Londra la più colpita al mondo dall’inquinamento prodotto dagli aerei

Quello dell’inquinamento ambientale prodotto dall’aviazione è un problema noto e al quale lo stesso settore sta cercando delle soluzioni per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Particolarmente interessata alla lotta contro le emissioni degli aerei potrebbe essere Londra, almeno sulla base di quanto emerge dal «2024 Airport Tracker», studio che analizza l’impatto, in termini di inquinamento atmosferico, prodotto dalla presenza di aeroporti nelle più importanti città del mondo. In base ai risultati dello studio, di cui dà notizia il Guardian, Londra è la più colpita al mondo dall’inquinamento causato dagli aerei. Il traffico nei cieli della capitale britannica produce infatti l’equivalente delle emissioni di ossido di azoto e particolato generate annualmente da 3,23 milioni di automobili. Al secondo e al terzo posto in questa poco lusinghiera classifica si piazzano quindi Tokyo e Dubai.
L’indagine è stata realizzata servendosi dei dati del 2019 e prendendo in considerazione sia il traffico passeggeri, sia quello merci di 1.300 aeroporti. Nello specifico, sotto la lente sono finite le emissioni di CO2, ossidi d’azoto e PM2,5.
Dal «2024 Airport Tracker» emerge poi che i 20 aeroporti più grandi al mondo hanno prodotto un quantitativo di emissioni di CO2 pari a quello generato da 58 centrali a carbone.
«L’inquinamento attorno agli aeroporti cresce di anno in anno», sottolinea in dichiarazioni riportate dal Guardian Jo Dardenne, direttore dell’aviazione di Transport & Environment , il think tank che ha contribuito a produrre la ricerca insieme a ODI. «Il problema colpisce milioni di persone, che respirano emissioni tossiche e conseguentemente sviluppano problemi di salute. I politici, tuttavia, nascondono il problema sotto il tappeto».
Dardenne evidenzia quindi come la continua crescita del settore dell’aviazione sia incompatibile con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Guardando invece ai singoli aeroporti, il più inquinante al mondo è quello di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, che in un anno ha prodotto 20,1 milioni di tonnellate di CO2, 7.531 tonnellate di ossidi di azoto e 71 tonnellate di PM2,5. Al secondo posto si piazza il londinese Heathrow che, in dodici mesi, ha portato alla generazione di 19,1 milioni di tonnellate di CO2, 5.844 tonnellate di ossidi di azoto e 37 tonnellate di PM2,5.
«Alcune misure chiave devono essere adottate immediatamente per proteggere la salute dei lavoratori e delle comunità che circondano gli aeroporti. Tra di esse possiamo citare, per esempio, il divieto di volo notturno o miglioramenti al carburante. Ma la tecnologia non risolverà l’intero problema: la riduzione del numero dei voli è la cosa più efficace e necessaria», dice al Guardian Magdalena Heuwieser, della rete di attivisti Stay Grounded.