Migranti a Rovio: Val Mara dà ordini al Governo e il ricorso passa di mano

Carta e penna da una parte, carta e penna dall’altra. Con tanto di colpo di scena giuridico. La possibilità di accogliere migranti al Park Hotel di Rovio continua a tenere banco, e i fronti aperti sono essenzialmente due. Uno vede contrapposti il Comune di Val Mara e la famiglia proprietaria dell’albergo, che nei giorni scorsi ha inoltrato l’annunciato ricorso contro quanto impostole dal Municipio, ossia: presentare una domanda edilizia per un cambio di destinazione e fermare i lavori in corso internamente finché la struttura non rispetterà le norme edilizie. L’avvocato Ernesto Palomba ha indirizzato il suo reclamo al Consiglio di Stato, ma i funzionari del servizio competente, dopo averlo letto, lo hanno subito girato al Tribunale cantonale amministrativo. Mossa inusuale: che è successo? Secondo nostre informazioni, la decisione è stata innescata da una frase altrettanto inusuale del Comune, che in sostanza ha ordinato al Governo di abbandonare l’idea di collocare asilanti a Rovio. Perciò, il Consiglio di Stato ha ritenuto di non potersi esprimersi in merito a una richiesta che lo riguarda direttamente. «Sinceramente il fatto ha sorpreso anche noi» ci spiega il sindaco Jgor Zocchetti a proposito del passaggio di mano del ricorso. «Ovviamente, alla base di quanto abbiamo scritto, c’è la forte opposizione della popolazione al collocamento dei rifugiati al Park Hotel, come dimostrano le firme raccolte. Senza dimenticare tutte le motivazioni che il Municipio ha sempre sostenuto, come il fatto che l’albergo si trova in una zona residenziale, che il numero dei richiedenti da collocare è troppo grande per il quartiere e che i trasporti pubblici non sono frequenti». Indipendentemente da quale autorità si esprimerà, un passaggio chiave sarà la concessione o meno di un effetto sospensivo. Se verrà accordato, gli ordini del Comune saranno di fatto congelati fino alla decisione definiva sul ricorso e il privato, nel frattempo, almeno sulla carta, potrà accogliere i migranti. Diciamo «sulla carta» perché il Cantone, nelle scorse settimane, ha trovato una soluzione per le trentanove persone che erano destinate a Rovio (persone che, avendo già ottenuto lo status di asilanti, hanno il diritto d’integrarsi in Ticino). Ciò non toglie che la proprietà possa rinnovare la sua disponibilità ad accogliere altri gruppi in futuro. Palomba, a tal proposito, non ha nascosto come l’accoglienza dei migranti, oltre a rispecchiare i suoi personali valori, sarebbe fondamentale a livello finanziario per il rilancio dell’hotel.
640 firme
Il secondo fronte aperto a Rovio vede impegnati i cittadini contrari al collocamento, che l’altro ieri hanno consegnato la petizione lanciata durante la serata informativa dello scorso 18 marzo. Sul tavolo del Municipio di Val Mara, il consigliere comunale Alessandro Cavasin ha portato un totale di 640 firme, 230 delle quali di cittadini domiciliati a Rovio. «Il risultato sottolinea ulteriormente la sensibilità al tema da parte di un quartiere che, secondo l’ultima statistica demografica, conta 825 abitanti. Quasi un quarto di loro ha quindi sposato il testo della petizione, manifestando la propria contrarietà alla collocazione ‘temporanea’ (citiamo anche le virgolette, ndr) di quaranta o più asilanti nella struttura alberghiera». La petizione è indirizzata al Comune, ma il vero destinatario è il Cantone, che i contrari vorrebbero convincere a stralciare Rovio dalle possibili destinazioni dei profughi. Il Municipio, dal canto suo, sa di aver fatto tutto quello che poteva. Con il doppio ordine al privato ha come minimo allungato i tempi del progetto, costringendo il Cantone a cambiare i propri piani. E facendo un po’ «arrabbiare», giuridicamente parlando, il Consiglio di Stato.