La polemica

Milano contro Silvio Berlusconi: quel nome non può «atterrare» a Malpensa

La giunta Sala ha approvato la delibera relativa al ricorso contro l'intitolazione dell'aeroporto all'ex premier italiano – Per il TAR si aspettano gli altri Comuni – Dal centrodestra reazioni forti: «Assurda battaglia ideologica, per giunta dopo aver perso la finale di Champions 2027»
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Red. Online
27.09.2024 14:45

Ma alla fine, ticinesi compresi, i passeggeri in partenza da o in arrivo a Milano-Malpensa si riferiranno all'aeroporto come al «Silvio Berlusconi» oppure no? La domanda, lo scorso luglio, pareva superflua al di là del gradimento, politico e non, per l'ex primo ministro italiano morto il 12 giugno del 2023. E questo perché l'intitolazione era stata decisa, con effetto immediato, da un'ordinanza dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, il cosiddetto ENAC. Il tutto, evidentemente, con il benestare del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il MIT. Ora, però, la polemica scatenatasi subito dopo l'annuncio sta per sfociare in un'azione legale o, meglio, in un ricorso che verrà depositato al TAR, il Tribunale amministrativo regionale, verosimilmente già la prossima settimana. Il primo passo è stato compiuto dalla giunta del Comune di Milano, che ha approvato la delibera relativa al ricorso contro l'intitolazione dell'aeroporto varesotto a Silvio Berlusconi. Dopo che la delibera sarà stata approvata anche dagli altri Comuni interessati, leggiamo, il ricorso verrà appunto depositato al TAR. «Ci siamo associati al ricorso come altri Comuni – ha spiegato il sindaco Beppe Sala, a margine dell'evento di apertura della Green Week – e confermo che siamo associati al ricorso, mentre per le tempistiche non so ancora niente».

L'intitolazione risale allo scorso 11 luglio, quando il più importante scalo aeroportuale del Nord Italia era stato ribattezzato, citiamo la nota, «Aeroporto internazionale Milano Malpensa – Silvio Berlusconi». Una decisione preceduta, pochi giorni prima, da un annuncio del vicepremier Matteo Salvini e subito contestata dalla sinistra. Il sindaco di Milano Beppe Sala, già allora, aveva preannunciato la volontà del Comune di adire il Tribunale amministrativo per revocare la decisione. Queste le sue parole: «Se gli altri Comuni fanno ricorso, ci assoceremo». Il tutto etichettando la procedura adottata dall'ENAC come «senza garbo istituzionale» e frutto dei «tempi barbari che stiamo vivendo». «L’amministrazione comunale di Milano ha compiuto una scelta importante e non scontata che sosteniamo in pieno» ha commentato, ora, Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia. «La giunta Sala, insieme ad altre amministrazioni comunali del territorio, non resta a guardare di fronte a un atto grottesco e inutilmente divisivo voluto da Salvini e dal governo Meloni».

Diverse, per contro, le voci levatesi oggi dal centrodestra. Secondo Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, «Silvio Berlusconi è stato un grande imprenditore, politico e soprattutto uomo delle istituzioni, un visionario che ha modernizzato l'Italia e che ha rilanciato il pensiero politico popolare, liberale e riformatore. Fare ricorso contro l'intitolazione di Malpensa al Cavaliere e schierare il Comune in una tardiva e stucchevole polemica politica sul nome di Berlusconi è una scelta miope, sbagliata, che non fa onore a Milano. Invitiamo il sindaco Sala a non alimentare sterili polemiche su un nome che è un grande patrimonio ideale per Milano e l'Italia». Fabrizio Cecchetti, deputato e coordinatore regionale lombardo della Lega, ha aggiunto: «È incredibile il rancore, il livore, della sinistra a Milano contro Silvio Berlusconi, un milanese che ha dato tantissimo alla città, non solo in termini di prestigio ma anche di posti di lavoro e crescita. È incredibile che la giunta comunale, a tre giorni dalla figuraccia internazionale di aver perso la finale di Champions 2027 per la vergognosa gestione della questione stadio, adesso trovi il tempo di fare un'assurda battaglia ideologica e rancorosa contro l'intitolazione dell'hub di Milano-Malpensa a Berlusconi. Come se a Milano non ci fossero altre priorità, in una città allo sbando sul fronte dell'ordine pubblico, dove basta un temporale per far esondare i fiumi, dove i cittadini delle periferie sono sempre più dimenticati. Eppure la priorità di Giuseppe Sala e della sua giunta è fare la guerra alla memoria di un grande milanese come Berlusconi».

Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, dal canto suo ha commentato: «Berlusconi non ha bisogno di essere ricordato. È quello che ha lasciato, a prescindere dal "ti dedico la via, la piazza". Berlusconi ha lasciato una eredità. A me ha cambiato la vita da così a così e a tanti, forse a tantissimi, a tutti quelli che hanno lavorato con lui ha cambiato la vita. E Berlusconi è questo».