Lo sgombero dei senzatetto a Milano Malpensa fa discutere
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Il fenomeno, scrive VareseNews, è al contempo «storico» – nella misura in cui è radicato da anni – e problematico. Parliamo dei senzatetto all'aeroporto di Milano Malpensa, a pochi passi dal Ticino e, quindi, utilizzato anche da molti viaggiatori ticinesi. La scorsa settimana, a partire dalle 18 di giovedì, è scattata l'espulsione delle persone senza fissa dimora che avevano fatto del Terminal 1 la loro «casa». Nella prima fase, è stata impegnata poco meno di una sessantina di agenti fra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. All'indomani, gli agenti erano invece una trentina. L'obiettivo? Svuotare del tutto l’aeroporto: quando manca un anno alle Olimpiadi di Milano-Cortina, lo scalo vuole presentarsi pulito e senza problemi.
Ma chi sono, davvero, questi abitanti silenziosi e per certi invisibili dell'aeroporto? Dietro, scrive sempre VareseNews, ci sono problematiche differenti. C'è chi ha vissuto, di recente, storie di marginalità e chi, invece, da tempo vive in strada. Non mancano problemi psichiatrici e comportamenti violenti. «La maggior parte di loro è relativamente tranquilla, altri non proprio» ha commentato un'operatrice aeroportuale. Le associazioni attive in aeroporto e sul territorio, leggiamo, hanno criticato con forza la decisione di agire in maniera così massiccia. In passato, infatti, gli allontanamenti dei senzatetto erano mirati. Secondo le associazioni, con lo sgombero si rischia di buttare all'aria un lento e difficile lavoro di mappatura di queste persone. Un lavoro volto, fra l'altro, all'individuazione di percorsi di reinserimento. «Questa azione non risolve il problema» hanno spiegato dopo lo sgombero i referenti della rete di associazioni di Busto Arsizio che lavorano con i senzatetto. «Alcuni si sono tenuti lontani durante le operazioni, altri comunque torneranno a Malpensa». La Croce Rossa di Gallarate, dal canto suo, ha chiarito di aver mantenuto una presenza la sera dello sgombero «perché ha l’umanità tra i suoi principi» e, ancora, perché è vicina alla «fragilità degli ultimi» ma «senza porsi da una parte o dall’altra».
Le forze dell'ordine, va detto, hanno agito con equilibrio tanto da guadagnarsi i complimenti del prefetto competente. Anche alcuni senzatetto hanno sottolineato le modalità tutto fuorché aggressive usate durante lo sgombero. La critica, semmai, è a monte. Della serie: come se bastasse allontanare queste persone per risolvere, appunto, un fenomeno storico e di difficile lettura. Tant'è che, sottolinea una volta di più VareseNews, alcuni senzatetto nel frattempo sono già tornati a Malpensa. D'altro canto, detto dell'umanità e della delicatezza della situazione, non sono poche le segnalazioni che insistono sul comportamento aggressivo di alcuni senzatetto. L'operatrice aeroportuale intervenuta su VareseNews ha spiegato: «Essere poveri, perdere lavoro e casa non sono una scelta ma una situazione in cui chiunque potrebbe ritrovarsi però, è anche vero, che questo non può essere una scusante per qualsiasi comportamento». L'operatrice ha segnalato l'uso scorretto e irrispettoso di alcuni spazi, come i bagni per disabili e le nursery occupati come fossero camere da letto e lasciati all'indomani sporchissimi. Negli anni, l'aeroporto è stato teatro altresì di diverse aggressioni al personale, in particolare quello addetto alle pulizie. Parliamo, del resto, delle figure che più di tutte hanno a che fare con i senzatetto.
Concludendo, appare difficile garantire l'aiuto ai più fragili e, parallelamente, garantire la sicurezza di chi lavora in aeroporto. L'aeroporto, di per sé, è una costola della città di Milano. E le fragilità che emergono da Malpensa, in fondo, non si discostano da quelle che vive il capoluogo lombardo.