Cinema

Locarno Film Festival, il poster ufficiale è opera di Wolfgang Tillmans

La ricetta dell'artista tedesco: la fotografia di un leopardo sdraiato su un albero scattata in Kenya, due guanti in finta pelliccia leopardata e una vecchia stampante
© Wolfgang Tillmans
Red. Online
26.03.2025 23:59

Un leopardo tra i rami, in una vorticosa astrazione dai riflessi gialli e viola. È questa l'immagine della 78. edizione del Locarno Film Festival, che si terrà dal 6 al 16 agosto 2025. È stato l'artista tedesco Wolfgang Tillmans a firmare il poster ufficiale.

Tillmans ha prodotto il poster per il Locarno Film Festival con una tecnica sperimentale che parte dall’utilizzo della fotocopiatrice per dare all’immagine un effetto sfocato, elaborando una composizione che rinvia alle astrazioni della prima era digitale. Attraverso una palette di colori psichedelica, l’opera rende omaggio all’estetica impressionista e astratta dei manifesti del Festival degli anni Ottanta e Novanta, e al contempo offre un’audace rivisitazione dell’universo visivo a cui appartiene il leopardo più iconico del cinema.

© Wolfgang Tillmans
© Wolfgang Tillmans

Come è stato realizzato

Wolfgang Tillmans è partito dalle linee guida, che gli sono sembrate «stranamente specifiche»: «Il poster per Locarno deve rappresentare un leopardo e contenere il colore giallo». Ma dopo una lunga sessione notturna nel suo studio, lo scorso mese di gennaio, «ero felice di aver risposto alle richieste con una ricetta ancora più singolare, fatta di tre ingredienti: sulla lastra di vetro della mia vecchia stampante laser ho assemblato la fotografia di un leopardo sdraiato su un albero, scattata in Kenya sette anni fa, e due guanti in finta pelliccia leopardata, che ho cucito io stesso ad appena sedici anni. La fotocopiatrice esegue la scansione in quattro passaggi per i quattro colori CMYK, e quindi, spostando ripetutamente la foto e i guanti durante il processo, ho fatto in modo che nella stampa finale dominasse il giallo, mentre gli altri colori risaltavano lungo i bordi».

Le potenzialità inesplorate del cinema

Maja Hoffmann, presidente del Locarno Film Festival, spiega che «il poster di quest’anno è un omaggio all’immaginazione che riflette lo spirito audace, sensibile e dinamico del cinema». Nella sua opera, Tillmans «sfuma i confini tra la realtà e l’astrazione. Come il cinema stesso, il suo lavoro esplora gli strati della percezione con una sensibilità che sfida le convenzioni. Sono grata a Wolfgang – prosegue Hoffmann – per aver creato un’opera d’arte che diventerà inevitabilmente un invito e la porta d’accesso alla prossima edizione del Festival, una manifestazione nota per promuovere il cinema indipendente, l’arte cinematografica, le nuove voci e l’innovazione. Il Locarno Film Festival celebra il potere della narrazione, la creatività e la diversità, e continua a esplorare la bellezza delle immagini a tutti i livelli».

Il direttore artistico, Giona A. Nazzaro, descrive l'opera di Wolfgang Tillmans come «sensuale»: «Ci ricorda le potenzialità inesplorate del medium cinematografico e del cinema stesso, e al contempo prova a immaginare una realtà inedita in cui la creatività si dispiega in forme, linguaggi e colori nuovi. In questo inedito universo fluido tutto è ancora possibile, e nuove combinazioni oniriche di riflessi e forme si combinano per lasciare spazio alla speranza. Attraverso la sua visione, Wolfgang Tillmans ci offre l’immagine di un mondo in cui possiamo ancora vivere e creare insieme».

Tra gli artisti più influenti e prolifici del nostro tempo, Wolfgang Tillmans ha ridefinito il modo in cui percepiamo le immagini e la realtà, attraverso una pratica che oltrepassa i confini tradizionali del mondo dell’arte, influenzando profondamente la musica contemporanea e la cultura pop. Il suo approccio coniuga uno sguardo intimo e vivace, un forte impegno sociale e un continuo interrogarsi sui valori e le gerarchie esistenti. Un pervasivo senso di curiosità muove l’artista nel tentativo di ampliare gli orizzonti poetici del medium fotografico, portando avanti la riflessione su cosa significhi creare immagini in un mondo ormai dominato dalla cultura visuale.
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