Locarno a caccia di idee per commemorare il suo Patto
Manca oltre un anno, ma la Città intende prepararsi al meglio per festeggiare il centesimo anniversario del Patto di Locarno. Il Municipio, infatti, ha appena pubblicato un invito, aperto a chiunque, sollecitando la presentazione di progetti dedicati alla commemorazione di quella conferenza che, dal 5 al 16 ottobre 1925, aveva dato una particolare risonanza alla «Regina del Verbano» in tutto il mondo.
Proprio da quelle giornate è poi scaturito lo «spirito di Locarno», atteggiamento di collaborazione tra le nazioni europee. E così, un secolo dopo, la municipale della Sinistra Unita Nancy Lunghi immagina di mettere a punto, per il 2025, «una manifestazione di notevole rilevanza e di livello internazionale, non solo per il suo significato storico, ma anche per il suo tema centrale: la pace. Un argomento di grande attualità e oggi necessario più che mai», spiega la capodicastero socialità, cultura ed eventi al Corriere del Ticino.
A tutto campo
Da qui l’appello per andare «a caccia» di idee. «Apriamo a chiunque con l’intenzione di raccogliere più proposte possibili. Queste saranno poi valutate per capire se e come sia possibile integrarle nel programma ufficiale, così da avere un calendario coordinato con le proposte, evitando le sovrapposizioni», continua la 33.enne.
Una commemorazione, però, che non per forza dovrà essere limitata alle date «culmine», cioè dal 5 al 16 ottobre. «Ci saranno eventi su tutto l’arco dell’anno, dall’inizio alla fine. Anche perché il Patto di Locarno vero e proprio è stato firmato il 1. dicembre 1925 a Londra. Confido sul fatto che le proposte saranno molte e parecchio diversificate, ecco perché vogliamo allestire un calendario dedicato a questo particolare anno».
Un anno che mira alla pace. E chissà che un evento come quello di cento anni fa non possa essere replicato, riportando in auge quello «spirito» che, almeno secondo la situazione attuale nel mondo, sembra essersi spento.
Replica in vista? Chissà?
«Non vorrei fare promesse irrealizzabili», premette sul tema Lunghi. «Ma siamo aperti al dialogo e speriamo di riuscire a far riflettere sulla situazione di oggi, oltre alla questione storica, alfine di far comprendere i conflitti in corso, creando nel contempo opportunità per importanti ragionamenti e dibattiti. È chiaro che per una potenziale ‘replica’ di un evento del genere si rende necessaria anche la volontà della Confederazione, oltre a buone relazioni con i rappresentanti del Dipartimento degli affari esteri, i quali riescono poi a instaurare rapporti con altre nazioni. Data la sua importanza, nel gruppo strategico che si occupa della celebrazione abbiamo identificato una persona che lavora a stretto contatto con il consigliere federale Ignazio Cassis, in modo da facilitare il coinvolgimento di rappresentanti delle nazioni allora firmatarie». Patto di Locarno vuol dire anche pensare ai luoghi simbolo dell’epoca. Come il pretorio, dove si erano tenuti gli incontri, oppure il Grand Hotel.
Cantieri in corso
«Entrambi gli edifici, l’anno prossimo saranno dei cantieri e sarà difficile organizzare qualcosa al loro interno», riprende Lunghi. «Il nostro obiettivo, tuttavia, è rendere visibile il centenario nei luoghi pubblici: abbiamo in programma di rinnovare i totem sparsi per la città e, inoltre, stiamo pensando di realizzare una serie di gigantografie con gli scatti dell’epoca, allestendo così una sorta di mostra all’aperto».
Spunta un premio
In occasione del cinquantesimo del patto, nel 1975, lo scultore Remo Rossi aveva donato il suo «Toro» (opera che, nelle parole dello sculture, «esprime alla città l’augurio di una vita sempre foriera di fertilità e di progresso»), ora collocato nei Giardini Rusca, dedicati appunto al sindaco che cinquant'anni prima aveva accolto le delegazioni. Si vedrà qualcosa del genere anche nel 2025? «Non abbiamo ancora ricevuto proposte da artisti disposti a fare donazioni o a richiedere un patrocinio, ma abbiamo già iniziato a riflettere su un progetto a lungo termine. Intendiamo istituire un premio destinato a studiosi che hanno dedicato il loro lavoro al tema della pace».
Un riconoscimento destinato a durare e che, almeno secondo le intenzioni allo stato attuale, sarebbe assegnato a cadenza biennale. «Un’iniziativa che vorremmo mantenere per promuovere il dialogo sulla pace nel lungo termine», conclude la municipale.