Serie TV

Mindblow, se un SMS ti ribalta l'esistenza

Grande evento primaverile prodotto dalla SRF, la miniserie è sbarcata su Play Suisse anche per il pubblico italofono
© SRF
Max Borg
18.06.2024 06:00

Dopo una prima esperienza in ambito streaming (con successive repliche sulle emittenti regionali) nel 2017 con la sitcom Die Lehrer (disponibile sul servizio MyPrime di UPC), il regista zurighese Eric Andreae, anche showrunner (ovvero la persona che in contesto seriale supervisiona tutta l’operazione, sul piano artistico e produttivo), è passato alla televisione lineare con la sua nuova creatura Mindblow, grande evento primaverile di SRF che in contemporanea è arrivato su Play Suisse, dove il pubblico ticinese, come da consuetudine, può vederlo sia sottotitolato che doppiato. Un progetto che, fin dal titolo leggermente storpiato rispetto all’espressione originale inglese, promette di essere un’esperienza eclatante e sconvolgente, soprattutto per il malcapitato protagonista.

Personaggio principale della serie, composta da sei episodi di circa mezz’ora ciascuno, è Markus (Dimitri Stapfer), un quarantenne frustrato, tormentato da una grande umiliazione che lo perseguita da due decenni: nel 2003 accettò di prendere il posto della sorella, indisposta per problemi di voce, ai provini per il talent show MusicStar, ma si presentò in condizioni non del tutto sobrie e il risultante video della sua performance divenne un fenomeno virale in rete, rovinandogli per sempre la reputazione. Una sera, in seguito a un incidente con l’elettricità, fa una scoperta strana: è in grado di comunicare, tramite SMS, con il Markus più giovane, quello appena ventenne, proprio la sera in cui avvenne il fattaccio. E se fosse possibile cambiare l’esito di quel provino? Detto, fatto: consiglia all’altro Markus di non consumare sostanze di alcun genere, e improvvisamente il nostro «eroe» si ritrova da tutt’altra parte, protagonista di una storia ora situata in un presente alternativo. Ma le conseguenze di questa azione saranno tutte positive?

Pochi effetti speciali

La serie gioca con il fascino di una premessa che consente alla fantascienza di essere molto «terra terra», senza ricorrere a effetti speciali particolarmente stravaganti o scenografie dall’aria aliena: la cosa più fuori dal mondo, almeno per il pubblico più giovane, sarà vedere il Markus del 2003 alle prese con il mitico Nokia 3310, il telefono ormai antidiluviano con il quale non si accedeva a internet e si potevano conservare solo 20 messaggini alla volta. Eppure, qualcosa di altamente tecnologico c’è, che fa sì che Mindblow si leghi in maniera esplicita all’attualità per quanto concerne l’etica del digitale nell’audiovisivo: il primo episodio, infatti, si apre con un disclaimer che spiega che per il ringiovanimento di alcuni personaggi, anziché prendere due attori o ricorrere ad altre tecniche più artigianali, è stata usata l’intelligenza artificiale, con il pieno consenso dei partecipanti. Un sistema certamente più efficace dell’intelligenza naturale di Markus, poco attento agli effetti collaterali del suo effimero desiderio di gloria e costretto a fare i conti con un mondo che non riconosce più. Un mondo che mescola pathos, risate e musica con grande stile, dosando bene gli ingredienti in ciascun episodio per rendere il viaggio del protagonista appetibile per entrambe le tipologie di pubblico: chi, grazie a Play Suisse, può scegliere di divorare il tutto in un solo boccone (la durata in questo caso può essere un incentivo), e chi, nonostante la tentazione della piattaforma, preferisce guardare poco per volta. Scoprendo, insieme a Markus, le nuove sfumature di quello che sembrava un innocente scambio di messaggi tra smartphone e 3310.