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Così la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh rispondendo a una domanda sul via libera all'Ucraina per usare i missili a lungo raggio statunitensi in territorio russo – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:16
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Macron a Xi: «Usi tutto il suo peso con Putin»
«Ho invitato il presidente Xi Jinping a usare tutto il suo peso, la sua pressione, la sua capacità negoziale nei confronti del presidente Putin affinché fermi gli attacchi» in Ucraina, ha detto ai giornalisti al vertice del G20 di Rio de Janeiro, a margine del quale i due leader hanno avuto un incontro bilaterale.
22:03
22:03
Kiev: «Da Mosca un ricatto sul nucleare, manteniamo la calma»
Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha invitato a «mantenere la calma» di fronte alla revisione della dottrina nucleare russa, che amplia la possibilità di utilizzare armi atomiche. «La loro dottrina nucleare rivista e la loro retorica sull'uso delle armi nucleari non sono altro che un ricatto», ha detto davanti a una commissione del Congresso americano. «Dobbiamo mantenere la calma, le idee chiare e non cedere alla paura», ha esortato.
21:23
21:23
Il Pentagono non conferma ufficialmente l'ok degli USA per i missili
«Non c'è nessun annuncio ufficiale». Così la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha risposto ad una domanda sul via libero all'Ucraina per usare i missili a lungo raggio americani contro la Russia. Ufficialmente neanche la Casa Bianca o Joe Biden hanno ancora annunciato nulla e non è neanche scontato che lo facciano.
17:55
17:55
Zelensky: «Dal G20 silenzio sulla minaccia nucleare russa»
Il presidente ucraino Voldodymyr Zelensky ha denunciato il totale silenzio con il quale il G20 ha accolto la revisione della dottrina nucleare annunciata dal presidente russo Vladimir Putin. «Oggi i Paesi del G20 riuniti in Brasile non hanno detto nulla» a proposito dell'ampliamento delle possibilità di ricorrere ad armi atomiche da parte di Mosca, ha affermato Zelensky nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Kiev sottolineando la mancanza di una «strategia forte» di questi Paesi.
17:16
17:16
Le nuove linee rosse di Mosca sulle armi atomiche
La nuova dottrina nucleare russa, adottata oggi con un decreto del presidente Vladimir Putin, definisce il ricorso alle armi atomiche «un mezzo di deterrenza come misura estrema e ultima risorsa» a scopo di difesa. Ma ne amplia la possibilità di impiego sulla base dell'attuale situazione, come ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La nuova dottrina sostituisce quella in vigore dal 2014 e prevede che l'uso di armi nucleari debba essere deciso dal presidente.
SOVRANITÀ E INTEGRITÀ - Tra i cambiamenti principali introdotti, sottolinea l'agenzia Tass, è che la dottrina precedente prevedeva l'impiego di armi nucleari solo nel caso in cui «l'esistenza stessa dello Stato sia minacciata». Ora il concetto viene ampliato, prevedendo appunto una risposta nucleare anche ad una «minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale» della Russia o della Bielorussia, sua stretta alleata. Una minaccia che provenga da un attacco sia atomico sia con armi convenzionali.
NATO E UCRAINA - Il documento prevede che ogni «aggressione da uno Stato che appartiene a una coalizione militare (per esempio la Nato, ndr.) contro la Federazione Russa e i suoi alleati sarà considerata come un'aggressione da parte di tutta questa coalizione». Inoltre, un'aggressione «da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto». Alla domanda se ciò significhi che la Russia potrebbe dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell'Ucraina con l'uso di missili forniti da Paesi occidentali, Peskov ha risposto affermativamente. «Sì, è menzionato», ha detto il portavoce del Cremlino. Tuttavia vengono anche stabiliti nei dettagli i criteri per una valutazione della minaccia. Tra questi vi è l'esistenza di informazioni affidabili sul lancio di un attacco «massiccio» alla Russia con mezzi aerei e missilistici che oltrepassino il confine di Stato.
STATI TERZI - La nuova dottrina stabilisce che una risposta nucleare potrà essere diretta anche «contro Stati che mettano a disposizione il territorio, lo spazio aereo o marino e le risorse sotto il loro controllo per la preparazione e l'attuazione di un'aggressione» contro la Russia.
L'ARSENALE NUCLEARE RUSSO - La Russia è considerata la prima potenza nucleare del pianeta, con quasi 6000 testate. Il Bulletin of the Atomic Scientists stimava però nel 2022 che di queste 1500 erano state ritirate per essere smantellate. Di quelle rimaste, quasi 1600 sarebbero effettivamente dispiegate e pronte all'uso, mentre le restanti sarebbero «di riserva». Di quelle operative, 812 sarebbero installate su missili balistici da terra, 576 su missili balistici lanciabili da sommergibili e 200 nelle basi dei bombardieri pesanti. Le testate nucleari sono comunemente catalogate come strategiche, capaci di raggiungere obiettivi più lontani, e tattiche, che potrebbero essere impiegate nei teatri di guerra. Si stima che Mosca disponga di 1900 ordigni tattici.
15:44
15:44
I missili USA sono serviti per colpire una base nella regione di Bryansk
Secondo alti funzionari statunitensi e ucraini, l'esercito ucraino ha utilizzato missili a lungo raggio di fabbricazione americana per colpire la Russia per la prima volta, appena due giorni dopo che il presidente Biden aveva dato l'autorizzazione a farlo. Lo riporta il New York Times affermando che l'attacco prima dell'alba ha colpito una base militare nella regione di Bryansk, nella Russia sud-occidentale.
15:34
15:34
Gli USA non risponderanno alla mossa di Mosca sul nucleare
Gli Stati Uniti non sono sorpresi dall'annuncio della Russia e indicano che non risponderanno all'iniziativa di Mosca sulla dottrina nucleare. Lo afferma un funzionario dell'amministrazione Biden, citato dall'agenzia Bloomberg, in merito all'approvazione da parte del presidente russo Vladimir Putin del decreto che aggiorna la dottrina nucleare della Russia. Mosca, infatti, segnalava da tempo l'aggiornamento e gli Usa non vedono il bisogno di rivedere la loro postura o dottrina nucleare.
14:37
14:37
Zelensky: «prima un mondo giusto, poi elezioni giuste»
«Nessuno al mondo ha chiesto e non chiede all'Ucraina sulle elezioni. Ma noi, in Ucraina, abbiamo persone che, forse, sono così affamate di questo che vogliono combattere all'interno del nostro Stato più che per il bene del nostro Stato, vogliono dispute politiche in trincea, come negli studi televisivi. Questo è distruttivo per l'Ucraina. L'Ucraina ha prima bisogno di un mondo giusto, poi gli ucraini terranno elezioni giuste». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla Verkhovna Rada (il parlamento unicamerale ucraino) in occasione dei mille giorni di guerra, rispetto alla richiesta di elezioni mentre è in vigore la legge marziale.
14:22
14:22
Mosca: «Conquistato un altro villaggio nell'est»
Il ministero della difesa di Mosca ha affermato che le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio nella regione di Donetsk, nell'est dell'Ucraina, quello di Novoselidovka. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
14:15
14:15
Summit di Varsavia: «La pace può essere negoziata solo con Kiev»
I ministri degli esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito, riuniti a Varsavia in occasione dei 1'000 giorni di guerra, ritengono che la pace possa essere negoziata solo con la partecipazione dell'Ucraina.
È «imperativo rimanere fermi nel nostro sostegno a una pace giusta e duratura per l'Ucraina, basata sulla Carta dell'ONU, riaffermando che la pace può essere negoziata solo con l'Ucraina, con i partner europei, americani e del G7 al suo fianco, e assicurandoci che l'aggressore si faccia carico delle conseguenze, anche finanziarie, dei suoi atti illegittimi che violano le regole stabilite dalla Carta delle Nazioni Unite», si legge in un comunicato congiunto adottato oggi a Varsavia.
I ministri ritengono inoltre «imperativo rafforzare la NATO aumentando le spese per la sicurezza e la difesa, in linea con gli impegni assunti in precedenza, ribadendo al contempo che, in molti casi, sarà necessaria una spesa superiore al 2% del PIL per affrontare le crescenti minacce alla sicurezza e soddisfare i requisiti di deterrenza e difesa in tutti i settori dell'area euro-atlantica».
«Noi, ministri degli esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito - si legge nella nota - ci siamo riuniti oggi riconoscendo che la nostra sicurezza comune è messa a dura prova come mai prima d'ora. La Russia sta sistematicamente attaccando l'architettura di sicurezza europea. Negli ultimi 1'000 giorni, nella sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, la Russia ha ucciso molte migliaia di persone e ha ripetutamente violato il diritto internazionale. Il revisionismo sconsiderato della Russia e il suo costante rifiuto di fermare l'aggressione e di impegnarsi in colloqui significativi mette a rischio la pace, la libertà e la prosperità nel continente europeo e nell'area transatlantica. La Russia fa sempre più affidamento su partner come l'Iran e la Corea del Nord per sostenere la sua guerra illegittima».
«L'escalation delle attività ibride di Mosca contro i paesi della NATO e dell'UE - prosegue il comunicato - è inoltre senza precedenti per varietà e portata, creando rischi significativi per la sicurezza. Per essere all'altezza di questa sfida storica, siamo determinati a rimanere uniti con i nostri partner europei e transatlantici per pensare e agire in grande sulla sicurezza europea. I paesi europei devono svolgere un ruolo ancora più importante nel garantire la nostra sicurezza, agendo a fianco dei nostri partner transatlantici e mondiali».
«Oggi, pertanto, riteniamo imperativo: riaffermare il ruolo duraturo di una NATO forte e unita come fondamento della difesa e della sicurezza europea, basata su un forte legame transatlantico, su un impegno ferreo a difendersi reciprocamente e su un'equa ripartizione degli oneri; rafforzare la NATO aumentando le spese per la sicurezza e la difesa, in linea con gli impegni assunti in precedenza, ribadendo al contempo che, in molti casi, sarà necessaria una spesa superiore al 2% del PIL per affrontare le crescenti minacce alla sicurezza e soddisfare i requisiti di deterrenza e difesa in tutti i settori dell'area euro-atlantica; rafforzare la sicurezza e la difesa dell'Europa, utilizzando tutte le leve a nostra disposizione, ivi compreso il potere economico e finanziario dell'Unione europea, e rafforzando la base industriale europea. A tal fine, ci baseremo sul lavoro svolto in seno alla NATO, all'Unione europea, tra i gruppi di alleati e con i paesi che condividono le stesse idee, discuteremo di finanziamenti innovativi ed elimineremo gli ostacoli al commercio e agli investimenti nel settore della difesa; investire nelle nostre capacità militari critiche, tra cui la difesa aerea, gli attacchi di precisione, i droni e la logistica integrata, nonché nelle infrastrutture critiche e nella difesa informatica, investendo al contempo in ricerca e sviluppo e utilizzando nuove tecnologie; migliorare la resilienza alla guerra cognitiva e alle minacce ibride in Europa, anche tramite i relativi meccanismi dell'UE, e promuovere la resilienza delle nostre società; intensificare ulteriormente il nostro sostegno militare, economico e finanziario all'Ucraina, accogliendo al contempo con favore il prestito del G7 di 50 miliardi di dollari per garantire all'Ucraina risorse sufficienti per il prossimo anno; rimanere fermi nel nostro sostegno a una pace giusta e duratura per l'Ucraina, basata sulla Carta delle Nazioni Unite, riaffermando che la pace può essere negoziata solo con l'Ucraina, con i partner europei, americani e del G7 al suo fianco, e assicurandoci che l'aggressore si faccia carico delle conseguenze, anche finanziarie, dei suoi atti illegittimi che violano le regole stabilite dalla Carta delle Nazioni Unite; continuare a dissuadere la Russia, ostacolando la capacità di Putin di sostenere la sua guerra di aggressione e limitando lo sviluppo delle capacità militari della Russia, anche tramite misure restrittive», si legge nel documento.
«Sottolineiamo il nostro fermo impegno per un'architettura di sicurezza europea basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e dell'SCE, che sono stati gravemente violati dalla Russia negli ultimi anni. Siamo convinti - concludono i cinque ministri degli esteri - che questo sia il momento in cui dobbiamo ottenere risultati e garantire che i nostri cittadini vivano in pace, libertà e prosperità. A tal fine, saranno fondamentali un'ulteriore integrazione tra gli Stati membri dell'UE, una più stretta cooperazione tra l'UE e il Regno Unito e una maggiore cooperazione tra la NATO e l'Unione europea. Riteniamo che questa sia anche un'opportunità unica per rinnovare le basi delle nostre relazioni transatlantiche con gli Stati Uniti d'America, rafforzando la NATO e garantendo un'equa ripartizione degli oneri all'interno dell'Alleanza».
13:53
13:53
Germania: l'esercito prepara le imprese a un'eventuale guerra
L'esercito tedesco dà lezioni alle imprese, in Germania, per prepararle in caso di guerra. È quello che scrive la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», riferendo di un documento strategico di oltre 1'000 pagine dal titolo «Operationsplan Deutschland» i cui dettagli sono segreti.
In questo documento si elencano tutte le imprese e i nodi infrastrutturali che avrebbero bisogno di una protezione particolare. E si affronta lo scenario di un attacco alla fiancata est della NATO che imporrebbe alla Germania manovre di deterrenza, producendo effetti.
«La Germania diventerebbe crocevia di migliaia, possibilmente anche centinaia di migliaia di soldati, che dovrebbero essere trasportati, oltre a materiale bellico, viveri, farmaci. Il ruolo dell'economia è delineato in modo chiaro», scrive il giornale.
Le imprese vanno preparate a reagire puntando ad esempio anche sull'autarchia, con generatori diesel e pale eoliche proprie, si legge fra i consigli elargiti dal luogotenente Jörn Plischke.
13:17
13:17
«Abbattuti 5 missili ATACMS sulla regione di Bryansk»
Il ministero della difesa di Mosca ha affermato che le difese aeree russe hanno abbattuto cinque missili americani Atacms sulla regione di Bryansk, confinante con l'Ucraina. Lo riferisce la Tass.
Le difese aeree russe ne hanno inoltre «danneggiato» un sesto, i cui frammenti sono precipitati su una struttura militare, riferisce il ministero della difesa citato dall'agenzia Ria Novosti, affermando che il missile ha provocato un incendio ma nessun danno né morti o feriti.
13:00
13:00
«Mosca ha concentrato 50.000 militari nel Kursk»
La Russia ha concentrato circa 50.000 militari nella regione di Kursk, la stragrande maggioranza di essi proviene da unità dei marines e delle truppe aviotrasportate. Lo afferma il comandante delle forze di terra dell'esercito ucraino, il tenente generale Oleksandr Pavlyuk, in un'intervista a Ukrinform.
12:26
12:26
Rutte: «Putin non deve prevalere o non si fermerà»
«È necessario che (il presidente russo Vladimir) Putin non prevalga perché in tal caso avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui». Lo ha detto il segretario generale della NATO Mark Rutte in punto stampa a margine del Consiglio affari difesa dell'UE a Bruxelles, sottolineando la necessità di «più aiuti finanziari e militari» all'Ucraina.
«Il dato orribile è che quattro paesi stanno lavorando assieme. La Cina sta aiutando la Russia aggirando le sanzioni, consegnando beni a doppio uso e la Corea del Nord con truppe e forniture massicce di armi in Russia. E la Russia sta pagando per questo con tecnologia missilistica» diretta alla Corea del Nord.
«La Russia sta pagando l'aiuto dell'Iran con il denaro, e quel denaro sta aiutando i gruppi affiliati dell'Iran in Medio Oriente. C'è quindi un impatto globale e significa che il teatro euro-atlantico, ma anche quello indo-Pacifico», ha spiegato Rutte.
L'olandese ha poi sottolineato che «il 2% è un buon risultato ma chiaramente non è sufficiente. Dobbiamo assicurarci di spendere di più nella difesa per garantire la deterrenza non solo per oggi ma anche per il lungo termine, per essere certi che ci possiamo difendere».
12:24
12:24
Zelensky: «Putin è piccolo rispetto all'Europa unita»
Il presidente russo Vladimir Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in videocollegamento al Parlamento europeo in occasione dei 1000 giorni dall'inizio dell'invasione russa.
«L'Ucraina assieme a tutta l'Europa e ai nostri partner in America siamo riusciti non soltanto a evitare che Putin si prendesse l'Ucraina ma anche a difendere la libertà di tutte le nazioni europee. Anche se ha dalla sua parte Kim jong-un e la Corea del Nord, Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita. Vi esorto a non dimenticare mai quanto l'Europa sia capace di raggiungere assieme», ha affermato Zelensky,
«Le sanzioni sono essenziali. Assieme abbiamo fatto tanto ma non dobbiamo avere paura di fare di più: alcuni leader europei pensano di vincere le elezioni ma Putin non si fermerà. Bisogna spingere più forte contro la Russia», ha dichiarato il leader ucraino.
«Dobbiamo spingere la Russia verso una pace giusta - ha proseguito -, ogni colpo e ogni minaccia della Russia deve essere affrontata con sanzioni, dobbiamo ridurre la capacità della Russia di portare avanti la guerra tramite la vendita di petrolio. Il petrolio è la linfa del regime di Putin e la flotta ombra è quello che lo tiene in vita.»
Zelensky ha anche affermato che «la Russia non prenderà mai parte a negoziati utili senza il fuoco nei suoi depositi di munizioni, senza che la sua logistica militare sia interrotta, senza che le sue basi aree siano distrutte, senza che perda la sua capacità di produrre missili e droni e senza che i suoi asset siano confiscati».
In precedenza la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, nel suo intervento di apertura della sessione plenaria speciale dedicata ai 1000 giorni dell'invasione russa dell'Ucraina, ha dichiarato che «oggi ricordiamo i 1000 giorni da quando la Russia ha scatenato la sua brutale invasione dell'Ucraina. 1000 giorni di terrore, sofferenza e perdite inimmaginabili. 1000 giorni di coraggio, resilienza e spirito indistruttibile. Per 1000 giorni il popolo ucraino - e tu, presidente Zelensky - lo hanno mostrato al mondo com'è il vero coraggio. Ti sei alzato in piedi, rifiutandoti di spezzarti. La tua gente è un ispirazione per tutti coloro che apprezzano la libertà in tutto il mondo».
«Questo è un attacco non solo all'Ucraina ma all'ordine basato sulle regole. Un attacco ai nostri valori, al nostro modo di vivere. Pace, democrazia e libertà: questa è la posta in gioco», ha detto Metsola.
«Riconosciamo il sacrificio che il popolo ucraino sta sopportando, non solo per se stesso, ma per tutti noi. Sarò per sempre orgoglioso del fatto che questo Parlamento abbia guidato la carica nel sostenere l'Ucraina con assistenza politica, finanziaria, umanitaria e militare. Sosterremo sempre la pace, una vera pace basata sulla giustizia, sulla dignità e sul concetto di 'niente sull'Ucraina senza l'Ucraina'. Questo è il motivo per cui abbiamo imposto dure sanzioni alla Russia e chiediamo di andare ancora oltre per colpire la macchina da guerra della Russia. Questo è il motivo per cui siamo stati i primi a chiedere il giusto posto dell'Ucraina all'interno della nostra Unione europea. Ecco perché eravamo lì, sul campo a Kiev, solo un paio di settimane dopo che iniziò l'invasione», ha affermato Metsola.
«Oggi inviamo un messaggio chiaro e semplice: siamo con l'Ucraina, fino alla libertà, fino alla vera pace. Per tutto il tempo necessario. Slava ukraini».
12:13
12:13
Von der Leyen: «Il sostegno dell'UE e dell'occidentale a Kiev continuerà»
«Mille giorni fa, la Russia ha cercato di cancellare l'Ucraina dalla mappa. E per mille giorni, la Russia ha fallito, a causa della resistenza dell'Ucraina e del sacrificio dei vostri eroi». Lo ha detto la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen in un videomessaggio pubblicato in occasione dell'anniversario dei 1000 giorni di guerra in Ucraina.
«Oggi è un giorno di lutto, ma anche un giorno di promesse. Promettiamo di continuare a stare al vostro fianco, per tutto il tempo necessario. Potete stare certi che il sostegno europeo e occidentale continuerà ad arrivare. 50 miliardi di euro fino al 2027 dall'Unione europea. 50 miliardi di dollari fino al 2026 dai paesi del G7 e dall'Unione europea», spiega von der Leyen.
«E ora, stiamo usando i proventi delle attività russe immobilizzate per aumentare la produzione militare all'interno dell'Ucraina e per riparare la vostra infrastruttura energetica prima dell'inverno. Perché la Russia deve pagare per mille giorni di crimini e distruzione», ha aggiunto la presidente della Commissione europea.
«L'inverno che ci aspetta può essere spaventoso. Ma è nei giorni tempestosi che si presentano i veri amici. E l'Europa è la vostra vera amica. Sappiamo che un giorno non molto lontano farete parte della nostra Unione. I vostri progressi verso l'adesione sono impressionanti, ancora di più mentre combattete una guerra esistenziale», ha ancora affermato von der Leyen nel videomessaggio.
«E sono fiduciosa che possiamo passare alla fase successiva dei nostri negoziati. Il futuro dell'Ucraina è nella nostra Unione. La vostra libertà è la nostra libertà. E la nostra Unione è la vostra casa», ha aggiunto la presidente della Commissione europea.
12:12
12:12
Cremlino: «Se Trump ascolta le nostre ragioni, la pace è possibile»
Se il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump sarà pronto ad «ascoltare le preoccupazioni» della Russia e a «capire le ragioni per cui la Russia sta agendo in questo modo», sarà possibile un dialogo «per il raggiungimento della pace». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti quando ricorre il millesimo giorno dall'inizio del conflitto.
Peskov, citato dalla Tass, ha anche ribadito che la Russia non porrà fine alla sua cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina «fino a che tutti i suoi obiettivi saranno raggiunti», nonostante «la guerra scatenata contro la Russia dall'Occidente collettivo».
11:56
11:56
Kiev: «Salgono a 10 i morti per il raid russo su un dormitorio»
Sale a 10 morti, tra cui un bambino, il numero delle vittime per l'attacco russo su un dormitorio nella città di Glukhov, nella regione di Sumy quando ormai sono mille i giorni di guerra in Ucraina dopo l'invasione russa.
Lo riferisce la procura regionale di Sumy su Telegram, come riporta «Ukrainska Pravda». Sotto le macerie potrebbero esserci ancora delle persone.
11:34
11:34
Berlino: «Nessun cambiamento, non daremo a Kiev i Taurus»
«Nessun cambiamento sulla nostra posizione perché le circostanze non sono cambiate: i Taurus sono i Taurus, non gli Storm Shadow». Lo ha detto il ministro delle difesa tedesco Boris Pistorius rispondendo al suo arrivo al Consiglio dei ministri della difesa dell'UE ad una domanda se ora Berlino, dopo la decisione degli USA, cambierà idea sulla fornitura dei missili a lungo raggio all'Ucraina.
Riferendosi poi alla telefonata tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin, Pistorius ha anche affermato che «l'effetto non è stato quello che speravamo: entro 48 ore Vladimir Putin ha lanciato un attacco massiccio sull'Ucraina».
«È importante parlare ogni volta che c'è la possibilità ma questo prova che Putin non vuole negoziare su niente e in Germania, come in altre parti d'Europa, si deve finalmente realizzare che Putin non vuole la pace», ha detto il ministro.
11:08
11:08
Zelensky: «Bisogna costringere con la forza Putin alla pace»
«Ogni giorno chiediamo al mondo determinazione e forza sufficiente affinché l'Ucraina possa bloccare questi attacchi contro il nostro popolo. Ogni nuovo attacco da parte della Russia non fa altro che confermare le vere intenzioni di Putin. Vuole che la guerra continui. I discorsi sulla pace non gli interessano. Dobbiamo costringere la Russia a una pace giusta con la forza». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram per i mille giorni di guerra in Ucraina.
Da parte sua il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, sottolinea su Facebook che da mille giorni è in corso una battaglia estremamente difficile e feroce per il futuro dell'Ucraina.
Come riporta Ukrinform, Syrskyi scrive: «1'000 giorni di guerra su vasta scala. 1'000 giorni di battaglia estremamente difficile e feroce per la nostra esistenza. Per il futuro dell'Ucraina e di ciascuno di noi. 1'000 giorni in cui le forze armate ucraine affrontano il nemico su un fronte che si estende per oltre 1'000 chilometri », ha detto Sirskyi.
Secondo il generale, «nelle trincee ghiacciate della regione di Donetsk e nelle steppe infuocate della regione di Kherson, sotto le granate, la grandine e il fuoco della contraerea, stiamo lottando per il diritto alla vita. Noi e i nostri figli».
«1'000 giorni di vittorie e sconfitte. 1'000 giorni di distruzione del nemico. Centinaia di migliaia di invasori non profaneranno più la nostra terra, decine di migliaia di equipaggiamenti nemici non distruggeranno mai le nostre case», ha sottolineato.
Stando al comandante in capo, «ogni notte oscura, anche se ce ne sono mille, finisce sempre con un'alba. E un giorno sarà l'alba della nostra Vittoria». Syrskyi esprime poi la sua gratitudine a tutti coloro che lottano e aiutano. «Memoria eterna per tutti coloro che sono morti in questa guerra», sottolinea il generale.
10:58
10:58
Zelensky: «Colpito un dormitorio scolastico, almeno 7 morti»
Un attacco russo la scorsa notte ha ucciso almeno sette persone, fra cui anche un bambino, nella regione di Sumy, dove è stato colpito un dormitorio scolastico, nel nord-est dell'Ucraina, che in questi ultimi giorni è oggetto di un ritmo crescente di attacchi nemici: lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
«Questa notte un drone ha colpito Hlukhiv, distruggendo un dormitorio di istituzioni educative locali. A quanto ne sappiamo ora, sette persone, fra cui un bambino, hanno tragicamente perso la vita in quell'attacco», ha detto Zelensky, aggiungendo che diverse persone potrebbero ancora trovarsi sotto le macerie.
Intanto, secondo le autorità locali, è salito da 43 a 55 il bilancio dei feriti nell'attacco russo di ieri sulla città ucraina di Odessa, nel sud. I morti sono stati almeno dieci.
10:53
10:53
Cassis all'Onu chiede la fine della guerra in Ucraina
Nella serata di ieri il consigliere federale Ignazio Cassis, dopo essere intervenuto al Consiglio di sicurezza dell'Onu su Medio Oriente e Sudan, ha chiesto a Mosca la fine delle ostilità con l'Ucraina. Dopo 1000 giorni di guerra è ora che le armi tacciano.
A New York il ticinese si è detto profondamente preoccupato per i massicci attacchi sferrati dalla Russia contro le infrastrutture energetiche in Ucraina. Si tratta di un grande pericolo per la popolazione con l'inverno ormai alle porte.
Il «ministro» degli esteri ha aggiunto che la guerra non destabilizza solo la sicurezza internazionale a causa della minaccia nucleare, ma mette anche in pericolo la sicurezza alimentare ed energetica mondiale.
Cassis ha criticato il rischio d'espansione del conflitto dovuto all'impiego di migliaia di soldati della Corea del Nord, che secondo i rapporti combattono al fianco dei russi. La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina vanno rispettati, ha sottolineato.
10:50
10:50
Teheran: «ingiustificate le sanzioni Ue contro l'Iran»
Il ministero degli Esteri iraniano ha criticato oggi come ingiustificate le nuove sanzioni dell'Ue e del Regno Unito contro Teheran per il suo sostegno alla guerra della Russia in Ucraina.
«Mentre il presidente ucraino» Volodymyr Zelensky «ha ammesso che nessun missile balistico iraniano è stato esportato in Russia, le misure dell'Unione Europea e del Regno Unito nell'applicare sanzioni contro l'Iran non possono essere giustificate», ha affermato il portavoce dicasteriale Esmaeil Baghaei in un comunicato.
«Le nuove sanzioni, con il pretesto del trasporto di missili da parte dell'Iran in Russia, mancano di legittimità e di base legale o logica. Violano il diritto alla libera navigazione internazionale e al commercio marittimo, e quindi coloro che stanno dietro a queste sanzioni dovranno assumersi la responsabilità internazionale».
«L'Iran respinge le politiche di interferenza dell'UE e del Regno Unito nelle relazioni legittime e legali tra i paesi (Iran e Russia) nei settori della difesa e militare», ha sottolineato il portavoce, aggiungendo: «Faremo leva su tutte le potenzialità della cooperazione con i suoi partner per garantire i suoi interessi e la sua sicurezza nazionale».
10:24
10:24
Putin approva il decreto che aggiorna la dottrina nucleare della Russia
Il presidente russo Vladimir Putin ha approvato il decreto che aggiorna la dottrina nucleare della Russia. Lo riporta la Tass.
La Russia potrà usare armi nucleari come «estrema risorsa per proteggere la sovranità del paese» se essa sarà minacciata da un attacco nucleare o con armi convenzionali, secondo quanto prevede la nuova dottrina nucleare promulgata oggi da Putin. La decisione sul loro impiego spetta al presidente.
Come sottolinea la Tass, la dottrina precedente prevedeva l'impiego di armi nucleari nel caso in cui «l'esistenza stessa dello Stato sia minacciata». Ora il concetto viene ampliato, prevedendo appunto una risposta nucleare «all'uso di armi nucleari o altre armi di distruzione di massa contro la Russia e i suoi alleati così come nel caso di un'aggressione contro la Federazione Russia e la Bielorussia con l'uso di armi convenzionali che comporti una minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale».
La Russia potrà dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell'Ucraina con l'uso di missili forniti da paesi occidentali, riferisce ancora la Tass. «Sì, è menzionato», ha risposto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov rispondendo a una domanda dei giornalisti su un aspetto della nuova dottrina nucleare che considera minacce alla sovranità nazionale anche attacchi da paesi non nucleari ma con il sostegno di paesi nucleari. E che quindi consentono una rappresaglia nucleare.
06:00
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Il punto alle 6.00
Il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con favore la decisione degli Stati Uniti di consentire all'Ucraina di lanciare contro la Russia missili a lungo raggio forniti da Washington. Si tratta di una mossa «totalmente buona» da parte di Washington, ha affermato Macron in Brasile, a margine del vertice del G20.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha affermato ieri sera a margine della riunione dei capi della diplomazia europei a Bruxelles che l’Ungheria sta aiutando l'aggressione russa all'Ucraina continuando a bloccare gli aiuti militari dall'UE. A riportare la notizia sono i media di Kiev. «Vorrei capire le ragioni per cui l'Ungheria non vuole aiutare l'Ucraina, che sta lottando per la libertà, e vuole invece assistere l'aggressore in questo conflitto», ha detto Sikorski ai giornalisti. «Purtroppo non posso dirvi che l'European Peace Facility (Epf) è stato sbloccato, perché sfortunatamente è ancora sottoposto al veto da parte ungherese, nonostante sia stato creato un meccanismo grazie al quale i soldi ungheresi non dovrebbero andare ad aiutare l'Ucraina», ha aggiunto il funzionario di Varsavia. Sikorski ha detto di aver fatto appello ai membri del partito polacco Diritto e giustizia (Pis) affinché lavorino con quello ungherese al governo Fidesz, con cui condividono legami politici, per convincere il primo ministro ungherese Viktor Orban a cambiare la sua posizione sui fondi Epf per l'Ucraina.
Intanto, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha incontrato a Pyongyang il ministro delle risorse naturali russo Alexander Kozlov, hanno riferito i media statali, in una dimostrazione dei legami sempre più stretti fra i due Paesi sulla scia della guerra in Ucraina. Menzionando un trattato sulla difesa recentemente attivato tra i due Paesi, Kim ha fatto appello alla «promozione ulteriore di commercio intergovernativo, scambio economico, scientifico e tecnologico», riferisce l'agenzia Kcna. L'incontro è avvenuto contemporaneamente all'arrivo a Pyongyang di una delegazione di un'accademia militare russa.
Dal canto loro, i ministri degli Esteri cinese e russo, Wang Yi e Serghei Lavrov, hanno discusso delle tensioni nella penisola coreana durante un incontro avuto lunedì a margine del G20 a Rio de Janeiro. Secondo i media statali di Pechino, le due parti «si sono scambiate opinioni sulla crisi ucraina e sulla situazione nella penisola coreana», senza fornire ulteriori dettagli specifici. Wang ha affermato che la Cina è «disposta a lavorare con la parte russa per rafforzare ulteriormente la cooperazione e l'allineamento» strategico bilaterale, ha riferito il network statale Cctv, secondo cui Pechino avrebbe dato «i dovuti contributi allo sviluppo e alla rivitalizzazione dei rispettivi Paesi e alla riforma della governance globale». In agenda, quindi, anche la più stretta collaborazione militare tra Russia e Corea del Nord che ha inviato milioni di munizioni e altre armi e almeno 10mila uomini per sostenere lo sforzo bellico di Mosca contro l'Ucraina. Alcuni analisti hanno rilevato che la decisione di Pyongyang avrebbe messo a disagio Pechino per le implicazioni legate alla sicurezza ai suoi confini, viste le proteste sollevate da Corea del Sud e Giappone. La Cina è tradizionalmente il più grande alleato diplomatico della Corea del Nord ed è sempre stata una fonte critica di sostegno economico per l'economia moribonda di Pyongyang. La scorsa settimana, nel summit a margine dell'Apec di Lima, il presidente Xi Jinping ha detto all'omologo americano Joe Biden che Pechino «non consente che si verifichino conflitti e disordini nella penisola coreana». La Cina, ha assicurato Xi nell'occasione, «non resterà a guardare quando la sua sicurezza strategica e i suoi interessi fondamentali saranno minacciati», in base al resoconto dell''agenzia di stampa statale Xinhua.
Sul fronte militare, intanto, sale da 43 a 55 il bilancio dei feriti nell'attacco russo di ieri sulla città ucraina di Odessa, secondo le autorità locali. I morti sono stati almeno dieci.
Dal canto suo, Mosca afferma che i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto stanotte 12 droni ucraini sulle regioni russe di Rostov e Belgorod. Lo riporta l'agenzia di stampa Tass, citando il Ministero della Difesa russo.