Venezuela

Maduro riconfermato presidente

Dubbi sia all'interno del Paese sia all'estero sono però sorti riguardo alla regolarità dell'elezione
© AP Photo/Fernando Vergara
Ats
29.07.2024 07:26

Con l'80% delle schede scrutinate «il presidente uscente, Nicolas Maduro, ha ottenuto 5.150.092 voti, ovvero il 51,2%, mentre il suo diretto avversario, Edmundo Gonzalez Urrutia 4.445.978, ovvero il 44,02%». Lo ha annunciato il Consiglio elettorale nazionale, sei ore dopo la chiusura dei seggi.

L'affluenza alle urne è stata del 59%. Il CNE ha anche denunciato «un'aggressione al sistema che ha causato ritardi».

«Non ci sono riusciti con le sanzioni, con l'aggressione, con la minaccia. Non ce l'hanno fatta ora e non ce la faranno mai con la dignità del popolo del Venezuela. Il fascismo in Venezuela, la terra di Bolivar e Chavez, non passerà». Queste le prime parole del presidente Nicolas Maduro, che festeggia con migliaia di supporter che si sono concentrati davanti al Palazzo Miraflores.

«Chavez vive. Chavez questo trionfo è tuo», ha poi aggiunto ricordando che ieri, nel giorno delle elezioni, era il suo settantesimo compleanno.

Denunciate irregolarità

L'ex deputata della Plataforma unitaria democrática, Delsa Solórzano, ha denunciato al Consiglio elettorale irregolarità nello scrutinio.

«Lo denuncio con le prove in mano - ha affermato -. Stanno ritardando la trasmissione dei dati al centro di computazione e la pubblicazione dei verbali. C'è un numero significativo di seggi elettorali da cui vengono allontanati i nostri testimoni e altri in cui si rifiutano di trasmettere i risultati della scheda di conteggio».

«Ma con i risultati che abbiamo - ha aggiunto - possiamo dire di sapere cosa sta accadendo nel Paese».

Perplessità anche all'estero. Il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, ha espresso «seri dubbi» che i risultati delle elezioni presidenziali in Venezuela rappresentino la volontà del popolo.

La replica

«Abbiamo subito un attacco massivo hacker al centro del Consiglio elettorale. Sappiamo chi lo ha fatto. Lo hanno fatto perché volevano impedire che il popolo del Venezuela avesse il suo risultato ufficiale. Per poter gridare quello che avevano preparato, 'gridare alla frode'. Gente brutta, brutti, la gente bella è qui con me», ha dal canto suo replicato Maduro, nel suo primo intervento dopo la vittoria.

«Questo film lo abbiamo già visto con Capriles, ci furono morti per colpa loro - ha evidenziato -. Non permetteremo che scatenino la violenza. Ha prevalso la voce della pace. Non lasciatevi attrarre dalla violenza».

«Un intervento di potenze estere contro il voto»

Il regime di Nicolás Maduro denuncia «un intervento» contro il voto presidenziale da parte di un gruppo di nove Paesi latinoamericani «e di potenze straniere».

«Il Venezuela denuncia e avverte il mondo di un intervento contro il processo elettorale, il nostro diritto alla libera autodeterminazione e la sovranità della nostra patria, da parte di un gruppo di governi e potenze straniere», ha scritto il ministro degli Esteri venezuelano Yvan Gil.

«Questo gruppo, una versione del famigerato, defunto e sconfitto Gruppo di Lima, che comprende funzionari governativi di Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Perù, Uruguay e Repubblica Dominicana, insieme a un gruppo di sicari politici di ultradestra specializzati nella destabilizzazione dei governi della regione, è un gruppo che sta cercando di destabilizzare il processo elettorale».

Tra questi, aggiunge il ministro, ci sono «Iván Duque, Mauricio Macri, Andres Pastrana, Oscar Arias, Marco Rubio e Rick Scott», che - secondo il governo venezuelano - «cercano di minare ciò che oggi è stato espresso in pace e spirito civico nel nostro Paese, che non è altro che l'esercizio del diritto di elezione del popolo».

«In Venezuela il diritto di voto si esercita con assoluta libertà e legalità sotto l'egida delle nostre leggi e il controllo di uno dei cinque Poteri pubblici dello Stato. E ciò avviene attraverso un sistema trasparente, sicuro e inviolabile, riconosciuto come uno dei migliori al mondo, che garantisce pienamente il principio un elettore, un voto», si legge nella lettera.

«Le stesse persone che hanno riconosciuto un fantoccio nel 2019 intendono imporlo oggi nel 2024», si sottolinea. «Questa operazione miserabile e disperata è destinata a fallire perché il Venezuela è un Paese libero e sovrano e non accetterà mai imposizioni o ricatti e tanto meno da organismi stranieri privi di moralità e legalità da attaccare», si conclude.

L'opposizione: «Abbiamo vinto noi con il 70%»

La leader dell'opposizione, Maria Corina Machado, ha affermato che «il nuovo presidente eletto» del Venezuela è l'ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, nonostante il Consiglio elettorale abbia annunciato la vittoria di Nicola Maduro.

La forza anti-chavista ha proclamato di aver «vinto con il 70%» dei voti.