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A colpire la cittadina nell'autoproclamata Repubblica di Lugansk quattro razzi Himars - Ancora in corso le verifiche su eventuali vittime o danni – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:19
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«La centrale di Zaporizhzhia ricollegata alla rete elettrica esterna»
Le linee elettriche esterne sono state ripristinate alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia due giorni dopo che si era interrotta l'erogazione di energia elettrica esterna a causa dei bombardamenti russi. Lo ha affermato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).
Ukrinform ricorda che ieri, intorno alle 22, è stata ristabilita l'alimentazione a 750 kV a tutte e sei le unità della centrale e gli otto generatori diesel di emergenza in funzione sono stati spenti e messi in modalità stand-by.
La linea da 750 kV fornisce quindi ancora una volta l'elettricità necessaria ai sei reattori della centrale per il raffreddamento e altre funzioni essenziali di sicurezza nucleare.
23:18
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«L'Iran mente anche nell'ammettere l'invio di droni a Mosca»
Nell'ammettere di aver fornito droni alla Russia in numero limitato e prima dell'inizio della guerra in Ucraina, l'Iran «ha mentito». È l'accusa lanciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale.
A Teheran «hanno deciso di ammettere di aver fornito droni per il terrore russo. Ma anche in questa confessione, hanno mentito. Abbattiamo almeno dieci droni iraniani ogni giorno e il regime iraniano afferma di averne dati pochi e anche prima dell'inizio dell'invasione. Solo ieri sono stati distrutti 11 droni Shahed», ha dichiarato Zelensky, citato da Ukrinform.
19:16
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«Aereo cargo iraniano atterrato a Mosca con sospette armi»
L'Iran ha inviato a Mosca un aereo da trasporto con sospette armi per la guerra russa contro l'Ucraina. A denunciarlo è il quotidiano tedesco Bild sul proprio sito web.
Secondo quanto riferito, l'aereo cargo Ilyushin Il-76 è decollato da Teheran giovedì mattina ed è atterrato al terminal merci dell'aeroporto Vnukovo di Mosca intorno a mezzogiorno. Due foto provenienti da fonti anonime mostrano il velivolo durante lo scarico. Nelle foto, si può notare che i carrelli elevatori spostano pallet con scatole di grandi dimensioni verso un hangar.
Bild ricostruisce che l'Ilyushin utilizzato (anno di costruzione 1992) appartiene ufficialmente alla compagnia aerea privata iraniana «Pouya Air». Secondo quanto riferito, fino al 2012 la compagnia si chiamava «Yas Air» e ha cambiato nome solo dopo essere stata inserita nella lista delle sanzioni USA.
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sostiene che la compagnia aerea «trasporta merci illegali - comprese le armi - a clienti iraniani in Medio Oriente per conto delle Guardie Rivoluzionarie» iraniane.
18:54
18:54
I russi saccheggiano Kherson, «portate via opere d'arte»
Ambulanze, trattori e auto. Ma anche archivi, dipinti e sculture. Sono parte del bottino di guerra portato via dai saccheggi delle truppe russe a Kherson, secondo quanto riporta il Guardian. Anche le ossa dell'amico e amante di Caterina la Grande, Grigory Potemkin, sono state trafugate da una cripta nella cattedrale di Santa Caterina.
I soldati russi stanno trasportando tutto attraverso il fiume Dnepr, sulla riva sinistra della regione di Kherson, riferisce il quotidiano britannico. Ieri, il Museo d'arte di Kherson ha denunciato in un post su Facebook che dal 31 ottobre al 3 novembre, «le 'autorità' occupanti hanno portato al museo da tre a quattro dozzine di persone, che hanno portato via opere d'arte e attrezzature per ufficio». I dipinti «non erano imballati in un modo speciale per il trasporto, ma avvolti in stracci», afferma il museo sul post.
I camion che trasportavano le opere erano diretti verso la Crimea, ma non è chiaro se quella sia la loro destinazione finale, ha scritto il museo. Intanto, il dipartimento di polizia di Kherson ha aperto un'inchiesta sul saccheggio, nell'ambito di una serie di indagini sui crimini di guerra russi nell'oblast, riporta il Kyiv Independent. La collezione del museo comprende più di 10.000 opere d'arte.
18:51
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Odessa vota per smantellare la statua di Caterina II
La guerra della Russia contro l'Ucraina passa anche dalle statue simbolo della storia dei due Paesi. La popolazione della città portuale ucraina di Odessa ha votato in una consultazione online per smantellare il monumento che raffigura l'imperatrice russa Caterina II, in un gesto di protesta contro l'invasione di Mosca.
Mentre a Melitopol le autorità dell'occupazione russa hanno riferito di aver ripristinato una statua di Lenin, sette anni dopo che era stata demolita a seguito della rivoluzione pro-Ue.
Secondo quanto riferito dal Guardian, a Odessa - dove vivono migliaia di russofoni - l'invasione ha suscitato dibattiti sul futuro del monumento a Caterina II. A settembre, la statua è stata imbrattata con vernice rossa, mentre il mese scorso è stata coperta con un cappello da boia.
Sul destino del monumento è stata realizzata una votazione sulla piattaforma Publicly Active Citizen, e la maggioranza ha scelto per la rimozione della statua da piazza Kateryninska. Sulla questione ora dovrà votare il consiglio comunale di Odessa.
«Credo che i risultati del voto sulla piattaforma Publicly Active Citizen saranno presi in considerazione dai rappresentanti del consiglio comunale, che prenderanno la decisione finale», ha spiegato il sindaco della città, Hennadiy Trukhahov, citato dall'agenzia di stampa Euromaidan.
Intanto, le autorità russe a Melitopol hanno affermato di aver rimesso in piedi una statua di Lenin demolita nel 2014. Il capo della regione di Zaporizhzhia insediato dai russi, Vladimir Rogov, ha pubblicato una fotografia dei lavoratori che ripristinano il monumento al rivoluzionario russo, ha riferito la France Presse. «Dopo sette anni la statua di Vladimir Lenin è tornata al suo posto a Melitopol», ha affermato.
L'Ucraina ha smantellato le statue di Lenin in tutto il Paese dopo che la rivoluzione del 2014 ha rovesciato il governo sostenuto da Mosca. Quasi tutte le città della Russia hanno una statua di Lenin nelle loro piazze centrali.
16:14
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Tokyo, sì al mantenimento di Sakhalin
Il Giappone intende mantenere la sua partecipazione al progetto Sakhalin-1, che riguarda l'estrazione di petrolio e gas naturale al confine con la Russia orientale, e a questo proposito lo notificherà a Mosca, per garantire la stabilità degli approvvigionamenti energetici nel Paese.
«È un programma estremamente importante» ha detto il ministro dell'Industria, Yasutoshi Nishimura, a seguito della decisione unanime del consorzio delle società petrolifere nipponiche, conosciuto con la sigla 'Sodeco', che possiedono il 30% nel progetto russo. La scadenza decisa dalla Russia per l'adesione è fissata all'11 novembre, e «l'esecutivo farà tutto il possibile per assistere le compagnie private del Paese», ha ribadito Nishimura.
Il governo di Tokyo controlla il 50% di Sodeco, e il resto è costituito da un gruppo di società di intermediazione e i colossi energetici del Sol Levante, tra cui Itochu, Marubeni, Inpex e Japan Petroleum Exploration. Diverse compagnie straniere si sono ritirate dal progetto che è stato avviato nel 2005, a seguito del conflitto in Ucraina; diversamente il Giappone che, privo di risorse naturali, considera la partnership vitale per il suo fabbisogno energetico.
Lo scorso ottobre il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato un piano per la ricerca di un nuovo operatore dopo l'abbandono della Exxon-Mobil, mentre il secondo grande progetto, Sakhalin-2, controllato al 50% dalla società di stato russa Gazprom, vede ancora tra le partecipanti altre due società giapponesi, Mitsubishi e Mitsui & Co, con una partecipazione combinata di circa il 23%. Anche in questo caso la britannica Shell aveva annunciato l'uscita in marzo.
Secondo i dati dell'Organizzazione nazionale del commercio (Jeto), nel 2021 la Russia ha contribuito a circa il 3,6% delle forniture di petrolio in Giappone, e all'8,8% dell'approvvigionamento di gas naturale, quest'ultimo in gran parte proveniente da Sakhalin.
15:55
15:55
Ucciso il combattente Ninja
Un australiano soprannominato «Ninja» è rimasto ucciso mentre combatteva le forze russe in Ucraina. Trevor Kjeldal, 40 anni, del Queensland, è deceduto mercoledì in azione nella regione ucraina di Lugansk, riporta il Sydney Morning Herald.
Secondo quanto riferito dal media australiano, Kjeldal ha trascorso mesi nelle foreste in Ucraina con un battaglione di stranieri, nonostante non avesse legami con il Paese o precedenti esperienze militari. È stato ucciso in una battaglia mercoledì mentre era intento a liberare un villaggio nella regione di Lugansk, teatro nelle ultime settimane di pesanti combattimenti.
L'uomo era rimasto ferito gravemente a luglio, ma una volta guarito era tornato sul campo di battaglia: «Ho battuto le probabilità una volta, quindi vediamo se riesco a farlo di nuovo», aveva detto all'epoca.
La sua morte è stata confermata dal Dipartimento degli Affari Esteri australiano.
15:51
15:51
«Ci saranno conseguenze per complicità con Mosca dell'Iran»
Le conseguenze della «complicità» iraniana con Mosca «saranno più importanti dei benefici». Lo afferma su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko a proposito della fornitura di droni a Mosca da parte di Teheran.
«Teheran deve rendersi conto che le conseguenze della complicità nei crimini... della Russia contro l'Ucraina saranno di gran lunga maggiori del beneficio del sostegno della Russia», precisa Nikolenko.
15:19
15:19
Nuovo video shock sul massacro dei civili a Bucha
Gli orrori subiti lo scorso marzo da oltre 400 civili a Bucha, in Ucraina, da parte dei soldati russi, ritornano in un video shock realizzato dall'Associated Press e dalla tv Usa Pbs. Quattordici minuti di immagini, interviste e persino un plastico della città in 3D per ricostruire i crimini di guerra commessi dalle truppe del presidente russo Vladimir Putin.
Lo scorso maggio il New York Times aveva pubblicato due filmati su una delle città martiri dell'invasione russa. In questo nuovo video ci sono anche le drammatiche testimonianze delle famiglie delle 450 persone, tra le quali anche tanti bambini, massacrati.
Nel documentario c'è anche il racconto dei testimoni che parlano delle torture subite e intercettazioni delle forze di Mosca che ammettano di aver «fatto pulizia». Sulle atrocità di Bucha la procura di Kiev ha aperto un'inchiesta e ha dichiarato di aver trovato le prove di «un'esecuzione di massa».
14:48
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Kiev: restrizioni supplementari nell'erogazione di elettricità
«Restrizioni supplementari» nell'erogazione di elettricità sono state introdotte nella capitale ucraina Kiev e in diverse altre regioni. Lo comunica l'operatore locale.
14:34
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Rilasciati dai russi 268 prigionieri
Nell'ambito degli scambi di prigionieri tra Mosca e Kiev, 268 membri della Guardia nazionale ucraina catturati dai russi sono stati rilasciati dall'inizio della guerra. Tra di essi anche 24 donne. Lo afferma il gruppo degli ex prigionieri in un tweet.
14:31
14:31
Ex sindaco russo nuovo responsabile di Mariupol
L'ex sindaco di due cittadine russe, Dmitriy Berdnikov, è stato insediato come nuovo responsabile dell'amministrazione di Mariupol. Lo riferisce il giornale online ucraino Kyiv Independent. Berdnikov è l'ex sindaco delle città russe di Yakutsk e Irkutsk.
A quanto riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, Berdnikov sarà trasferito nel territorio orientale ucraino dal suo attuale incarico di primo vice primo ministro della Repubblica russa di Yakuzia. Il capo della Yakuzia, Aisen Nikolaev, ha affermato che «su richiesta delle autorità federali», Berdnikov sarà trasferito a Mariupol.
La città portuale di Mariupol si trova nell'oblast di Donetsk, una delle quattro regioni ucraine che la Russia ha annesso alla fine di settembre.
14:18
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75.440 soldati russi uccisi dall'inizio della guerra
Sono circa 75.440 i soldati russi uccisi dalle forze ucraine dall'inizio dell'invasione del Paese da parte di Mosca, inclusi 600 nelle ultime 24 ore: lo ha annunciato lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, come riporta Ukrinform.
Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l'esercito indica che si registrano anche 277 caccia, 260 elicotteri e 1.462 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 2.758 carri armati russi, 1.776 sistemi di artiglieria, oltre a 16 navi e 399 missili da crociera.
Nella giornata di ieri sono stati abbattuti 12 droni, due missili da crociera, due elicotteri e sono stati distrutti otto carri armati russi.
13:59
13:59
Mosca, respinti attacchi a Est e Sud
Il ministero della Difesa russo ha riferito di aver respinto attacchi delle truppe ucraine nelle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e nella regione di Kherson, uccidendo un totale di 400 soldati. Lo riporta Interfax.
Nel settore di Kupyansk, le unità delle forze armate ucraine sono state sconfitte dall'artiglieria russa e dall'aviazione militare, ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov in un briefing. «Fino a 140 militari e militanti ucraini, tre carri armati, due veicoli da combattimento di fanteria, tre veicoli blindati e cinque auto di diverso tipo sono stati distrutti», ha riferito il portavoce.
Il ministero ha inoltre riferito che le forze russe hanno sconfitto le forze ucraine a sud di Donetsk, uccidendo oltre 120 soldati di Kiev, e hanno contrastato attacchi vicino a Krasny Liman, uccidendo oltre 60 militari ucraini, riporta la Tass. Il portavoce ha poi segnalato che le truppe russe hanno contrastato tutti gli attacchi ucraini contro Mykolaiv e Kryvyi Rih, uccidendo oltre 80 soldati di Kiev.
Il ministero ha inoltre riferito che le forze di Mosca hanno abbattuto un aereo Mig-29 ucraino nella regione di Mykolaiv, mentre nell'autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk è stato abbattuto un elicottero Mi-8 dell'aeronautica ucraina.
13:54
13:54
Inviati 500 generatori di corrente in Ucraina
Per sostenere l'accesso all'elettricità e al riscaldamento, 17 Paesi dell'Unione europea hanno inviato 500 generatori di corrente in Ucraina attraverso il Meccanismo di Protezione Civile dell'Ue: lo scrive in un tweet il Direttorato Generale per la Protezione civile e gli Aiuti umanitari della Ue.
I Paesi sono l'Italia la Slovenia, la Slovacchia, l'Irlanda, l'Austria, la Svezia, la Spagna, la Germania, la Danimarca, la Finlandia, l'Estonia, il Belgio, la Bulgaria, il Lussemburgo, Cipro, la Polonia e la Francia.
13:50
13:50
Attaccate basi ucraine a Kharkiv e Zaporizhzhia
Le truppe russe hanno lanciato un attacco a un posto di comando del Servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu) nella regione di Kharkiv e a una base di stoccaggio di armi e attrezzature nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dall'agenzia Interfax.
«Un posto di comando della Sbu è stato colpito fuori dall'insediamento di Kupyansk nella regione di Kharkiv. Una base di stoccaggio di armi e materiale militare delle forze armate ucraine è stata colpita fuori dall'insediamento di Vilniansk nella regione di Zaporizhzhia», ha affermato Konashenkov.
11:26
11:26
«Abbiamo esportato droni in Russia prima della guerra»
Teheran ha esportato droni in Russia prima dell'inizio della guerra con l'Ucraina. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian.
Le affermazioni dei Paesi occidentali secondo cui l'Iran ha esportato missili in Russia sono completamente sbagliate, ma la parte relativa ai droni è giusta, ha affermato il ministro citato dall'IRNA, aggiungendo che l'Iran ha venduto droni alla Russia mesi prima della guerra in Ucraina.
11:19
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Allarme aereo in tutta l'Ucraina
Questa mattina l'allarme aereo è risuonato in tutta l'Ucraina con l'esclusione della Crimea occupata. Le autorità hanno invitato la popolazione a rimanere nei rifugi segnalando una minaccia missilistica in tutto il Paese. Lo riporta Ukrainska Pravda.
11:14
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L'esercito ucraino respinge le offensive nel Donbass
L'esercito ucraino ha respinto ieri attacchi russi vicino a 14 insediamenti nelle regioni di Lugansk e Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo ha reso noto oggi lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev, come riporta il Kyiv Independent.
Le forze ucraine hanno colpito importanti strutture militari russe e due posti di comando, ha precisato lo Stato Maggiore, aggiungendo che sono state distrutte anche sei stazioni di rifornimento russe vicino a Novovasylivka, nella regione di Mykolaiv.
08:00
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Il punto alle 8.00
Dopo le dichiarazioni del presidente ucraino Voldymyr Zelensky il quale ha affermato nel suo consueto messaggio serale che «Chi vuole un negoziato non manda le persone nel tritacarne» si è espresso anche l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. Egli ha sottolineato come, secondo lui, sia impornate, invece che fornire armamenti all’esercito ucraino, intavolare dei negoziati seri che possano portare ad una distensione del conflitto. Parlando alla stampa, secondo quanto riporta la Tass, ha aggiunto che un miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti non è all’orizzonte in una prospettiva di medio termine.
L'esercito ucraino ha bombardato nella notte la città di Svatovo, nell'autoproclamata Repubblica di Lugansk (LPR) con quattro razzi Himars, secondo quanto riferito dalla missione LPR al Centro congiunto di controllo e coordinamento per il cessate il fuoco, ripreso dalla Tass. Secondo la missione, l'esercito ucraino ha sparato quattro razzi contro Svatovo all'1.20 ora di Mosca. Sono ancora in corso le verifiche su eventuali vittime o danni. Secondo la missione, l'esercito ucraino avrebbe sparato oltre 375 razzi Himars dall'inizio del conflitto.
Il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba ha intanto fatto sapere che per la fine dell’anno saranno realizzati ulteriori accordi con partner internazionali in materia di sistemi di difesa aerea e missilistica. A darne notizia è Unian.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, starebbero mandando, secondo l’analisi dei esperti, messaggi d’avvertimento alla Russia. Il mezzo adottato è un sottomarino nucleare, l’USS Rhode Island che, tre giorni fa, è arrivato nel porto di Gibilterra. Secondo i media americani del settore, l’operazione arriva a due settimane dall’annuncio che un altro sottomarino nucleare, l’USS West Virginia, si stava dirigendo nel Mar Arabico. La particolarità dell’USS Rhode Island, il cui arrivo a Gibilterra è stato confermato dalla stessa marina statunitense, è di essere uno degli strumenti di deterrenza nucleare più potenti in mano all’esercito a stelle e strisce.
Nel frattempo la Thailandia si è detta pronta a fornire una sede negoziale per consentire un dialogo diretto tra Mosca e Kiev volto a risolvere la crisi ucraina: lo ha detto alla Tass l'ambasciatore thailandese in Russia Sasiwat Wongsinsawat. «La Thailandia - ha detto - è pronta a fornire una sede negoziale per tutte le parti coinvolte nel conflitto qualora siano pronte per un dialogo diretto finalizzato a trovare una soluzione pacifica della crisi ucraina».