«Mamma mia», Super Mario è venuto proprio bene
Ormai lo sappiamo: film e serie TV ispirate al mondo dei videogiochi funzionano, e anche molto bene. Free Guy – Eroe per gioco e Ready Player One ci hanno raccontato in modo comprensibile a tutti come funzionano i videogiochi, mentre la serie TV The Last of Us è talmente ben riuscita da aver rilanciato la vendita del videogame. Sul fronte dei film d'animazione, il recente Sonic 2 ha dimostrato che un platform veloce, quasi senza trama, e con un porcospino che corre da tutte le parti può diventare un cartone animato di un paio d'ore che diverte tutta la famiglia.
Siamo quindi entrati in sala pieni di aspettative per Super Mario Bros - il film, realizzato da Nintendo insieme a Illuminations, la casa di produzione che ha già dimostrato di saperci fare con i meravigliosi e spassosi Minions e Cattivissimo Me. Un ottimismo sconfinato, che però non cancellava totalmente l’incubo mai dimenticato del film live action Super Mario Bros, quello di inizio anni '90 con Bob Hoskins e Dennis Hopper talmente brutto da fare quasi storia.
Non vi teniamo sulle spine: il nuovo Super Mario Bros è un film d'animazione davvero ben riuscito. Ovvio, è pensato per divertire i più piccoli - colorato, veloce, trama molto light - e per strizzare l'occhio agli appassionati sia teen che boomer del videogioco di Nintendo. Detto questo, siamo convinti che vedere Super Mario Bros al cinema con un bel paccone di pop corn non sia sicuramente il modo peggiore di passare una domenica pomeriggio in famiglia, anche per i grandi di casa.
La storia di Super Mario Bros. Mentre gli sceneggiatori di una serie come The Last of Us hanno potuto semplicemente replicare su schermo quello che succedeva nel videogioco per avere in mano un prodotto collaudato e vincente, per gli autori di Super Mario Bros la strada era tutta in salita. I videogame di Super Mario non hanno poi questa narrazione leggendaria e approfondita: il baffuto idraulico italiano, in ognuno degli oltre 20 platform usciti dagli anni’80 a oggi e negli innumerevoli spin-off in cui gioca a tennis, risolve puzzle, partecipa party game e corre su kart, deve vedersela con cattivissime tartarughe troppo cresciute e mostracci vari che rapiscono puntualmente la principessa Peach. Non è esattamente una narrazione shakespeariana, insomma. Eppure, ci sono riusciti: in Super Mario Bros c’è una storia semplice e che funziona.
Mario e Luigi sono due fratelli idraulici che vivono e lavorano nella tentacolare New York. Quando un mega allagamento rischia di mettere in ginocchio la Grande Mela, i due si lanciano nel sottosuolo per fermare la perdita e dimostrare a tutti, clienti scettici e famiglia di origine italiana inclusi, che ci sanno fare con chiavi inglesi e cacciaviti. Purtroppo, la situazione precipita e i due finiscono in un mondo parallelo: Luigi si conferma il fratello meno favorito dalla sorte e finisce in un regno oscuro fatto di piante assassine e mostriciattoli traditori. Mario, il solito fortunello, in una coloratissima vallata piena di funghi deliziosi, esserini cucciolosi e soprattutto governato dalla splendida principessa Peach.
Il film, per inciso, si è adattato ai tempi: Peach non è più la principessa inerme da salvare, ma la energetica leader del mondo (parallelo) libero che sta guidando la lotta contro il super malvagio Bowser, il cattivo per antonomasia nell'epica supermariesca. Naturalmente, Mario non ci pensa due volte e parte con la Principessa per una odissea a caccia di alleati e in cerca del fratello, per affrontare come si deve Bowser una volta per tutte.
Come vi avevamo anticipato, non è una trama particolarmente rivoluzionaria, ma aderente al franchise video ludico e comprensibile da tutti, sia giovanissimi sia chi non ha mai giocato a un Super Mario in vita sua. Un'ora e mezza (quindi nemmeno esageratamente lungo, come spesso succede al cinema) con animazioni eccellenti al livello dei passati lavori di Illuminations, e una serie di situazioni che sono una ottima scusa per replicare su grande schermo le meccaniche dei videogame di Mario.
Per esempio, a un certo punto Mario e Luigi, quando sono ancora a Brooklyn, devono correre verso una cliente altolocata con il rubinetto che perde. Un'occasione per mostrare i due che corrono e saltellano per le strade newyorkesi con prospettiva laterale, proprio come i primi platform bidimensionali del franchise Nintendo. Oppure, a circa metà film, l'allegra combriccola deve spostarsi dal regno di Donkey Kong a quello di Bowser: niente di meglio che salire su dei kart e sfrecciare su piste sospese nel cielo, lanciando banane per ostacolare i nemici e esibirsi in sgommate e derapate proprio come succede nel divertentissimo videogame Mario Kart.
I videogiocatori veterani di questi titoli comprenderanno immediatamente i riferimenti e le citazioni ai loro videogame preferiti; chi invece non ha mai giocato a un Super Mario neanche per sbaglio, vedrà semplicemente un film d'animazione divertente e spassoso – che poi è tutto quello che desideravamo da questo film.