Marco Solari: «Il nome del mio successore prima dell'inizio del Festival»
Era il 13 agosto 2022. L'ultimo giorno della 75. edizione del Locarno Film Festival. Marco Solari confermava che avrebbe mantenuto la carica di presidente della kermesse cinematografica internazionale (carica assunta nel 2000) ancora per la 76. edizione – in programma dal 2 al 12 agosto 2023 – e poi avrebbe lasciato. Il suo mandato triennale scadrà nella primavera del 2024 e Solari, un anno fa, aveva spiegato di non volerne richiedere il rinnovo. «Una scelta fatta con la morte nel cuore, anche perché il Festival è diventato una famiglia, ma l'anagrafe va avanti», aveva detto.
Avanti veloce fino al 31 gennaio 2023. Nella seduta del Consiglio di amministrazione del Locarno Film Festival è stato approvato il rapporto redatto dal gruppo di lavoro sulla futura governance del Festival ed è stata nominata la commissione cerca incaricata di individuare le possibili candidature alla successione di Marco Solari. Commissione presieduta da Mario Timbal, direttore della RSI Radiotelevisione svizzera, e composta da Edna Epelbaum e Francesco Lurati. 26 aprile 2023. «Il 14 giugno prossimo è già stata convocata una riunione del CdA e probabilmente in quella sede sapremo chi sarà il mio successore – ha detto Marco Solari guidando i lavori dell’assemblea generale del Film Festival al Gran Rex di Locarno –. Se non dovesse esserci un candidato o una candidata, l’ultima data disponibile è quella del 9 agosto, dunque in piena 76. edizione del Festival, quando sempre il CdA è convocato per nominare il nuovo presidente».
Oggi, al Kino Rex di Berna, è stata presentata l'edizione 2023, al via tra meno di un mese. E all’incontro per la presentazione del programma della 76. edizione del Locarno Film Festival, questo pomeriggio al Castelgrande di Bellinzona, Marco Solari ha detto di più: il nome del suo successore sarà svelato prima dell'inizio della kermesse. Quindi, prima del 2 agosto. «Ci sono ancora alcune cose da sistemare, ma stiamo definendo il tutto», ha confermato al CdT.
«Il cambiamento è qualcosa che a Locarno si sperimenta anche dal punto di vista umano – si legge nel messaggio di introduzione del presidente alla sua ultima edizione –, perché questo lavoro mi ha permesso di lavorare con persone che in seguito hanno avuto figli che sarebbero entrati a loro volta a far parte della squadra del Festival. E poi i loro nipoti, in un passaggio di testimone tra generazioni diverse, sempre segnato da entusiasmo e passione, che mi ha fatto capire quanto sia forte anche ciò che, invece, resta uguale. Che il cinema sappia ancora creare un senso di comunità, allargando gli orizzonti e rendendoci – forse – migliori, è qualcosa che mi fa guardare con fiducia al futuro. E che mi rende felice di adempiere al motto dei patrizi bernesi, “Servir et disparaître”, sapendo di lasciare un Festival dall’immenso potenziale di sviluppo».