L’iniziativa

«Lotteremo per la Vallemaggia: questa crisi non ha precedenti»

Dopo il disastro di fine giugno in Bavona e Lavizzara, prende vita un comitato d’interesse di enti e politici locali - «Dobbiamo unire le forze: non ci vogliamo sostituire alle autorità, ma solo dare una mano per accelerare i tempi degli aiuti»
Da domani inizieranno i lavori per la costruzione del ponte provvisorio, giorno e notte; in primo piano, il granconsigliere del Centro, Fiorenzo Dadò, coordinatore del comitato di crisi della Vallemaggia
Jona Mantovan
16.07.2024 06:00

«Non credo che i ticinesi abbiamo compreso a fondo le conseguenze della catastrofe che si è abbattuta a fine giugno sull’Alta Vallemaggia», afferma al Corriere del Ticino Fiorenzo Dadò, editore, granconsigliere valmaggese nonché presidente cantonale del suo partito, il Centro. Il nubifragio nella notte tra il 29 e il 30 giugno ha provocato cinque morti e danni per milioni di franchi, distruggendo case, mezzi e terreni agricoli. A oggi, poi, mancano all’appello altre tre persone. Intanto, sono stati estesi i criteri di accesso alla passerella, mentre da domani inizieranno i lavori per la posa del ponte provvisorio. Lavori sull’arco delle ventiquattro ore, la cui conclusione è prevista per domenica.

Il 53.enne è coordinatore del comitato di crisi a sostegno dei Comuni di Cevio e Lavizzara per la ricostruzione, insieme ai colleghi granconsiglieri valmaggesi (Aron Piezzi e Samantha Bourgoin), ai sindaci di Cevio e Lavizzara (Wanda Dadò, Gabriele Dazio) in collaborazione con l’associazione dei Comuni (Ascovam con il presidente, Michele Rotanzi) e il supporto dell’Ente regionale di sviluppo (con il presidente, Giacomo Garzoli), più altre realtà locali. «Non vogliamo certo sostituirci alle forze messe in campo dalle autorità locali o cantonali, ma vogliamo dare un colpo di mano per cercare di smuovere le acque, per contribuire a trovare soluzioni a questioni urgenti affinché ci sia la possibilità di spingere sull’acceleratore».

Timori a medio-lungo termine

Il panorama dopo la devastazione è desolante. Dadò evidenziaquanto la zona sia stata compromessa: «La Vallemaggia si è fermata. Avevamo una serie di progetti, dal centro balneare di Bignasco alle stazioni sportive di Bosco Gurin. Che fine faranno? Stiamo assistendo allo spopolamento di una zona importante anche sotto il profilo del turismo, che nella stagione più promettente è del tutto assente per ovvie ragioni. La cava del marmo di Peccia è inagibile, tutta la strada è stata spazzata via».I timori di Dadò, e anche una delle motivazioni per le quali il comitato è stato formato, guardano a medio-lungo termine: «Temo che, come spesso accade, l’ondata iniziale di attenzione e di supporto da tutte le parti vada scemando. Il Governo e altre istituzioni cantonali o federali hanno mille altri problemi a cui badare e rischiano di dimenticarci». 

In questi momenti occorre agire rapidi e con determinazione, dopotutto abbiamo di fronte a noi una catastrofe
Fiorenzo Dadò, granconsigliere e coordinatore del comitato di crisi per la Vallemaggia, 53 anni

«Eccesso di zelo e burocrazia»

Ma c’è di più. «Già.Il pericolo più grande è che la burocrazia e l’eccesso di zelo possano creare ostacoli e problemi che, in un momento di crisi come questo, non possono essere tollerati. Dobbiamo agire con una rapidità e una determinazione che non sono comuni nelle questioni pubbliche. Dopotutto, stiamo affrontando una catastrofe. Il rischio di scoraggiamento, e quindi di un ulteriore spopolamento a medio termine soprattutto nell’alta valle, è più reale che mai. Non ci sono dubbi, è necessario intervenire subito. Dobbiamo unire le forze e ognuno deve fare la sua parte». E così, mentre le iniziative per la raccolta fondi a favore delle regioni colpite si moltiplicano (tra concerti, spettacoli di teatro, e altri eventi, come pure da Comuni e patriziati), Dadò - che conosce ogni centimetro, anche il più remoto, di quelle zone colpite - sostiene che la valle non sarà più come prima. «È cambiato tutto e dobbiamo fare i conti con i danni causati da frane, alluvioni e smottamenti. Lo dico spesso anche agli altri. Questo angolo di territorio è stato stravolto e non tornerà mai più come prima». 

«Riprendere subito i progetti»

Il nostro interlocutore evidenzia il ruolo del comitato: «Tutte le competenze sono riunite per supportare i Municipi. Un supporto che può manifestarsi come consulenza, pressione politica o l’assunzione di compiti specifici che devono essere discussi e delegati dai Comuni. È fondamentale riprendere i progetti in valle, non possiamo permettere che questi muoiano. La pista di pattinaggio, fulcro di Lavizzara, deve rinascere per il bene sia dello sport sia della società. Il centro balneare di Bignasco è un progetto in corso e non deve fermarsi. Il Comune di Cevio deve ripristinare il suo acquedotto al più presto come pure procedere con l’edificazione del centro scolastico, che oggi non c’è».

«Un credito straordinario»

Secondo Dadò, i problemi vanno affrontati subito, altrimenti si rischia di vedere le attività economiche della zona «gettare la spugna. Per poi non riaprire mai più. Abbiamo scritto al Governo chiedendo un credito straordinario immediato destinato a soddisfare i bisogni immediati dei Comuni, molti dei quali hanno risorse finanziarie limitate e necessitano di aiuti straordinari , non di un aiuto ordinario che potrebbe arrivare solo tra qualche anno o l’anno prossimo», conclude Dadò.

Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui

Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui

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