L'orsa abruzzese Amarena, virale sui social, è stata uccisa

Un'orsa a spasso con due cuccioli tra le strade di un paesino in Abruzzo. Il video, nei giorni scorsi, era diventato virale. Siamo a San Sebastiano dei Marsi, frazione di Bisegna, in provincia dell’Aquila. Una scena che ha lasciato residenti e turisti ammirati, immobili davanti allo spettacolo della natura. Era il 26 agosto e il quotidiano abruzzese Il Centro aveva parlato di «una vera e propria lezione su come ci si dovrebbe comportare in casi del genere, un esempio da seguire». Nessuno aveva infatti tentato di avvicinare gli animali né provato a inseguirli, ma avevano lasciato liberi gli orsi di muoversi e allontanarsi, per tornare nel bosco. Sei giorni dopo, l'immagine che rimbalza su quotidiani italiani e social è completamente diversa: l'orsa è a terra, morta, ricoperta di sangue.
L'animale era stato chiamato Amarena, «mamma nella prima cucciolata di Juan Carrito, l’orso diventato nel tempo molto popolare in Abruzzo e sui social, e tragicamente morto dopo essere stato investito da un'auto, lo scorso gennaio, nel territorio comunale di Castel Di Sangro». L'orsa Amarena è stata uccisa ieri sera. La notizia è stata postata dal Parco Nazionale italiano sulla sua pagina Facebook. «Alle 23.00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita».
Il responsabile è stato identificato dai guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei carabinieri della locale stazione. Il personale del Parco ha passato la notte a cercare i cuccioli, tuttora dispersi. «L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco», si legge ancora nel post. «Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».
L'uomo che ha sparato all'orsa avrebbe raccontato ai guardiaparco di avere colpito per paura. Si tratterebbe, secondo le prime informazioni, di un allevatore e cacciatore di San Benedetto dei Marsi. Che, sentendo i cani abbaiare, avrebbe pensato ai ladri all'interno della sua proprietà, per poi ritrovarsi davanti l'animale. Avrebbe agito d'impulso, senza volontà di uccidere.
Su quanto accaduto si è espresso il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: «È un atto gravissimo – ha dichiarato a Il Centro –. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. L'atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione». La Regione è pronta a costituirsi come parte civile «contro il delinquente per tutelare l'immagine e l'onorabilità della gente».
I precedenti
Dal 2010 ad oggi sono 15 gli orsi uccisi nel centro Italia, di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo, stando al report ripreso dall'agenzia Ansa. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause sconosciute.
Amarena è stata uccisa a fucilate. Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio, sempre in provincia dell’Aquila. L'autore dell'episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuizioni civili.