Fisica

Ma viaggiare nel tempo, teoricamente, potrebbe essere possibile?

Le serie TV, nel corso degli anni, ci hanno fatto appassionare sempre di più al fenomeno, ma nella realtà potremmo mai riuscire davvero a spostarci in avanti o indietro nel tempo? – Le teorie della relatività dicono di sì: ma solo in teoria
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Red. Online
07.12.2023 10:00

Da Doctor Who a Lost, fino a Dark. I viaggi nel tempo nelle serie TV, di solito, piacciono. E anche molto. Tengono gli spettatori incollati ai dispositivi, continuando a stupirli e regalando innumerevoli colpi di scena. Non senza generare domande e confusione. Anche se forse, è proprio quella la parte migliore.

Negli ultimi anni, soprattutto, la componente dei viaggi del tempo è diventata sempre più centrale in molti dei nuovi prodotti seriali. Basti pensare alla recentissima Bodies, che si sviluppa su quattro archi temporali differenti. E più il mondo delle serie TV ci propone questo elemento, più ci domandiamo se, prima o poi, l'essere umano riuscirà a tutti gli effetti a creare una vera e propria macchina del tempo. In grado di catapultarci nel passato, ma anche nel futuro. Per vedere cosa ci attende. 

Razionalmente, la risposta alla domanda sembra già segnata. Improbabile, infatti, pensare di ritrovarsi a camminare in una radura con i dinosauri, o partecipare in prima persona alla Rivoluzione Francese. Lo stesso vale per quello che ancora deve avvenire: come potrebbe l'essere umano riuscire a vedere cosa ne sarà del suo pianeta, fra 50 anni o addirittura di più? 

Ma sebbene tutto suggerisca che i viaggi del tempo siano una dimensione esplorabile solo dalle serie tv, le teorie della relatività di Albert Einstein ci dicono qualcosa di diverso. Soprattutto, ci spiegano che il flusso del tempo non è costante. E anzi, può accelerare o rallentare, a seconda delle circostanze. Questa caratteristica da sola basterebbe per affermare ciò che per molti può sembrare impossibile: viaggiare nel futuro è possibile. Mentre viaggiare nel passato è estremamente complicato, se non impensabile. E ora vi spieghiamo per quale motivo.

Tutto merito della relatività

Innanzitutto, è opportuno ricordare che la possibilità di viaggiare nel futuro non ha nulla a che vedere con ciò che i registi ci propinano durante i nostri show preferiti. Dunque, è altamente improbabile che sfruttando il flusso del tempo ci si riesca a catapultare in una Lugano del 2053, magari post-apocalittica come la Winden del futuro di Dark. Tutt'altro. Ma la cosa più sorprendente è che per viaggiare nel futuro non occorre neppure una scatola del tempo. 

L'esempio perfetto, che arriva da un approfondimento della BBC, ci spiega infatti che il tempo passa più lentamente quando si viaggia in velocità. In parole semplici, più si viaggia velocemente, più i secondi scorrono lentamente. Questo, in scala infinitesimale, accade a chiunque si trovi a bordo di un aereo, che procede a una velocità più elevata della norma. L'effetto, però, in generale, diventa significativo quando ci si avvicina alle velocità della luce. Ed è a quel punto che nasce ciò che gli esperti definiscono «il paradosso dei gemelli», ispirato alla vera vicenda dei gemelli Scott e Mark Kelly.

Secondo questa teoria – in parte verificata – se uno tra due gemelli identici diventasse astronauta, passerebbe parte della sua vita a sfrecciare nello spazio a una velocità molto elevata. Il che, va da sé,  gli consentirebbe di invecchiare più lentamente, rispetto al fratello rimasto sulla Terra, che continuerebbe invece a vivere a una «velocità standard». Quindi, qualora l'astronauta facesse rientro sul nostro Pianeta, ad attenderlo ci sarebbe un fratello decisamente più anziano rispetto a lui. Questo perché, nello spazio - a quelle velocità -, il tempo scorre più lentamente rispetto a quanto non avvenga sulla Terra. Si stima infatti che un anno trascorso viaggiando alla velocità della luce equivalga circa a due anni sul nostro pianeta.

Dimenticate le macchine del tempo

Certo, si tratta di un esempio estremo. Nella vita di tutti i giorni, infatti, questi effetti relativistici sono così piccoli da risultare impercettibili. Ma esistono e influenzano in particolare i satelliti che utilizziamo per il GPS. Basti pensare che gli orologi nello spazio scattano più velocemente di quelli sulla Terra, e per questo devono essere costantemente riadattati. Altrimenti, svelano gli esperti, Google Maps sbaglierebbe a indicare le posizioni di circa 10 km al giorno. Un motivo simile a quello per cui, ancora oggi, non esiste un orologio che misuri il tempo sulla Luna.

Tuttavia, grazie alla relatività, si può dire che, almeno tecnicamente, viaggiare nel futuro è possibile. O viaggiando a velocità prossime a quelle della luce, o trascorrendo il tempo in un intenso campo gravitazionale, talmente forte da rallentare anche il tempo (pensiamo a Interstellar e ai buchi neri). Due situazioni che, insomma, non ci si palesano davanti agli occhi tutti i giorni, ma che suggeriscono che viaggiare in avanti nel tempo, in qualche modo, anche solo teoricamente, sia possibile. In entrambi i casi, si sperimenterebbe una quantità di tempo soggettivo relativamente breve, mentre nel resto dell'Universo passano decenni o addirittura secoli. E potenzialmente, una persona che ha vissuto tutta la sua vita ad alte velocità nello spazio, potrebbe scendere sulla Terra dopo un tempo relativamente breve, secondo la sua percezione, trovando però un mondo che è andato molto più avanti. 

Niente tuffi nel passato

Ma ora arriviamo ai tasti dolenti. Ossia, i viaggi nel passato. Forse i più ambiti, tra tutti. Ma decisamente i più impensabili da compiere. La buona notizia, se così si può definire, secondo le teorie della relatività, tecnicamente, esisterebbe alcune opzioni anche per viaggiare indietro nel tempo. La brutta notizia, però, è che si tratta di sole teorie. Stando a quanto rivelano alcuni esperti interpellati dalla BBC, un tentativo potrebbe venire condotto dalla creazione di «curve chiuse simili al tempo». In altre parole, si tratterebbe di percorsi attraverso lo spazio e il tempo che si «riavvolgono» su se stessi. In questo modo, una persona che segue quel percorso, si ritroverebbe alla fine di esso nello stesso momento e luogo di partenza. 

Si tratta di una teoria già avanzata da Kurt Gödel nel 1949, ma che purtroppo, ancora oggi, sembra destinata a rimanere solo tale, e per diverse ragioni. Per prima cosa, proprio perché si tratta di una teoria, non si sa se nell'Universo esista un percorso simile. Tanto meno, anche disponendo di poteri tecnologici ancor più efficienti di quelli attuali, nessuno sarebbe in grado di creare di proposito delle curve chiuse simili al tempo. Anche nella remotissima ipotesi in cui il risultato, sorprendentemente, venisse raggiunto, si otterrebbe un risultato tale per cui, semplicemente, assisteremmo alla ripetizione dello stesso evento all'infinito. 

E i wormhole?

E in ultimo, pensiamo a quelli che, soprattutto nelle serie TV, sono la causa dell'apertura dei varchi temporali: i wormhole. Un fenomeno che, secondo le teorie della relatività, effettivamente, potrebbe verificarsi. Come se lo spazio-tempo fosse in grado di piegarsi come un foglio di carta, permettendo di perforare un tunnel per creare una scorciatoia tra due punti molto distanti. 

Ma anche qui, le speranze si sgretolano in men che non si dica. Tanto per cominciare, anche in questo caso, nessuno è davvero sicuro che i wormhole esistano davvero. Se così fosse, comunque, a detta degli esperti, avrebbero una durata incredibilmente breve. E sarebbero, soprattutto, anche molto piccoli. Piccolissimi. Microscopici. Sarebbe impossibile, quindi, pensare che un batterio possa passarci attraverso. Figuriamoci un essere umano. Ed è proprio per questo che, quasi sicuramente, non finiremo mai nel 1986 a parlare con un'altra versione di noi stessi, come Jonas nel suo impermeabile giallo, grazie al wormhole nelle grotte di Winden. 

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