Chiasso

Migranti al lavoro: aumentano le possibilità

Intensificati gli sforzi per coinvolgere i richiedenti l’asilo in lavori di pubblica utilità e altre attività
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Giuliano Gasperi
07.02.2024 06:00

Ci sono diverse opinioni sulla politica della migrazione, ma siamo tutti d’accordo sul fatto che il lavoro può essere uno strumento prezioso per migliorare la convivenza fra i profughi e la comunità che li accoglie? Non ne dubita il Municipio di Chiasso, che ha intensificato i suoi sforzi per coinvolgere i richiedenti l’asilo in attività di utilità pubblica, aggregazione, sport e intrattenimento, anche se l’iter organizzativo non è dei più semplici. In primo luogo perché tutto va coordinato con la Segreteria di Stato della migrazione; e per le attività lavorative, in base alla nuova legge, i migranti devono essere accompagnati da suoi collaboratori. Questi ultimi sono in aumento: da 3,5 unità (come da noi anticipato a novembre nell’articolo Migranti: lavori in corso per coinvolgerli di più dei colleghi Lidia Travaini e Stefano Lippmann) si è passati a 6, incrementabili a 7. E con più accompagnatori ci sono più occasioni di uscire sul territorio, ad esempio per la pulizia di sentieri o per dare una mano durante gli eventi. «Chiasso è sempre stata in prima linea nell’offrire lavori di pubblica utilità – commenta la capodicastero Sonia Colombo- Regazzoni – ma anche altri Comuni vanno in questa direzione e spero che il loro numero aumenti: magari alcuni non ci hanno ancora pensato». Un appello che è stato riproposto recentemente e non solo ad altri Municipi, anche a qualsiasi ente o società che potrebbe offrire opportunità in tal senso. Le associazioni sono il collante del Ticino: quale terreno più fertile per l’integrazione?

Ventiquattr’ore per scappare

Serve però anche la volontà d’integrarsi. Gli esempi di chi finora si è cimentato in attività di utilità pubblica sono molto positivi, come racconta sempre Colombo Regazzoni. «Di solito, i migranti che si mettono a disposizione sono quelli più volenterosi e determinati a rifarsi una vita. Ho avuto occasione di parlare con diversi di loro. L’ultima volta, con due che stavano smontando i capannoni del Carnevale. ‘Good morning’, hanno detto. Erano molto contenti, ed è bello: ti rendi conto che, anche come ente pubblico, stai offrendo un’opportunità concreta e positiva. Ho conosciuto anche un afghano che nel suo Paese lavorava per il Governo. Quando sono arrivati i talebani, gli hanno dato ventiquattr’ore di tempo per andarsene, insieme alla moglie, altrimenti rischiava la pena di morte. Ci ha impiegato due anni per arrivare a Chiasso. È una persona preparata ed istruita, e qui si è offerto volontario per strappare erbacce. Mi chiedo: perché una persona così deve fare la stessa trafila di chi arriva e poi ruba o spaccia? È uno dei limiti della legge sull’asilo. E chi si comporta male danneggia anche tutti gli altri, che sono di certo la maggioranza».

Una meritocrazia dell’asilo?

Parole, quelle della municipale, che ci portano dentro un altro capitolo del discorso sui migranti: quello dei richiedenti problematici. Lo strumento del lavoro – che, lo ricordiamo, non può essere imposto – potrebbe funzionare anche per loro? Si potrebbe creare una «meritocrazia dell’asilo» premiando in qualche modo chi non commette reati e si mette a disposizione della comunità, e viceversa? Una leva, potrebbe essere quella finanziaria? Attualmente chi svolge lavori di pubblica utilità riceve un aiuto extra di trenta franchi al giorno. «Non lo so. La legge al momento non prevede una meritocrazia del genere. Dovremmo comunque stare attenti a non creare una concorrenza a basso costo nei confronti dei residenti che lavorano o che sono alla ricerca di un impiego». Un obiettivo più realistico, a mente della capodicastero, potrebbe essere aumentare il numero di migranti impegnati nelle attività citate. Al momento sono una cinquantina. Per crescere devono aumentare sia l’offerta, sia la domanda.

Bambini, cucina e cricket

L’integrazione però non passa solo dal lavoro: come detto, sono state avviate anche iniziative sociali, in particolare da parte del movimento Mendrisiotto regione aperta. «A Chiasso, per esempio, mettiamo a disposizione le palestre di via Vela per dei pomeriggi con mamme e bambini, mentre a Balerna e Novazzano vengono offerte altre strutture. So che sono anche state organizzate delle giornate culinarie dedicate alle specialità dei paesi da cui provengono alcuni richiedenti l’asilo: cose sicuramente coinvolgenti e piacevoli che possono regalare un po’ di svago e di sollievo ai partecipanti». Un’altra iniziativa vede coinvolti i ragazzi più giovani che amano giocare a cricket sul campo del Crocione. «Il nostro ufficio tecnico, che si impegna molto per trovare occasioni di collaborazione con il centro d’asilo, ha proposto loro di tenere il campo pulito dalle erbacce e di poter così usufruire dello stesso in buone condizioni: al mattino lo puliscono e nel pomeriggio vanno a giocare!» racconta Colombo-Regazzoni, che ribadisce «la piena soddisfazione e la massima disponibilità del Municipio per queste collaborazioni, che vanno a beneficio di tutti».

Ecco i lavori di pubblica utilità svolti dai migranti nel mese di gennaio. Gli ospiti del centro asilanti di Chiasso hanno pulito alcuni sentieri e hanno dato una mano nell’esecuzione di compiti forestali (Rovagina e Penz), nella pulizia di rami tagliati per le potature invernali, nella raccolta di fogliame autunnale e nella pulizia degli spazi pubblici dopo il Carnevale. Gli ospiti del centro di Balerna, dal canto loro, sono stati attivi nella pulizia del campo sterrato del Crocione (quasi un mese di lavoro) e nel suo mantenimento (una volta al mese), nello sgombero di foglie di siepi tagliate allo stadio e di foglie cadute nei parchi del Crocione e dello stadio. Ogni settimana è stato impiegato un gruppo di 5-6 persone.