Pardo

Locarno Film Festival senza restrizioni «ma pronti al piano b»

Il presidente Marco Solari presenta la 75sima edizione del Pardo: «Gli anniversari sono inutili se non si guarda al futuro, per questo puntiamo sui giovani»
Mattia Sacchi
07.07.2022 06:00

«Chi pensa che il Pardo sia solo sedersi a guardare un film in Piazza Grande ha probabilmente perso il treno. Da un bel po’». È lapidario Marco Solari nel parlare, durante la conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio alla libreria cantonale di Bellinzona, della visione che c’è dietro il Locarno Film Festival. Che quest’anno, dal 3 al 13 agosto, festeggia la sua 75sima edizione: cifra senz’altro importante, ma che non colpisce più di tanto il suo presidente. «Gli anniversari sono inutili se nel frattempo non si guarda avanti – commenta Solari -. Ovviamente avremo modo di celebrare questa ricorrenza, ma i nostri sforzi principali si sono concentrati in altre direzioni che definiranno il Festival del futuro, a partire dalla digitalizzazione e i social. Progetti frutto del lavoro di una squadra giovanissima, che dalle grafiche dei manifesti agli eventi collaterali ha dimostrato di saper ripensare alla fruizione del cinema da parte delle nuove generazioni».

Lo stesso Brunschwig conferma l’importanza dell’interazione proattiva con i giovani, più che mai protagonisti di questa edizione: «Questi anni di restrizioni hanno dimostrato come sia cambiato il modo di guardare film e documentari, oltre alla realizzione degli stessi. Abbiamo voluto analizzare queste nuove esigenze per potenziare il coinvolgimento dei giovani: dai Pardi di Domani (dove nella sezione speciale fuori concorso “Let’s make something!” sarà proiettato il cortometraggio «Lorem Ipsum» del cineasta ticinese Ben Donateo, realizzato presso la sede del Corriere del Ticino e il Centro Stampa a Muzzano, ndr) al Concorso Cineasti del presente i talenti svizzeri e internazionali hanno da diversi anni la possibilità di esprimere le loro qualità. Ma anche con la Locarno Academy e il BaseCamp portiamo tanti giovani in un contesto unico. Siamo inoltre particolarmente fieri della residenza per cineasti, i quali saranno accompagnati nella realizzazione del loro primo lungometraggio. Questo genere di riflessioni ci hanno portato anche a realizzare una piattaforma, in collaborazione con Swisscom, per rendere i contenuti di Locarno fruibili anche al di fuori del Festival, rendendoli accessibili a milioni di svizzeri».

Un Festival senza restrizioni

A proposito delle restrizioni sopracitate, quest’anno Piazza Grande vedrà un ritorno alla normalità. La prenotazione, introdotta durante la pandemia, non sarà infatti più necessaria. Nei 13 cinema della città, a cui quest'anno si aggiunge il Cinema Otello di Ascona, la prenotazione sarà obbligatoria ma il posto in sala potrà essere scelto sul momento. Questo non vuol dire che non si stia monitorando con attenzione l’esponenziale aumento dei contagi. «In questi anni abbiamo acquisito un po’ di esperienza sugli scenari e le incognite che la situazione pandemica può riservare – commenta Brunschwig al Corriere del Ticino -. Siamo quindi pronti a seguire le eventuali disposizioni delle autorità cantonali e federali, con le quali siamo in costante contatto. L’impressione è che la situazione sia comunque sotto controllo e non dovrebbero esserci modifiche sostanziali: se qualcuno comunque si sentisse più sicuro ad indossare la mascherina durante i nostri eventi potrà farlo senza alcun problema». Insomma, si guarda al futuro con ottimismo.

Caro Pardo ti scrivo...

Un futuro che sarà rappresentato anche da alcune cartoline realizzate, sottoforma di cortometraggio, da cineasti del calibro di Bertrand Mandico e Nadav Lapid e da registi svizzeri emergenti, ma soprattutto dal regista svizzero Fredi Murer, che omaggerà il Pardo con un progetto speciale. Non c’è però cartolina senza un francobollo adeguato: non è un caso quindi che, in collaborazione con La Posta, il Festival lanci Swiss Crypto Stamp 2.0: una serie speciale di crypto-francobolli legati a brevi frammenti cinematografici realizzati dalle autrici e autori più interessanti fra le nuove leve svizzere. Non è l’unica collaborazione che vedremo a Locarno, che quest’anno vede un importante supporto sia da parte delle istituzioni, con il Gran Consiglio che nel 2020 ha approvato l’aumento del contributo economico, che da partner privati, a partire da Swatch che diventerà uno dei main partner della manifestazione. «Sono contributi importanti, che portano il budget a 17 milioni di franchi e sottolineano l’importanza della cultura in questo particolare periodo storico – commenta Marco Solari -. Ma che allo stesso tempo ci ricordano quanto ogni aiuto vada meritato, facendo in modo che la kermesse mantenga la grande qualità e la rilevanza culturale che la contraddistigue riuscendo allo stesso tempo a essere un momento di incontro e di confronto per tutti, facendo conoscere un lato inaspettato della Svizzera italiana».

Per una Piazza Grande ci vogliono grandi film

Collaborazione e progetti, attuali e futuri. Ma i protagonisti rimangono i film, presentati dal direttore artistico Giona Nazzaro. 105 prime mondiali e 3 prime internazionali, con tanto spazio alle registe (sette delle quali al concorso internazionale, ndr) e, rimanendo nel fil rouge di questa edizione, alle nuove leve: «I giovani rimangono una categoria sociologica astratta che non racconta niente se non si creano dei percorsi formativi intorno a loro. Cosa che il Pardo è attenta a fare, affidandosi al loro sguardo verso il mondo».

Chi arriva a Locarno si aspetta però di poter vedere in Piazza Grande i grandi film e i grandi protagonisti del cinema mondiale. E in entrambi i casi non rimarrà deluso. Già annunciati Kelly Reichardt, che riceverà il Pardo d’onore, Laurie Anderson, Gitanjali Rao, Jason Blum, Costa-Gavras e la star holliwoodiana Matt Dillon, nelle prossime settimane ci saranno ulteriori sorprese. Ad aprire le serate locarnesi Bullet Train, il nuovo film di David Leitch con protagonista Brad Pitt tratto dal best seller di Kōtarō Isaka, I sette killer dello Shinkansen. Tra le proiezioni più attese «Prologos» del regista lituano Mantas Kvedaravičius, ucciso a Mariupol lo scorso 30 marzo mentre stava girando un documentario, e la prima mondiale di «Skazka» del regista russo Aleksandr Sokurov. «Un film destinato a fare la Storia – assicura Nazzaro - non solo del Locarno Film Festival»

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