Luca Missoni: «Le mie lune a Locarno omaggiano l'Ucraina»
Nel periodo del Film Festival, Locarno diventa catalizzatrice di manifestazioni ed eventi artistici, non necessariamente legati al mondo del cinema. D'altronde è stato lo stesso Marco Solari a parlare di una «Davos culturale». Anche questa edizione non fa eccezione e l'agenda della 10 giorni locarnese è già colma di eventi complementari al Pardo. Uno dei più interessanti sarà al Rivellino, la fortezza leonardesca che dal 4 agosto ospiterà le Lune di Luca Missoni.
Il figlio del grande Ottavio, nonché direttore artistico dell'Archivio Missoni, ha saputo sublimare con la sua mostra fotografica «Moonscope» il gusto per i colori, evidente retaggio famigliare, con la sua passione per lo Spazio e in particolare per il satellite della Terra. «La Luna mi ha sempre affascinato sin da quando ero bambino - racconta Missoni al Corriere del Ticino - quando la osservavo con un piccolo telescopio: è il corpo celeste con il quale sin da subito si riescono a riconoscere dettagli che fanno capire di essere di fronte a qualcosa di extraterrestre. E così nel tempo ho cercato di fotografare la Luna per ricreare queste mie impressioni: un lavoro che quindi non si basa sul fare ingrandimenti ma che, come se stessi facendo un ritratto, prova a catturare la fisionomia di un volto. Un volto che cambia costantemente e non è mai lo stesso».
Una diversità di forme e di colori, che nelle opere di Missoni hanno spesso toni accesi. Ma che, diversamente da quanto si possa pensare a prima vista, non è frutto di Photoshop o ritocchi digitali: «In realtà è il risultato di una ricerca approfondita in lunghe ore nelle camere oscure, lavorando con i negativi delle foto. Nonostante all'apparenza sembri grigio cenere, stampandola si potevano letteralmente estrapolare i suoi colori, dal turchese al giallo ocra o all'amaranto. Un po' come se la Luna in camera oscura svelasse tutte le sfumature che fanno parte della sua essenza e che rivelano tutti i suoi caratteri. Ogni volta che si riesce a estrarre un coloro è sempre un'esperienza particolarmente emozionante».
Una delle particolarità di «Moonscope», il cui vernissage sarà il 4 agosto alle 18.15 alla pasticceria Marnin (che peraltro ospiterà anch'essa alcune opere dell'artista varesotto, ndr) è la locandina con due lune: una blu che sovrasta un'altra di colore giallo. Una combinazione che, inevitabilmente, evoca la bandiera ucraina: «Mentre con il direttore del Rivellino Arminio Sciolli stavamo selezionando le foto da esporre, abbiamo notato queste due fotografie che richiamavano ai colori ucraini. È stata quindi un'iniziativa spontanea, che tuttavia in questo momento è densa di significato e racconta un momento storico che ci sta coinvolgendo quotidianamente. Proprio l'essere immersi in queste notizie penso che diano un riscontro di sintonia, conoscenza e vicinanza che probabilmente poi esprimiamo quasi inconsciamente».
Secondo Missoni tuttavia l'arte non deve necessariamente essere «impegnata»: «Esistono molte declinazioni, da chi la vive come un manifesto a chi come un semplice intrattenimento. Io personalmente ne ho una visione romantica e cerco di generare sensazioni positive perché ritengo sia uno strumento che possa davvero migliorare la qualità della vita delle persone, anche quando ti sbatte in faccia la realtà e ti costringe a riflettere sui dubbi dell'uomo e sui tempi che viviamo».