale è un mega argomento da mesi, che interessa molto i nostri clienti», spiega l’esperto in un’intervista al portale finews.ch. Per anni i corsi delle azioni dei cosiddetti magnifici sette (Apple, Nvidia, Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta e Tesla) si sono mossi solo in una direzione, verso l’alto, il che significa che ora dominano il mercato nel suo complesso. Il risultato è che in alcuni casi nei portafogli la concentrazione di questi valori è elevata e vi è di conseguenza un enorme rischio da mitigare attraverso la diversificazione».
«Già qualche tempo fa - mesi prima dell’episodio DeepSeek - abbiamo iniziato a consigliare urgentemente ai clienti una maggiore diversificazione», afferma lo specialista. «Inoltre, per noi era diventato sempre più difficile giustificare analiticamente i prezzi estremamente elevati delle azioni con argomenti ragionevoli». In alternativa ai giganti tecnologici statunitensi entrano in gioco le small e mid cap americane, che Pasche non considera sopravvalutate.
Tra vincitori e vinti
DeepSeek - l’azienda cinese che a quanto pare è in grado di produrre software di intelligenza artificiale a costi molto più bassi rispetto ai suoi concorrenti statunitensi, cosa che quindi necessita di meno chip - ricorda a tutti che anche i rischi di concentrazione possono concretizzarsi. «Nessuno sa quante altre DeepSeek ci siano là fuori». Anche nel settore dell’IA «vi saranno vincitori e vinti». Se l’intelligenza artificiale diventerà davvero molto più economica, le aziende che utilizzano le relative applicazioni ne trarranno vantaggio.
L’orgoglio cinese
Pechino punta comunque sulla tecnologia. «L’IA è stata dichiarata strategicamente importante dal governo già in una fase iniziale», ha dichiarato, sempre a finews.ch, Marc Lussy, esperto di tecnofinanza con trascorsi presso UBS e docente in un’università cinese. «La robotica e le auto a guida autonoma sono strettamente legate a questo aspetto. Il basso tasso di natalità rappresenta una sfida, una maggiore produttività è essenziale. L’IA giocherà quindi inevitabilmente un ruolo chiave in Cina. Il Paese è più digitale del resto del mondo, dai pagamenti all’Internet delle cose». Deepseek innescherà una nuova dinamica, in quanto il modello può essere scaricato anche su computer più piccoli: in questo modo si elimina la necessità di una connessione online permanente. Questo avrà ripercussioni anche nella Confederazione. «La dinamica dell’intelligenza artificiale si accelererà nel settore finanziario. O per dirla in modo acuto: DeepSeek cambierà la piazza finanziaria svizzera. Credo che il settore finanziario elvetico si concentrerà maggiormente sul servizio ai clienti, piuttosto che sulla gestione di prodotti e portafogli. L’assistenza ai clienti avverrà sempre più in forma ibrida, mentre la gestione del portafoglio e la selezione degli strumenti di investimento potrebbero essere gestite interamente dall’IA».
C’è però un rischio latente che è il possibile controllo dei dati di DeepSeek da parte del governo cinese che notoriamente non è di stampo liberaldemocratico e questo rischio potrebbe frenare lo sviluppo di questo chatbot in Occidente. Per l’esperto l’affermazione di DeepSeek dipende dalla qualità delle risposte e dalla sua economicità rispetto alla concorrenza. «Un blocco, in particolare da parte degli Stati Uniti, è possibile, ma probabilmente sarà guidato principalmente dagli interessi economici dei giganti tecnologici statunitensi. La diffusione non può essere impedita. Circa dieci modelli di IA cinesi sono attualmente in competizione con DeepSeek - e questo è solo l’inizio. Se i dati sulle prestazioni comunicati saranno confermati, difficilmente l’Occidente potrà fare a meno di questo o di altri modelli cinesi comparabili, perché ciò significherebbe uno svantaggio competitivo», afferma Lussy che taccia di «ipocrisia» le accuse di OpenAI a DeepSeek di avere usato i suoi dati . «OpenAI stessa è nota per aver raccolto enormi quantità di dati da internet, ignorando i diritti di proprietà intellettuale e utilizzando anche contenuti provenienti da dati personali, social media e codici sorgente degli sviluppatori per addestrare i suoi modelli», conclude il professionista.