Lo chalet in piazza Cioccaro? È grande, ma non irregolare

Tra prosecco, fondue e vin brûlé, la polemica in centro a Lugano è stata servita. Stiamo parlando della struttura di legno posata da Gabbani in piazza Cioccaro, davanti a Palazzo Riva. Che sta facendo molto discutere ma, stando ai primi elementi raccolti, sembrerebbe essere in regola.
A sollevare il dubbio che lo chalet fosse fuori norma sono state tre lettere di protesta indirizzate al Municipio, di cui una firmata dai proprietari di Palazzo Riva, gli avvocati Wicki. Secondo i quali la costruzione oscura il palazzo storico e i negozi della piazza, oltre a non ossequiare il perimetro di rispetto del bene culturale. Sul tema, l’area progressista luganese (primo firmatario Aurelio Sargenti, PS) ha pure inoltrato, l’8 dicembre, un’interpellanza dal titolo «Uso privato spropositato del suolo pubblico: c’è chi può».
Il permesso speciale
L’Esecutivo cittadino ha deciso di approfondire la questione con l’ufficio giuridico. L’atto politico sarà evaso all’inizio della prossima settimana, in occasione della seduta di Consiglio comunale, così come sarà fornita risposta alle missive giunte in Cancelleria. Ma, stando a nostre informazioni, dai primi accertamenti giuridici emergerebbe che i termini del permesso speciale rilasciato a Gabbani siano stati rispettati.
Il manufatto di legno, è bene precisarlo, non ha nulla a che vedere con gli chalet del gusto in piazza della Riforma posati per il periodo natalizio. Rientra invece nell’ambito delle agevolazioni straordinarie introdotte nel 2020/2021 con l’obiettivo di sostenere gli esercizi pubblici cittadini durante e a seguito del periodo pandemico, che il Municipio di Lugano ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2024. Le misure prevedono la possibilità di estendere gratuitamente l’area pubblica autorizzata degli esercizi pubblici fino a un massimo del 30%, il mantenimento di un iter semplificato per l’autorizzazione alla posa di strutture temporanee, e la concessione di suolo pubblico per l’installazione di strutture temporanee della ristorazione nelle vicinanze degli esercizi pubblici.
Un caso che fa scuola
Gabbani ha pertanto beneficiato di un permesso speciale temporaneo che scade il 17 gennaio 2024. Se la struttura provvisoria fosse stata apertamente illegale, sarebbe stata rimossa. Ma, come detto, non sembra questo il caso. Nonostante lo chalet - lo ha ammesso il vicesindaco Roberto Badaracco ai microfoni di TeleTicino - sia effettivamente una presenza molto forte, che tutti ritenevano meno impattante una volta visionata la planimetria del progetto. Domenico e Francesco Gabbani, da noi contattati, hanno preferito non rilasciare alcun commento, salvo dispiacersi «per le continue polemiche».
La vicenda in corso ha sicuramente fatto sorgere delle riflessioni. Il Municipio di Lugano ha in previsione di rivedere le concessioni rilasciate agli esercizi pubblici. In più parti della città sarebbero infatti emerse situazioni in cui l’ampliamento della superficie concesso in via eccezionale sarebbe «sfuggito di mano», ostacolando in alcuni casi il passaggio pedonale e veicolare. Nel rilascio delle future autorizzazioni, maggiore attenzione sarà pure prestata al contesto pubblico circostante.
Tornando in centro città, una delle questioni sollevate dall’interpellanza presentata da Sargenti sembra essersi risolta. Per garantire il passaggio pubblico sotto il porticato attraverso il quale si accede alla Prosciutteria da Lino - pure di proprietà di Gabbani, che per il periodo natalizio ha posato delle pareti di legno -, sono state rimosse le porte poste alle estremità e il transito pedonale è stato agevolato.