Mafia

Messina Denaro bloccato nel traffico il 23 maggio: «Per le commemorazioni di 'sta minch*a»

Con un messaggio vocale, il boss si lamentava con una donna conosciuta in clinica di essere bloccato a causa dell'evento organizzato in occasione del 30. anniversario della strage di Capaci
© Carabinieri
Red. Online
05.02.2023 15:38

23 maggio 1992, Sicilia. Alle 17.58, al chilometro 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, viene azionata tramite telecomando. L’esplosione uccide Giovanni Falcone, la moglie e magistrata Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. 23 maggio 2022. 30 anni dalla Strage di Capaci. La Sicilia si ferma per commemorare. In quel momento, in un'auto bloccata nel traffico, c'è Matteo Messina Denaro. È latitante da trent'anni. Ma è lì, incolonnato in direzione di Palermo, in ritardo all'appuntamento con una donna.

Prende il cellulare, entra su WhatsApp, e le manda un messaggio vocale: «Sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di 'sta minch*a. Porco mondo».

Massimo Giletti ha incontrato quella donna in una cittadina lungo il mare tra Trapani e Palermo. Ne parlerà, questa sera, a Non è l'Arena, su La7. Ne ha parlato in anteprima con il Corriere della Sera. E il messaggio vocale del 23 maggio 2022 ha già fatto il giro di tutti i siti di notizie italiani. L’audio recuperato dai Carabinieri del Ros ci porta dentro l’auto di Matteo Messina Denaro. C'è anche una foto, scattata dallo stesso boss.

Il 19 gennaio scorso, Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023, avrebbe dovuto comparire al processo d'appello - nell'aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta - che lo vede imputato quale mandante delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Il collegamento video con il carcere de L'Aquila dove è detenuto è stato attivato, ma l'imputato ha rinunciato. E la sedia è rimasta vuota. L'udienza è stata rinviata al 9 marzo.

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