L'ombrello di Altan

Ci attende un percorso di sacrifici e di rinunce e tutti dovranno dimostrare responsabilità. Anche tu, cetomedista del menga! Così mi ha intimato Asia, puntandomi da tergo un ombrello identico a quello terribile utilizzato o subìto dai personaggi delle vignette di Altan. I tempi sono grami ma anche farseschi: la «responsabilità collettiva e condivisa», che in epoche politiche più serie e produttive si chiamava «simmetria dei sacrifici», si è spappolata nell’istante stesso in cui il Consiglio di Stato ha annunciato le cifre dei risparmi per il risanamento dei conti cantonali. Che tenerezza sentire il ministro delle Finanze Christian Vitta evocare la metafora quasi da bianco Natale della boccia di neve che dalla cima della montagna rotola verso valle ingrossandosi sempre più, mentre fuori tutti già strillavano contro le misure presentate, compresi i partiti che siedono in Governo e il Morisoli del decreto Morisoli accettato dal popolo per il pareggio di bilancio entro il 2025, rafforzando quanto già sta scritto nella Costituzione. La mia amica microinfluencer del lago e «content creator» pensava d’impressionarmi con l’ombrello di Altan, ma non s’immagina in quale vespaio finiremo e quanto lavoro da tiktoker avrà davanti se per i suoi follower vorrà tenere un diario del cammino di sacrifici, più impegnativo di quello verso Santiago di Compostela dove c’è comunque un servizio per il trasporto dei bagagli. Qui nisba, ognuno si deve arrangiare e portare il suo carico. Sul battellino, fermi al porto comunale a pulire le bottiglie vuote di Barbera fatto col mulo dato il tempaccio che ha impedito di andare dall’altra parte del lago a sentire i solitamente inferociti amici di Caprino, ci siamo tolti il capriccio, a buon mercato, d’immaginare i prossimi mesi. La faccenda dei risparmi s’intreccerà con il risanamento della Cassa pensioni dello Stato, nei partiti e tra partiti ci sarà grandissimo casino, in Parlamento ognuno farà per sé, nelle piazze si darà addosso al Governo ladro, nelle urne il popolo sovrano dirà la sua in mezzo a posizioni che si faranno sempre più radicali anziché favorevoli alla concordanza per il famoso bene comune. Devo dire che persino il mulo, quello del Barbera, mi si sta radicalizzando. Forse Vitta avrebbe dovuto specificare se la responsabilità si prende prima o dopo i pasti e se è disponibile anche in supposta. È chiaro che non va messo tutto in conto al solo capo del DFE se le misure arrivano tardive in un pacchetto che sembra confezionato apposta per essere demolito. C’è una colpevolezza politica collettiva che s’è cumulata negli anni e dobbiamo pur ammettere che siamo tutti un po’ cialtroni, pretendendo sempre di più dallo Stato che vorremmo però snello e meno costoso. Aveva ragione Flaiano: la situazione politica è grave ma non è seria. Ci verrà conforto questa fine di settimana dalle elezioni federali? Asia ha passato un giorno intero a valutare i nomi sulle 33 liste e sottoliste di candidat* ticinesi al Consiglio nazionale, per poi finire a compilare la scheda senza intestazione di partito (così abbiamo evitato le rigature violente che quattro anni fa avevano rovinato il mogano del battellino). Poiché gran parte delle comparse non le conosceva ha effettuato lunghe ricerche sui social incappando nel video elettorale di un candidato ambientato al parco Ciani che ha bollato come penoso. Ma in democrazia c’è anche la libertà di farsi del male da soli: vale per chi vuol essere votato e vale per chi vota.