Florida

L’odio razziale dietro l’ennesima strage in America

Prima di compiere il suo piano, il ventenne ha chiamato i genitori chiedendo loro di diffondere un suo manifesto razzista in cui diceva di odiare i «n....i e di volerli uccidere»
© KEYSTONE (AP Photo/John Raoux)
Red. Online
27.08.2023 21:16

È l'odio razziale il movente della strage in un negozio di Jacksonville, in Florida. Lo ha confermato lo sceriffo T. K. Waters nel corso di una conferenza stampa.

L'uomo che ha ucciso tre persone in un negozio Dollar General a Jacksonville, voleva compiere una strage nel vicino campus della Edward Waters University, una piccola università afroamericana. È entrato armato nel negozio in abiti militari con giubbotto antiproiettile, maschera e guanti. Aveva un fucile d'assalto e una pistola con una svastica. Ha agito da solo e non c'erano indizi che facesse parte di un gruppo, riferisce lo sceriffo.

Il ventenne era stato segnalato per violenza domestica nel 2016 e l'anno dopo era stato ricoverato in una struttura psichiatrica.

Prima di compiere la strage, ha chiamato i genitori chiedendo loro di diffondere un suo manifesto razzista in cui diceva di odiare i «n....i e di volerli uccidere». Proprio dai genitori sarebbe partito l'allarme alle forze dell'ordine.

La strage è avvenuta nel giorno del quinto anniversario del Landing Shooting, la sparatoria avvenuta il 26 agosto 2018 a Jacksonville, a un torneo di videogame. Il killer, David Katz, aveva ucciso due persone, ferito una decina di altre e poi si era tolto la vita. Nei giorni scorsi i media locali avevano parlato dell'avvicinarsi dell'anniversario di uno degli episodi più tragici della città della Florida.

«È inaccettabile», ha dichiarato il sindaco della città, Donna Deegan, «Una sola sparatoria è di troppo, ma queste sparatorie di massa sono davvero difficili da sopportare».