Malcantone

L'Osteria Teatro di Banco riapre il sipario

Dopo aver chiuso i battenti durante la pandemia, la storica osteria di paese tornerà a proporre eventi
©Chiara Zocchetti
Sveva Poggi
18.07.2023 06:00

Così risorge il teatro di Banco. Dopo quasi due anni d’inattività, la storica osteria tornerà a riproporre quegli eventi che tanto sono mancati alla comunità malcantonese. Un centro culturale a cui il nuovo comitato ha deciso di dare una seconda vita dallo scorso maggio. Ce lo racconta Aldo, membro della storica bandella di Banco e gestore dell’osteria fino al 2000, accompagnato da Dargo, uno dei nuovi dirigenti. Aldo, classe 1934, che all’osteria e alla musica ha dedicato quasi tutta la vita, ci mostra gli album di foto che conserva gelosamente in casa e che racchiudono più di vent’anni di memorie. «Ho fatto un po’ di cucina, un po’ di tutto. Tutto ciò che volevo era fare da mangiare e far star bene la gente». Una passione trasmessagli dalla madre, che lui adora. «L’osteria è stata costruita per la banda di Banco verso fine Ottocento, perché non c’erano più altri posti dove fare un’assemblea o suonare. Si era formata una società di musica che si riuniva in una sala del paese, ma poi non era più stata a disposizione. Allora i membri avevano costruito, in un paio d’inverni, lo stabile che vediamo oggi».

La manodopera era gratuita, ma i materiali costavano. «Con il tempo la società di musica ha cambiato nome, diventando la Società Teatro: la banda non rendeva più nulla e quindi è stata sostituita dalle esibizioni teatrali». Tuttavia neppure il teatro ha avuto lunga vita. Con il passare degli anni, infatti, non sono più stati proposti spettacoli e l’associazione ha cambiato ancora una volta il nome, diventando, nel 1901, Società Nuovo Avvenire. Nonostante i molti progetti per il futuro, le difficoltà non tardarono a presentarsi. «Nel ’49 facevo parte della società. Ci servivano fondi per ristrutturare il tetto dello stabile. Allora, per coprire le spese, i soci che prestavano trecento franchi per i lavori venivano esonerati dalla tassa annuale della società. Sono l’unico membro che ha pagato ancora vivente».

Negli anni Ottanta Aldo era diventato il gestore del teatro, dando il via a quasi vent’anni di celebrazioni, musica, ma anche tanti sacrifici. Sotto la sua conduzione l’osteria si era trasformata in un vero e proprio punto di incontro e di riferimento per il paese, dove collaborazione e unione regnavano sovrane: «Io gestivo, ma eravamo un gruppo, si lavorava insieme. Mi volevano bene tutti e io ero affezionato a tutti» ricorda Aldo con un sorriso. «In generale ero aiutato da molti ragazzi del paese. Venivano spesso, per loro era un gioco, stavano bene».

Un posto dove stare

Ad Aldo solidarietà e dolcezza non sono mai mancate, e l’aiuto fornito a giovani in difficoltà ne è testimonianza. «C’è stato un periodo in cui giravano droghe nel Malcantone e questi ragazzi giovanissimi non sapevano dove andare. Io ne avevo un gruppo e mi aiutavano a fare di tutto. Loro si tenevano occupati, venivano qui, si raccontavano, avevano un posto dove stare». Insomma, fra celebrazioni, inclusione e buon cibo, l’Osteria del Teatro non deludeva mai. A Carnevale, per esempio, i festeggiamenti proseguivano fino al mattino seguente, sulle note della bandella e dei canti popolari: «Facevamo polenta, fagioli e mortadella che producevo io. Con la carne migliore invece facevo quindici chili di salame buono. Poi, chi voleva, pagava un franco per stimare l’altezza del salame, e chi indovinava vinceva il salame». In occasione della festa della Madonna, il 15 agosto, non mancava mai il tradizionale banchetto dedicato agli gnocchi.

Spettacolo per spettacolo

Dopo il ventennio di Aldo alla gestione dell’osteria, l’attività ha attraversato un periodo finanziariamente difficile culminato con la pandemia, che ha portato alla chiusura del locale nel 2022. «Lo scorso gennaio – racconta con una nota di malinconia Dargo – ho saputo che volevano chiudere e vendere il teatro di Banco e mi sono detto ‘non è possibile’. Insomma, era un’attività che durava da così tanto...». Dargo ora è membro del nuovo comitato che ha deciso di far rivivere l’osteria: «Sai, ho vissuto il carnevale di Banco quando la strada principale non era ancora asfaltata. Erano gli anni Sessanta. È già un successo che a Banco ci sia la strada asfaltata» continua ridendo. Il gruppo che ha ripreso in mano l’attività è composto perlopiù da artisti della zona e conta oltre sessanta membri. La ripartenza è stata inaugurata con il Festival Nuovo Avvenire, tenutosi all’osteria alla fine dello scorso maggio. «L’idea è far rivivere quel posto e proporre spettacoli, anche se non è semplice. Proviamo a fare le cose pian piano, spettacolo per spettacolo».