Paesi Bassi

Marcia per il clima ad Amsterdam, Greta Thunberg contestata sul palco

La questione medio-orientale ha raggiunto la manifestazione ambientalista, irritando un contestatore: «Sono venuto qui per una dimostrazione sul clima, non per una visione politica» – IL VIDEO
© KEYSTONE (AP Photo/Peter Dejong)
Red. Online
13.11.2023 10:31

Decine di migliaia di manifestanti hanno marciato, ieri, ad Amsterdam per chiedere un’azione immediata contro il cambiamento climatico, a 10 giorni dalle elezioni anticipate nei Paesi Bassi. Secondo le autorità locali, circa 70.000 persone si sono unite alla marcia, tra cui Frans Timmermans, che guiderà i partiti laburisti e verdi alle prossime elezioni. L’evento era stato organizzato da una coalizione di organizzazioni tra cui Extinction Rebellion, Fridays for Future, Oxfam e Greenpeace. «La nostra casa è in fiamme» e «Giustizia climatica ora» erano i principali slogan dei manifestanti, riuniti nella piazza centrale della capitale prima di riprendere la marcia attraverso la città. Tra i partecipanti c'era anche l'attivista climatica Greta Thunberg, bersaglio di una contestazione mentre si trovava sul palco.

L'attivista svedese ha invitato sul palco una ragazza palestinese e una ragazza afghana che hanno mosso accuse di genocidio nei confronti di Israele, provocando la reazione di parte delle persone presenti. Greta Thunberg, che indossava la kefiah come sciarpa, ha fatto riferimento al conflitto in Medio Oriente evidenziando la necessità di «ascoltare le voci di coloro che sono oppressi e di coloro che lottano per la libertà e per la giustizia. Altrimenti, non può esserci giustizia climatica senza solidarietà internazionale». «Le persone che si trovano in prima linea nella crisi climatica ne sperimentano in prima persona le conseguenze ormai da decenni e hanno lanciato l’allarme. Ma noi non abbiamo ascoltato. Le persone al potere non ci hanno ascoltato», ha detto. In quel momento un uomo le ha strappato il microfono: «Sono venuto qui per una dimostrazione sul clima, non per un comizio politico», ha detto. L’uomo è stato poi allontanato dal palco. E sono partiti i cori a sostegno della Palestina: «Non c’è giustizia climatica per i territori occupati».

Quella di ieri è già stata definita «la più grande marcia di sempre» nel Paese dagli organizzatori. La volontà – risaputa – era quella di chiedere alle autorità di prestare maggiore attenzione ai cambiamenti climatici. «Mentre le crisi continuano a crescere e mancano sei anni per raggiungere gli obiettivi climatici dei Paesi Bassi entro il 2030, le prossime elezioni sono le più cruciali di sempre», hanno dichiarato Extinction Rebellion, Fridays for Future, Oxfam e Greenpeace in un comunicato. La classe politica viene esortata a occuparsi dei problemi che affliggono le nuove generazioni.

«Non siamo sull'orlo del disastro, lo stiamo vivendo», ha detto Thunberg alla folla.

Il precedente

Meno di un mese fa, l'attivista svedese era finita al centro delle polemiche dopo la cancellazione e ricondivisione di un post in solidarietà della Palestina. Critiche ricevute per i contenuti del messaggio, per l’assenza di prese di posizione analoghe dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, e per la presenza di un peluche nella prima foto caricata sui social. «Settimana 270. Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e Gaza. Il mondo deve parlare apertamente e chiedere un cessate il fuoco immediato, giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili colpiti», scriveva la 20.enne. Insieme a lei altre tre ragazze, ognuna con un cartello in sostegno della Palestina e per la giustizia climatica.

La prima versione del post era stata riempita di commenti negativi per la presenza di un peluche a forma di polpo, considerato un riferimento a un’iconografia cospirazionista legata a teorie antisemite. In vecchi poster di propaganda la piovra rappresenta infatti la popolazione ebrea, che secondo l’immaginario cospirazionista con i suoi tentacoli si insidia in ogni parte del mondo per dominarlo. «Risparmiaci la tua ipocrisia e il tuo odio per gli ebrei», scriveva un utente. «Forse dovresti andare a scuola invece che parlare di cose che non conosci», gli faceva eco un altro. Quello che alcuni critici del «polpo antisemita» non hanno preso in considerazione è che si tratta di un pupazzo di supporto emotivo utilizzato dalle persone sullo spettro autistico per esprimere con più facilità i propri sentimenti. Come spiegato dalla stessa attivista (che ha la sindrome di Asperger e da tempo si fa portavoce dei diritti delle persone sullo spettro autistico), il peluche reversibile con due facce, una triste e una felice, è diventato il simbolo della sindrome dopo la pubblicazione del libro per l’infanzia Leo e il polpo. Ma scuse e chiarimenti non sono bastati per placare le polemiche. Thunberg ha cancellato tutto e ricondiviso, tagliando la foto e aggiungendo: «Il giocattolo nella foto è uno strumento spesso utilizzato dalle persone autistiche per comunicare i propri sentimenti. Siamo ovviamente contrari a qualsiasi tipo di discriminazione e condanniamo l’antisemitismo in tutte le sue forme. Questo non è negoziabile. Per questo motivo ho cancellato l’ultimo post».

Anche il Governo israeliano ha reagito. Il ministero dell'Istruzione ha infatti annunciato che non ci sarà più spazio per Greta Thunberg nei programmi e nelle scuole. «Hamas è un'organizzazione terroristica responsabile dell'omicidio di 1.400 israeliani innocenti, inclusi bambini, donne e anziani, e ha rapito oltre 200 persone a Gaza. Questa posizione la squalifica dall'essere un modello educativo e morale, e non è più idonea a fungere da ispirazione ed educatrice per gli studenti israeliani».

Non solo. Sono state raccolte più di 100 firme in poche ore per una lettera aperta inviata all'attivista. I leader ambientalisti hanno scritto nella lettera di essere «profondamente feriti, scioccati e delusi dai vostri tweet e post riguardanti Gaza» e che Thunberg dovrebbe «riconsiderare le atrocità commesse da Hamas». «A causa della sua posizione, quando Greta affronta un argomento diverso in modo superficiale e sprezzante, ciò indebolisce inevitabilmente la validità delle sue posizioni legate al clima», si legge nella dichiarazione. «Nella sua posizione influente, Greta ha espresso una posizione unilaterale e incoerente, ignorando completamente gli atti crudeli subiti dai cittadini israeliani e il rapimento di centinaia di persone. Persone di ogni ceto sociale potrebbero pensare che la superficialità da lei mostrata sull'altra questione potrebbe mettere in dubbio la serietà e la profondità del suo attivismo climatico. Coloro che hanno interessi acquisiti potrebbero sfruttare questo per ritrarre gli attivisti climatici come poco seri e privi di profondità. Pertanto, anche senza affrontare le implicazioni etiche e morali che ignorava, Greta non è più un modello per noi nel contesto del cambiamento climatico. Abbiamo molte altre figure a cui ispirarci».