«Mi avete già tolto tutto, non pago la demolizione»
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Urs Trachsel con la mente torna sempre là, su quel prato a ridosso del bosco di Certara. La Città vorrebbe che ci tornasse anche con il portafogli, dato che gli chiede di pagare duecentosettantamila franchi per la demolizione delle sue due case avvenuta un anno fa su ordine del Municipio. Si trattava di costruzioni fuori zona edificabile, quindi abusive. Trachsel però non ci sta e contesta la fattura a cinque zeri: se il Consiglio comunale autorizzerà il Municipio a stare in lite, questo caso più unico che raro alle nostre latitudini approderà al Tribunale distrettuale di Meilen, nel Canton Zurigo, dove Trachsel risiede ed è titolare di un’impresa di costruzioni. Da noi raggiunto, dà la più semplice delle spiegazioni sul perché non voglia saldare il conto. «Non ho mezzi finanziari. La mia situazione – ci scrive – è estremamente critica, perché nelle proprietà di Certara ho investito tutti i miei beni. Si trattava delle mie risorse finanziarie private, dei miei risparmi del terzo pilastro e dei risparmi della cassa pensione. Ho raggiunto l’età pensionabile e ricevo solo una rendita AVS. Inoltre, ho debiti ipotecari per settecentomila franchi che non sono più coperti perché le case, appunto, sono state demolite, e ora devo saldare il debito con i miei creditori».
Un caso isolato?
Oltre ai soldi, poi, ci sono le emozioni: è passato un anno da quando le due abitazioni sono state ridotte in polvere, ma la ferita è ancora aperta. «Per me quella decisione è stata una vera e propria catastrofe. Ho perso tutto quello che avevo creato con il mio impegno e con la convinzione di vivere in una Svizzera giusta. Il fatto che le case siano state demolite dalla Città mi dà fastidio: una soluzione di compromesso non è stata nemmeno presa in considerazione, e il fatto che io e le mie proprietà siamo stati gli unici ad essere presi di mira dalle autorità e puniti in modo incredibilmente severo, è per me un peso enorme. A mia conoscenza, in Ticino ci sono ancora migliaia di violazioni delle leggi edilizie che non vengono punite». A tal proposito, un anno fa, il municipale responsabile dell’edilizia privata Filippo Lombardi aveva fatto sapere che «progressivamente» sarebbero stati valutati altri casi, «se non altro per parità di trattamento».
Un rimpianto c’è
Alcune violazioni tuttavia, dopo l’acquisto della proprietà, potrebbe averle commesse anche Trachsel. Sul terreno attorno alle abitazioni, i funzionari della Città avevano lamentato in particolare la realizzazione di un ponticello per attraversare il fiume, la posa di un bacino di contenimento dell’acqua sorgiva nel bosco e l’allargamento (o proprio la creazione) della strada che portava alle due abitazioni. Il tutto era confluito in una domanda edilizia in sanatoria, che però era stata respinta. Di sicuro, nell’economia della vicenda, queste situazioni non hanno giocato a favore del proprietario. Potendo tornare indietro, agirebbe diversamente? «Tutti gli interventi edilizi da me eseguiti sugli immobili erano sotto il controllo dell’allora Comune di Certara. Sono state effettuate diverse ispezioni e ho ricevuto conferma scritta e verbale che tutto era in regola. Ho comprato quelle proprietà in buona fede: con il senno di poi, devo ammettere che ho trascurato di verificare la legalità degli edifici prima di acquistarli. In seguito ho anche scoperto che i proprietari precedenti avevano già eseguito lavori edili abusivi. Purtroppo la legge stabilisce che l’ultimo proprietario è sempre responsabile, anche per quanto accaduto in precedenza».