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22:56
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«A Gaza pronti alla tregua, non alla fine della guerra»
"Sono pronto a un cessate il fuoco" a Gaza "quando penseremo di poter ottenere il rilascio degli ostaggi". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista alla tv di destra Channel 14, ripreso da Times of Israel, precisando però che non sarebbe la fine della guerra.
"Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento", ha dichiarato, ribadendo tuttavia che non accetterà la fine della guerra come invece chiede Hamas. Senza entrare nei dettagli, il premier ha spiegato che Israele sta facendo "molte, molte cose" per cercare di raggiungere un accordo sugli ostaggi, in circostanze che ritiene migliori dopo la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar e l'entrata in vigore del cessate il fuoco in Libano.
20:05
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Una tregua che scricchiola
La tregua scricchiola. A neanche 48 ore dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, l'esercito israeliano ha fatto sapere di aver lanciato un attacco aereo nel Libano meridionale per colpire un magazzino di missili a medio raggio di Hezbollah dopo aver individuato attività dentro il sito. Giusto poche ore dopo aver sparato colpi di avvertimento contro sospettati che si avvicinavano alle zone di confine e usato un drone nel villaggio di Markaba contro un veicolo che ha provocato due feriti.
L'esercito libanese ha accusato le Forze di difesa israeliane (Idf) di aver "ripetutamente violato il cessate il fuoco" ma ha anche avvertito i cittadini che cercano di tornare nei loro villaggi e nelle città del confine meridionale del Paese - principalmente nei distretti di Tiro, Bint Jbeil e Marjayoun - di non avvicinarsi alle aree in cui si trova l'Idf. A sua volta il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato "una guerra intensa" se la tregua sarà violata dai miliziani sciiti, "altro che operazioni chirurgiche come stiamo facendo ora".
I media libanesi e fonti della sicurezza hanno dichiarato che il fuoco israeliano ha colpito sei aree: Markaba, Wazzani e Kfarchouba, Khiyam, Taybe e le pianure agricole intorno a Marjayoun, tutte entro due chilometri dalla Linea Blu che segna una sorta di confine tra i due Paesi. Una fonte dell'esercito del Paese arabo ha affermato che i militari stanno "effettuando pattugliamenti e allestendo posti di blocco" a sud del fiume Litani senza avanzare nelle aree occupate da Tsahal. L'Idf anche oggi ha dichiarato il coprifuoco dalle 5 del pomeriggio alle 7 del mattino, ora locale, mentre gli oltre 60mila sfollati israeliani non hanno ricevuto indicazioni su quando potranno tornare. Sebbene ieri una piccola parte è rientrata senza aspettare decisioni ufficiali da Gerusalemme.
Il documento siglato martedì sera prevede lo stop al fuoco di due mesi in cui i miliziani sostenuti dall'Iran devono ritirarsi a circa 20 chilometri dal confine e le truppe israeliane devono lasciare il territorio gradualmente. Il confine deve essere pattugliato dall'esercito regolare di Beirut e dai caschi blu dell'Onu.
Oggi migliaia di persone hanno cercato di attraversano il confine tra Siria e Libano. Al valico di frontiera di Jousieh, nella provincia siriana di Homs, i veicoli si sono messi in fila in attesa dell'autorizzazione per passare. Dei sei valichi di frontiera tra i due Paesi solo due rimangono operativi dopo i raid dell'Iaf. Si stima che oltre 600 mila persone fuggite in Siria per la guerra dovrebbero fare ritorno in Libano. Solo dal sud sono stati sfollati in 300 mila. In totale circa 1,2 milioni di persone si sono dovute allontanare da casa.
L'esercito israeliano nel frattempo ha reso noto che in 14 mesi sono stati uccisi 3500 membri di Hezbollah. Dopo la firma della tregua in Libano, alcuni funzionari statunitensi hanno riferito al New York Times che Hamas potrebbe rinunciare alle richieste fatte finora e accettare un accordo di cessate il fuoco a Gaza che Israele potrebbe recepire. Una delegazione del gruppo fondamentalista che governa la Striscia si recherà a breve al Cairo, mentre i negoziatori egiziani hanno raggiunto Tel Aviv per i colloqui. Secondo il notiziario di al-Akhbar, il piano prevede una tregua iniziale di un mese o due e il rilascio graduale degli ostaggi. Oltre a un rapido ripristino della funzionalità del valico di frontiera di Rafah tra Egitto e Gaza, sotto la supervisione dell'Anp e del Cairo. A Israele verrebbe concesso il diritto di porre il veto su coloro che lo attraversano. Secondo il report, inizialmente all'Idf sarà consentito anche di mantenere le sue posizioni all'interno di Gaza.
Il Wall Street Journal ha riferito che i funzionari egiziani sono stati in contatto in questi giorni con lo staff di Donald Trump per valutare se intende lavorare ad un ammorbidimento della posizione di Netanyahu. Quest'ultimo, da parte sua, come fanno notare i media nazionali, è particolarmente impegnato sul caso dei mandati d'arresto della Corte penale internazionale (Cpi) per lui e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Contro cui è stato presentato appello mercoledì. In un'intervista radiofonica all'emittente Kan, il portavoce della Corte Fadi El Abdallah ha affermato che i mandati di arresto per Netanyahu e Gallant potrebbero essere revocati se in Israele verrà avviata un'indagine seria e approfondita sulle loro responsabilità.
20:00
20:00
«Pronti alla guerra intensa se Hezbollah non rispetta la tregua»
Nella sua prima intervista dopo il cessate il fuoco in Libano, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che se Hezbollah non rispetterà le regole, ci sarà una «guerra intensa». «Ho dato istruzioni all'Idf (le Forze di difesa israeliane, ndr): se ci sarà una violazione massiccia dell'accordo, non opereremo chirurgicamente come stiamo facendo ora, ma ho ordinato una guerra intensiva». Netanyahu ha rilasciato un'intervista alla tv di destra (vicina al premier) Channel 14.
Intervistato da Yaakov Bardugo su Channel 14, il primo ministro israeliano ha affermato che il cessate il fuoco in Libano «potrebbe essere breve» e che Israele «lo ha imposto fin dal primo giorno». In giornata l'esercito libanese, da parte sua, ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco «più volte», compiendo raid nel sud del Paese.
Alla domanda sul perché Israele non stia creando una zona cuscinetto nel Libano meridionale, Netanyahu ha fatto notare che «la minaccia di un'invasione di terra è stata rimossa». Gli abitanti del nord «torneranno gradualmente, quando riterremo che ciò sia corretto». Sul programma nucleare iraniano ha affermato: «Farò di tutto affinché l'Iran non abbia il nucleare».
18:50
18:50
La guerra per procura si riaccende in Siria
Proprio quando il teatro del conflitto tra Israele e Hezbollah sembra lasciare spazio a una fragilissima tregua, la guerra mondiale combattuta in Medio Oriente si sposta nel teatro siriano, dove si confrontano da anni turchi, russi, americani, israeliani e una miriade di loro alleati locali.
La guerra è ripresa improvvisamente lungo la trincea del nord-ovest, congelata da più di quattro anni e che divide l'area controllata dalla coalizione jihadista cooptata dalla Turchia dalla zona controllata dalle forze governative sostenute da Iran e Russia.
Sul terreno si contano quasi 200 morti in 24 ore solo nelle file degli uomini armati, secondo bilanci in continuo aggiornamento e che non possono essere verificati in maniera indipendente. Tra i "martiri" di questo nuovo round del conflitto mediorientale si conta anche un generale dei Pasdaran iraniani, la cui morte è stata confermata dai media istituzionali di Teheran. L'Onu si è detta seriamente preoccupata per l'escalation in corso nel nord-ovest e ha invitato le parti a proteggere le popolazioni civili, già pesantemente e ripetutamente esposte agli effetti terribili del conflitto armato siriano.
Dopo mesi di preparativi e di attesa, in poco più di 24 ore l'offensiva delle milizie anti-governative sostenute da Ankara ha conquistato ampi territori tra Idlib e Aleppo, arrivando a due chilometri dalla periferia della martoriata metropoli siriana e interrompendo, per la prima volta dalla primavera del 2020, l'autostrada Damasco-Aleppo, la spina dorsale della Siria in guerra da 14 anni.
Secondo i media siriani filo-turchi si tratta di un'azione "preventiva", nominata "Scudo contro l'aggressione", per "difendere i civili" dalla minaccia di un'offensiva governativa, russa e iraniana contro la zona di Idlib. Secondo Damasco e le forze di Teheran, schierate ancora in forza nella regione di Aleppo nonostante i ripetuti attacchi aerei israeliani, si tratta invece di una manovra condotta dalle forze del radicalismo sunnita alleate dei "sionisti".
Secondo il bilancio fornito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che da 17 anni lavora con una fitta rete di fonti sul terreno, i gruppi cooptati da Ankara, guidati dalla coalizione qaidista di Hay'at Tahrir ash Sham e da gruppi di siriani oltre che da ascari turcomanni e di cinesi dello Xinjang (Turkestan orientale), hanno perso il numero maggiore di combattenti, con circa 120 uccisi. Il fronte opposto, composto da militari governativi di Damasco, da Pasdaran iraniani, da milizie irachene filo-iraniane, dagli afgani dei gruppi Fatimiyun (Fatimidi) arruolati dall'Iran, e sostenuto dall'aviazione militare russa, ha lasciato sul terreno almeno una sessantina di uomini armati.
Nei bombardamenti aerei russi e governativi sulle città della regione a ovest di Aleppo si contano, sempre secondo bilanci non verificabili in maniera indipendente, almeno una ventina di uccisi, tra cui donne e minori.
18:37
18:37
«Israele ha violato la tregua più volte»
L'esercito libanese accusa Israele di aver violato il cessate il fuoco «più volte».
L'esercito libanese ha accusato Israele, che ha compiuto un raid aereo contro una base Hezbollah nel Libano meridionale, di aver «violato ripetutamente l'accordo di cessate il fuoco» entrato in vigore ieri, dopo più di un anno di ostilità lungo la frontiera e due mesi di guerra aperta tra l'esercito israeliano e il movimento armato libanese sostenuto dall'Iran.
18:00
18:00
L'IDF aggiorna le modalità di apertura del fuoco in Libano
Le Forze di difesa israeliane (Idf) ha aggiornato le istruzioni sulle modalità di apertura del fuoco in Libano, con la tregua in corso, affermando che l'esercito agirà in maniera aggressiva per contrastare «gli operativi e i militanti di Hezbollah». L'Idf ha aggiunto che intraprenderà anche azioni offensive per impedire ai civili di avvicinarsi all'area del sud del Libano e che l'esercito lavorerà per mantenere l'area libera da Hezbollah al fine di preservare i risultati ottenuti nel tempo.
L'arrivo di civili e di agenti Hezbollah, che a volte si spacciano per civili, a sud del fiume Litani sarà «impedito con determinazione» e le forze rimarranno schierate nel Libano meridionale e continueranno l'attività operativa, con l'obiettivo di stabilire il controllo oltre la zona di confine e non permettendo a Hezbollah di raggiungerla. «Ci riserviamo la libertà di azione in tutta la regione», ha detto Tsahal «non solo nei luoghi dove ci sono forze sul terreno, ma anche dall'aria quando è necessario.
Le truppe stanno lavorando per aumentare la capacità di difesa del confine, ciò include la costruzione di nuovi avamposti e il rafforzamento delle componenti di barriera e deterrenza. Inoltre, sono iniziati i preparativi per schierare grandi forze dell'Idf lungo la linea di confine. Anche l'esercito libanese si prepara a schierare più forze lungo il confine e agiranno a fianco dell'Unifil.
16:50
16:50
Mediatori di Hamas al Cairo per colloqui su tregua e ostaggi
I mediatori di Hamas si recheranno al Cairo per discutere la proposta egiziana sulla ripresa dei negoziati per la tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo riferisce la tv pubblica israeliana Kan.
16:49
16:49
«Londra si opponga alla tregua a Gaza senza un ritorno degli ostaggi»
Il ministro della Difesa di Israele, Israel Katz, in un colloquio con il suo omologo britannico John Healey ha affermato che Israele agirà con la forza per impedire all'Iran di introdurre illegalmente armi in Libano. Lo riferisce una nota dell'ufficio del ministro.
Katz inoltre ha detto a Healy che Israele risponderà con la forza a qualsiasi violazione del cessate il fuoco in Libano e che la priorità principale per lo Stato ebraico è la liberazione degli ostaggi a Gaza: «Israele si aspetta che il Regno Unito si opponga alle richieste di un cessate il fuoco che non sia condizionato al ritorno dei prigionieri».
16:48
16:48
«L'appello USA per una tregua a Gaza? Tardivo ma importante»
«L'annuncio del presidente americano (Joe) Biden riguardo al lancio di una nuova iniziativa per un cessate il fuoco a Gaza è un passo molto tardivo ma importante». Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante una conferenza stampa congiunta con il Sultano dell'Oman, Haitham bin Tariq Al Said, ad Ankara.
«Vorrei sottolineare che non saremo in grado di raggiungere la pace regionale e globale a meno che non venga raggiunto un cessate il fuoco immediato, giusto e permanente a Gaza», ha aggiunto Erdogan, come riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.
15:54
15:54
«In Libano sono morte 3.961 persone in 13 mesi di conflitto»
Il ministero della Salute libanese ha annunciato che nei 13 mesi di conflitto fra Israele e il movimento sciita Hezbollah, legato all'Iran, sono morte 3.961 persone, mentre 16'520 sono stati i feriti.
15:53
15:53
«Il bilancio delle vittime della guerra a Gaza è di 44.330»
Il ministero della Salute nella Striscia di Gaza gestita da Hamas ha annunciato oggi che almeno 44'330 persone sono state uccise in più di 13 mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi.
Il bilancio include 48 morti nelle ultime 24 ore, secondo il ministero, che ha affermato che 104'933 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre 2023.
15:51
15:51
«Hamas pronto a rinunciare ad alcune delle sue richieste chiave»
Ora che uno dei suoi maggiori alleati nella regione, Hezbollah, è fuori gioco Hamas sarebbe pronto a rinunciare ad alcune richieste fondamentali e accettare un accordo per cessate il fuoco che Israele potrebbe appoggiare. Lo riferiscono funzionari americani al New York Times. Tra queste, il gruppo terroristico sta discutendo se consentire a Israele di mantenere una presenza temporanea nel corridoio Filadelfia, l'area di confine tra Egitto e Gaza.
Secondo il quotidiano, anche prima della tregua tra Hezbollah e Israele sia funzionari palestinesi che Usa avevano affermato di ritenere che Hamas fosse pronto a rinunciare alla strategia del leader Yahya Sinwar e procedere verso un accordo.
Poco prima di essere ucciso, Sinwar aveva sostenuto che una lunga guerra contro Israele è vantaggiosa: «Diceva più dura, più ci avviciniamo alla liberazione», ha riferito Osama Hamdan, un alto dirigente di Hamas.
15:46
15:46
I ribelli Houthi dello Yemen continueranno ad attaccare Israele
I ribelli Houthi dello Yemen continueranno ad attaccare Israele. Lo ha annunciato oggi il loro leader, due giorni dopo la proclamazione del cessate il fuoco fra Israele ed Hezbollah in Libano.
«Le operazioni dal fronte yemenita per supportare il popolo palestinese con missili e droni verso il nemico israeliano continuano», ha detto Abdulmalik Al-Houthi alla stazione televisiva dei ribelli Al-Masirah.
15:45
15:45
L'esercito libanese avverte i cittadini
L'esercito libanese ha rilasciato una dichiarazione in cui avverte i cittadini che tornano nei villaggi e nelle città del confine meridionale libanese, principalmente nei distretti di Tiro, Bint Jbeil e Marjayoun, di non avvicinarsi alle aree in cui si trovano le forze nemiche israeliane, poiché potrebbero essere esposti al fuoco nemico. Le forze dell'esercito libanese hanno iniziato a dispiegarsi a sud del fiume Litani, in conformità con l'accordo di cessate il fuoco e in coordinamento con le forze UNnifil. Lo riferiscono i media israeliani.
15:37
15:37
Un altro coprifuoco nel sud del Libano
In un messaggio urgente sui social, in lingua araba, le Forze di difesa israeliane (Idf) avvertono i residenti del Libano meridionale che è severamente vietato spostarsi a sud del fiume Litani a partire dalle 5 del pomeriggio fino alle 7 del mattino di domani (un'ora in meno in Svizzera), come era già avvenuto ieri nel primo giorno di tregua. Chi già si trova a sud del Litani deve rimanere dove si trova, avvisa l'esercito.
15:36
15:36
Israele porrà fine alla guerra a Gaza dopo aver raggiunto tre obiettivi
Israele porrà fine alla guerra a Gaza dopo aver raggiunto tre obiettivi: la restituzione degli ostaggi rapiti, lo smantellamento dell'infrastruttura militare e governativa del movimento terroristico di Hamas e l'eliminazione della minaccia alla sicurezza di Israele.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, giunto nella Repubblica Ceca per il suo primo viaggio ufficiale all'estero, lo ha dichiarato in una conferenza stampa dopo un incontro con il suo omologo ceco Jan Lipavsky, confermando che Israele ha presentato ricorso contro la decisione della Corte penale internazionale (Cpi).
Saar ha affermato che Israele nel futuro non intende controllare la vita civile nella Striscia di Gaza. «Ci prenderemo cura della nostra sicurezza, ma devono avere una propria leadership», ha detto. Non deve essere qualcuno che sostiene il terrorismo o che incita i residenti al terrore e alla distruzione dello Stato di Israele«, ha sottolineato.
Saar ha inoltre dichiarato che il suo paese risponderà immediatamente a qualsiasi violazione del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, non permettendo al movimento militante libanese di andare a sud del fiume Litani o di riarmarsi. »La carta non è importante quanto la realtà«, ha dichiarato il ministro.
Saar ha poi sottolineato che Israele ha presentato oggi il ricorso contro la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della difesa Yoav Galant. Il ministro ha descritto la decisione della Corte come oltraggiosa, che mina la credibilità del tribunale e crea un pericoloso precedente per i paesi democratici che combattono i terroristi.
Contro la visita di Saar nella Repubblica Ceca hanno protestato presso l'edificio del Ministero degli Esteri alcune decine di persone. Hanno chiesto che le relazioni ceche con Israele vengano interrotte e che la Repubblica Ceca sostenga le sanzioni contro il Paese nell'Unione Europea.
11:42
11:42
A differenza di Hamas, «Hezbollah non va vietato in Svizzera»
A differenza di Hamas, il movimento sciita libanese Hezbollah non va vietato in Svizzera: non sono date le condizioni. È quanto pensa il Consiglio federale che ha risposto picche a due mozioni inoltrate dalle Commissioni della politica di sicurezza dei due rami del parlamento.
Secondo le mozioni, Hezbollah dovrebbe essere messo sullo stesso piano di Hamas. Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 alle infrastrutture civili e militari di Israele, Hezbollah - con uccisione di civili e presa d'ostaggi -, Hezbollah si è posizionato come alleato di Hamas.
Nella su risposta, il Governo ricorda di non avere il potere di vietare le organizzazioni. Tale divieto è possibile nel quadro della legge sui servizi di informazione, come è stato fatto per i gruppi Al-Qaeda e Stato Islamico.
In questo scenario, devono essere soddisfatte due condizioni: l'organizzazione deve propagare, sostenere o promuovere direttamente o indirettamente attività terroristiche o estremismo violento e deve essere vietata o sanzionata dalle Nazioni Unite. Tuttavia, le Nazioni Unite non hanno preso alcuna decisione in merito a Hezbollah, sottolinea l'esecutivo, per cui un divieto non è opportuno.
11:22
11:22
Un drone attacca un veicolo libanese nel sud del Paese
Un drone dell'aeronautica militare israeliana ha attaccato un veicolo libanese nella zona del villaggio di Markaba, nel sud del Paese, due persone sono rimaste ferite. Lo riferisce Channel 12. Agli sfollati del sud del Libano non è ancora permesso rientrare nei loro villaggi in base all'accordo di cessate il fuoco. L'Idf ha 60 giorni per ritirarsi.
07:43
07:43
«Gli Stati Uniti si impegnano a collaborare con Israele per evitare che l'Iran destabilizzi la regione»
«Gli Stati Uniti si impegnano a collaborare con Israele per evitare che l'Iran destabilizzi la regione, per impedirgli di stabilirsi in Libano, di indebolire direttamente o attraverso i suoi affiliati i principi dell'accordo» di tregua.
È una parte del cosiddetto documento «americano» sottoscritto da Usa e Israele parallelamente all'accordo di tregua in Libano. Il testo, ha rivelato Channel 12, comprende una serie di clausole segrete, tra cui la più drammatica si riferisce alla cooperazione tra Israele-Usa nei rapporti con l'Iran. Questa parte del documento, di 2 pagine e mezza, a Gerusalemme viene definita la «sezione iraniana».
Un altro paragrafo della lettera fa riferimento alla responsabilità americana, nella quale si precisa che, in virtù del suo ruolo di capo del meccanismo di supervisione, «gli Stati Uniti guideranno e dirigeranno le forze armate del Libano per prevenire violazioni e garantire un'efficace risposta ad essi». Uno dei ministri israeliani che ieri ha visto il documento nel gabinetto ha detto che si tratta di un grande risultato: «Abbiamo portato de facto gli Stati Uniti in Libano come principale responsabili», riferisce Channel 12.
Per quanto riguarda la questione della libertà di azione dell'Idf, sul documento è scritto che Israele potrà agire immediatamente nel sud del Libano contro le violazioni dell'accordo. Al di fuori del Libano meridionale, Israele sarà anche in grado di agire contro una minaccia emergente, se il Libano non può o non vuole agire da solo, anche per quanto riguarda l'ingresso di armi e materiali rilevanti. La lettera di garanzia specifica inoltre una richiesta o un avvertimento da parte degli Stati Uniti nei confronti di Israele, che è fondamentalmente una sorta di condizione: «Se Israele decide di agire (qualora la tregua venisse violata) informerà gli Stati Uniti nel momento in cui ciò sarà possibile. Gli Usa si aspettano che tutte le azioni israeliane siano conformi al diritto internazionale e con l'obiettivo di ridurre il maggior danno possibile ai civili o alle infrastrutture civili».
06:24
06:24
Il punto alle 06.00
Le forze armate israeliane hanno ucciso ieri diversi combattenti di Hezbollah nel sud del Libano, ore dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco. Lo ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Hagari, secondo cui la presenza dei militanti nell'area violava l'accordo. Hagari ha poi ripetuto che «a ogni violazione del cessate il fuoco si risponderà con il fuoco». Tel Aviv ha anche arrestato diversi «sospetti» che si stavano avvicinando alle aree del Libano meridionale dove continuano a trovarsi i soldati israeliani, ha riferito il portavoce, secondo cui chiunque sia armato in quelle zone sarà ucciso o arrestato.
Una delegazione della sicurezza egiziana dovrebbe recarsi oggi in Israele per tornare a discutere un possibile accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: è quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, citando fonti del governo del Cairo.
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha deciso che Israele notificherà alla Corte penale internazionale dell'Aja (CPI) la sua intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto emessi per lui e l'ex ministro della Difesa Yoav Galant. Netanyahu ha preso la decisione all'ultimo minuto, dato che il termine ultimo per il ricorso scadeva ieri a mezzanotte. Lo riferisce Ynet.