Lutto

Ma qual è la Generazione Friends?

Il telefilm non è replicabile, così connesso con lo spirito del tempo – Il personaggio di Chandler Bing è forse il più affascinante e Matthew Perry lo ha reso benissimo
© Shutterstock
Stefano Olivari
01.11.2023 17:00

La morte di Matthew Perry, il Chandler di Friends, ha colpito milioni di persone non perché la serie, che negli anni Novanta ancora si chiamava telefilm o per essere precisi sitcom, sia stata la migliore di tutti i tempi ma perché raramente un prodotto televisivo ha rappresentato così bene una generazione. Ma qual è la generazione di Friends?

Generazione X

Con una buona approssimazione si può dire che la generazione di Friends coincida con la Generazione X, cioè con quella definita dal romanzo di Douglas Coupland e che comprende i nati dal 1965 al 1980: i fratelli minori e in molti casi i figli dei boomer. Tutti gli attori erano X (Jennifer Aniston-Rachel, Matt LeBlanc-Joey, David Schwimmer-Ross e anche Matthew Perry-Chandler) o quasi (Courteney Cox-Monica e Lisa Kudrow-Phoebe), ma soprattutto era X il pubblico delle sue 10 stagioni, trasmesse dal 1994 al 2004 e poi replicate ma non troppo. Non è un caso che la serie non abbia avuto sequel e nemmeno spin-off, fatta eccezione per una di scarso successo incentrata su Joey: troppo legata ad un’epoca ancora leggera, almeno sui media, in cui chi viveva in Occidente sull’onda lunga degli anni Ottanta era concentrato più sui propri amori, più o meno sfortunati, e sul proprio lavoro che sulle disgrazie dell’umanità. Ecco perché Friends è così generazionale e non replicabile, così connesso con lo spirito del tempo.

Friends arrivò sulla TSI 1 nel 1996 e soltanto nel 1997 su Rai 3

Ridono loro, ma ridevamo anche noi

Non sempre a questi trentenni le cose vanno bene, sentimentalmente e sul lavoro, ma sempre prendono gli eventi nel modo giusto, cambiando appartamenti a seconda delle situazioni. All’inizio vivono insieme Rachel e Monica in una casa e Chandler e Joey in un’altra, mentre Ross e Phoebe (precedente coinquilina di Monica) stanno altrove. Inutile ricordare tutti i cambiamenti e le varie combinazioni in base alle relazioni, certo come in ogni sitcom quasi tutto avviene in pochi ambienti, di solito chiusi, di fatto gli appartamenti e il bar. Si parla molto, fra battute e tormentoni, tutti sono insoddisfatti delle proprie vite ma in fondo con gli occhi di oggi non gli va tanto male: sono un gruppo di amici a Manhattan in cerca della propria strada, con qualche momento di malinconia ma senza pessimismo cosmico. Ridono loro, ma ridevamo anche noi. Risate che in Ticino sono state fatte prima che in Italia, visto che Friends, tradotto con Amici (la trasmissione di Maria De Filippi non era ancora nata), arrivò sulla TSI 1 nel 1996 e soltanto nel 1997 su Rai 3.

Jennifer Aniston

Diversamente da quasi tutte le serie televisive di successo, anche quelle corali, Friends non è basata su uno o due personaggi che si staccano dagli altri, ma su sei pari grado che hanno le loro storie, soltanto a volte coincidenti, e quindi sempre qualcosa da far commentare agli altri. Rachel è ricca di famiglia ma dopo avere schivato il matrimonio fa la cameriera, Monica è una chef, Phoebe una massaggiatrice, Ross un paleontologo, Joey un attore o aspirante tale, Chandler un analista finanziario ma non si è mai capito bene. Non c’è dubbio però che il personaggio più conosciuto da chi non seguiva Friends sia Rachel, per merito di una Jennifer Aniston che insieme a Courteney Cox è dei sei quella che ha avuto la migliore carriera fuori da questa bolla, oltre che più copertine delle riviste (sembra davvero di parlare di un altro mondo) per la sua eleganza ma anche perché proprio in pieno boom di Friends si fidanzò e poi si sposò con Brad Pitt, creando una delle coppie più famose della storia di Hollywood, con divorzio poco dopo la fine della serie. Memorabili i dibattiti sul suo rapporto (nella sitcom) con Ross, con il quale ha una bambina ma vivendo con lui come amici e non come amanti, anche se poi alla fine si sposeranno rendendoci felici.

Ma che lavoro faceva Chandler?

Chandler... ci manchi

Se Rachel e Monica forse si sono prese più la scena, a parità di spazio in sceneggiatura, il personaggio di Chandler Bing è forse il più affascinante e Matthew Perry lo ha reso benissimo. A lui toccano infatti le battute migliori, con quel sarcasmo che unisce le migliori compagnie di amici e divide le peggiori: nemico delle feste comandate anche per il suo vissuto familiare (il padre transessuale gestisce un locale gay a Las Vegas, la madre scrive romanzi erotici). È insoddisfatto del suo rapporto con le donne ed in sostanza di tutto e si aggrega al gruppo grazie a Ross, suo vecchio compagno di università oltre che fratello maggiore di Monica. La convivenza con Joey è piena di episodi divertenti, fra scherzi e litigi da adolescenti, come divertenti sono i suoi tentativi di lasciare Janice, la classica «fidanzata di» che non piace al gruppo. Va da sé che tutto il tifo del pubblico sia per il suo amore con Monica, che alla fine terminerà ovviamente con un matrimonio. Non si capisce mai bene quale lavoro faccia, Chandler, ed in questo il personaggio è davvero in anticipo sui tempi.

Oggi sarebbe praticamente impossibile

Come tutti i fenomeni di culto Friends non è stato replicabile né replicato, la NBC non ci ha nemmeno provato: per dare l’idea del suo successo basti pensare che nelle ultime delle 236 puntate ognuno dei sei protagonisti guadagnava un milione di dollari a puntata. Di sicuro oggi ci sarebbero altri ostacoli: già all’epoca Friends fu criticato perché tutti gli attori principali erano bianchi, mediamente benestanti, senza grandi problemi, senza un grande interesse per il resto del mondo. Un crimine nel mondo Netflix in cui le parti sono scelte badando più alle quote etniche che al racconto, per non parlare delle battute che di fatto non possono più esistere perché qualcuno (tranne il cinquantenne americano bianco o il cattivo russo) potrebbe offendersi. Diciamo la verità: Chandler in un ipotetico Friends 2023 non potrebbe nemmeno fumare. E ci manca.