Maduro denuncia un attacco «ciber-fascista»
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha denunciato un «colpo di stato ciber-fascista e criminale» contro il suo Paese nell'ambito di una campagna di comunicazione internazionale attraverso l'utilizzo dei più utilizzati social network.
«Accuso Tik Tok e Instagram della responsabilità nella diffusione dell'odio e del fascismo per dividere i venezuelani e cercare di favorire violenza e portare il fascismo nel Paese», ha detto il leader chavista, annunciando una possibile limitazione nell'accesso ai social.
Nel corso del suo intervento per la commemorazione dell'87esimo anniversario della Guardia nazionale boliviariana, ha evidenziato che la campagna punta specificamente a «dividere, demoralizzare e smobilitare» le forze armate.
Dal canto suo, l'ex presidente della Colombia, Ivan Duque, in una lunga pubblicazione su X, ha denunciato che il presidente del Venezuela Nicolas Maduro vorrebbe utilizzare il presunto attacco hacker sofferto dai sistemi del Consiglio nazionale elettorale (Cne) per giustificare l'annullamento delle elezioni del 28 luglio e convocare nuove consultazioni entro il prossimo dicembre.
La Corte suprema a maggioranza filogovernativa «starebbe studiando la possibilità di dichiarare nulle le elezioni», motivando la decisione con una manipolazione dei dati nel corso «dell'attacco informatico proveniente dalla Macedonia del Nord» denunciato dal governo nel corso delle operazioni di scrutinio. Per Duque questa teoria sarebbe «usato come cortina di fumo» per «evitare di riconoscere la sconfitta».
Pur proclamando come legittima l'elezione di Nicolas Maduro, il Cne non ha ancora pubblicato i verbali elettorali di ciascuna sezione, come richiesto dalla comunità internazionale come prova dell'effettiva elezione. Il governo ha subordinato la pubblicazione degli atti a un'inchiesta sulla presunta alterazione degli atti nel corso dell'invasione informatica.