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L'Egitto smentisce: «Nessun accordo con Israele sulla riapertura del valico di Rafah»

Una fonte di alto livello confuta quanto riportato dai media israeliani: «L'Egitto mantiene la sua posizione, senza il ritiro totale di Israele, non sarà possibile riaprire agli aiuti umanitari» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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L'Egitto smentisce: «Nessun accordo con Israele sulla riapertura del valico di Rafah»
Red. Online
30.05.2024 07:14
21:28
21:28
L'Egitto smentisce: «Nessun accordo con Israele sul valico di Rafah»

L'Egitto smentisce che vi sia alcun accordo con Israele sulla riapertura del valico di Rafah. Lo ha detto all'ANSA una fonte di alto livello smentendo le notizie riportate dai media israeliani.

«Non è vero che c'è un accordo tra Egitto e Israele per riaprire il valico di Rafah. L'Egitto mantiene la sua posizione, senza il ritiro totale di Israele dal valico di Rafah non sarà possibile riaprirlo agli aiuti umanitari».

20:39
20:39
Accordo Israele-Egitto: il valico di Rafah verrà riaperto

Israele ed Egitto hanno concordato di riaprire agli aiuti umanitari il valico di frontiera di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, per la prima volta da quando l'esercito israeliano ha preso il controllo del lato palestinese all'inizio di maggio.

Lo riporta il «Times of Israel» che riferisce quanto affermato dall'emittente pubblica Kan. L'accordo è stato raggiunto a seguito della pressione statunitense su entrambe le parti, sostengono i media israeliani.

20:19
20:19
Bombardamenti in corso a Rafah: interrotti tutti i servizi di comunicazione

La società palestinese per le telecomunicazioni ha fatto sapere, secondo l'emittente statale egiziana al-Qahera, che «i servizi di comunicazione sono stati interrotti nella città palestinese di Rafah a causa dei bombardamenti israeliani in corso».

18:50
18:50
Duecento camion di aiuti verso la Striscia

Duecento camion umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza si sono spostati dal Nord Sinai, in Egitto, verso il valico di Kerem Shalom, mentre Israele ha preso ormai il controllo dell'intera fascia di confine.

Lo fa sapere il capo della Mezzaluna rossa egiziana del Nord Sinai, Khaled Zayed, precisando che i camion contengono generi di prima necessità e che oltre la frontiera c'è un grande bisogno soprattutto di carburante.

Resta fuori uso il pontile galleggiante degli Stati Uniti, mentre l'Egitto ha ripreso i lanci di aiuti umanitari nel nord di Gaza dopo un giorno di sosta.

Questa mattina - riferiscono fonti dell'Aeronautica egiziana - un aereo militare Airbus C295M ha sganciato pacchi di aiuti umanitari e forniture di soccorso nel nord.

All'iniziativa partecipa una coalizione internazionale composta da vari paesi, impegnati a fornire soccorsi nelle aree più difficili da raggiungere via terra, nel nord della Striscia di Gaza.

18:50
18:50
«300 terroristi uccisi dall'avvio dell'operazione a Rafah»

Dall'inizio dell'operazione a Rafah sono stati uccisi circa «300 terroristi». Lo ha detto il portavoce del governo israeliano David Mencer, citato dai media.

L'esercito ha poi fatto sapere che i tre soldati uccisi a Kerem Shalom, al confine con la Striscia di Gaza e poco lontano da Rafah, sono stati colpiti da un ordigno esplosivo posto in un tunnel dentro una scuola dell'ONU per i rifugiati palestinesi (Unrwa) dove c'erano anche una moschea e una clinica.

18:48
18:48
La Jihad islamica ha diffuso il video di un altro ostaggio

La Jihad islamica ha diffuso un secondo video sulle reti sociali dell'ostaggio israeliano Sasha Trufanov (27 anni) a due giorni di distanza dal primo. Lo hanno riferito i media.

Sasha Trufanov è stato rapito nel kibbut di Nir Oz il 7 ottobre insieme a sua madre Lena, sua nonna Irena e alla fidanzata Sapir Cohen. La famiglia è di origine russe e Lena e Irena sono state rilasciate - hanno ricordato i media - nel novembre dello scorso anno su richiesta del presidente Vladimir Putin. Anche Sapir Cohen è stata rilasciata. Il padre di Sasha, Vitaly, è invece stato ucciso nell'attacco dei miliziani di Hamas il 7 ottobre.

In Israele al momento non è possibile vedere il video, che è definito di propaganda.

17:22
17:22
Il parlamento sloveno approverà martedì il riconoscimento della Palestina

Il governo sloveno guidato da Robert Golob ha deciso di riconoscere lo Stato di Palestina e ha inoltrato oggi la sua decisione all'esame del parlamento per l'approvazione, prevista per martedì. Lo riferisce la presidenza.

«Sono orgogliosa che il governo sloveno abbia compiuto questo passo storico», ha detto la ministra degli esteri slovena Tania Fajon. «Gli israeliani e i palestinesi - ha aggiunto - hanno il diritto di far crescere i loro figli in pace, sicurezza e prosperità nei rispettivi Stati.» Sull'edificio del governo è stata esposta la bandiera palestinese, vicino a quella della Slovenia e dell'Unione europea.

Nonostante l'argomento non fosse nell'agenda del Consiglio dei ministri iniziato stamane, è evidente che tutte le attenzioni fossero concentrate su una questione spinosa che gode di un ampio consenso politico, a partire dalla presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, che nei giorni scorsi ha fatto appello ad agire rapidamente. L'opposizione non è contraria alla decisione in sé, ma alla tempistica, che a suo avviso contribuisce solo a raccogliere consenso elettorale e non a risolvere il conflitto in corso a Gaza.

Il percorso per il riconoscimento della Palestina è iniziato il 9 maggio scorso, la formalizzazione dovrebbe avvenire entro il 13 giugno, con il parlamento che lo prenderà in esame nella sessione di martedì prossimo.

17:18
17:18
«Raisi ha guidato l'Iran in un momento difficile»

«Il presidente Ebrahim Raisi ha guidato l'Iran in un momento difficile per il Paese, la regione e il mondo. Poche ore prima della sua morte ha incontrato la sua controparte azera per inaugurare la diga di Qiz Qalasi, il più grande progetto idrico congiunto tra i due Paesi. In questi tempi difficili, la cooperazione internazionale e regionale è più che mai necessaria. Tale cooperazione è fondamentale per rafforzare la fiducia, prevenire i conflitti e risolvere le controversie». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, alla cerimonia dell'Assemblea generale in memoria del leader iraniano morto il 19 maggio in un incidente in elicottero.

«Desidero assicurare che le Nazioni Unite sono solidali con il popolo iraniano e nel ricerca della pace, dello sviluppo e delle libertà fondamentali», ha aggiunto.

Gli USA hanno boicottato l'evento affermando che «Raisi è stato coinvolto in numerose e orribili violazioni dei diritti umani».

L'Assemblea generale dell'Onu si riunisce tradizionalmente per rendere omaggio a qualsiasi leader mondiale che era capo di Stato in carica al momento della sua morte.

16:38
16:38
Israele: il partito di Gantz punta allo scioglimento della Knesset

Il partito «Unità Nazionale» del ministro Benny Gantz ha presentato una proposta di legge per sciogliere il Parlamento israeliano e indire elezioni anticipate entro il mese di ottobre, a un anno dalla strage del 7 ottobre. Lo riportano i media israeliani.

A presentare il disegno di legge per sciogliere la 25esima Knesset è stata la deputata Pnina Tamno Sheta, presidente di «Unità nazionale».

Il partito non ha la maggioranza per sciogliere la Knesset, poiché la coalizione Netanyahu ha i numeri per continuare con il suo governo. Tuttavia, scrive «Haaretz», ciò indica la grande spaccatura nella coalizione.

15:22
15:22
La guerra costerà a Israele 61 miliardi di franchi

Il costo per Israele della guerra a Gaza sarà di 250 miliardi di shekel, 61 miliardi di franchi. Lo ha stimato il governatore della Banca centrale Amir Yaron riferendosi alle spese per difesa e bisogni civili e alle perdite di gettito fiscale negli anni 2023-2025.

Yaron, citato dai media, ha poi avvertito che i costi per la sicurezza e la guerra per i civili sono «significativi» e rappresentano un onere di bilancio. Inoltre si prevede che il futuro budget per la sicurezza crescerà in modo permanente e avrà un impatto macroeconomico, ha aggiunto mettendo in guardia dal dare ai militari un «assegno in bianco».

07:18
07:18
Una conferenza di pace ad «ampia base» sul Medio Oriente

La Cina sostiene una conferenza di pace ad «ampia base» sul conflitto in Medio Oriente, dove la giustizia non può essere «assente per sempre». Il presidente Xi Jinping, aprendo i lavori del Forum di cooperazione Cina-Stati arabi, ha detto di voler approfondire la cooperazione energetica.

L'evento, in corso a Pechino, si propone di approfondire i legami tra il Dragone e la regione, puntando a parlare con una voce comune sul conflitto a Gaza. Nella capitale cinese ci sono diversi leader, tra cui il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

La Cina vuole rafforzare le sue relazioni con gli Stati arabi fino a farne un modello di riferimento per il mantenimento della pace e della stabilità nel mondo. Il presidente Xi Jinping ha affermato di essere pronto a collaborare con le nazioni arabe per risolvere le questioni calde in modi che favoriscano «l'equità, la giustizia e il raggiungimento di pace e stabilità a lungo termine».

La guerra in Medio Oriente non può continuare indefinitamente, «la giustizia non può essere permanentemente assente e la soluzione dei due Stati non può vacillare in modo arbitrario», ha aggiunto Xi in merito alle vicende di Gaza, rivolgendosi a ai capi di Stato del Bahrein, dell'Egitto, degli Emirati Arabi Uniti e della Tunisia, nonché ai ministri degli Esteri di altri paesi della Lega Araba.

La Cina continuerà a sostenere l'alleviamento della crisi umanitaria e la ricostruzione postbellica a Gaza, ha notato Xi, esprimendo inoltre la volontà di cooperare con la parte araba su diversi fronti, tra cui la creazione di un panorama finanziario e di investimenti su larga scala e l'approfondimento della cooperazione energetica.

07:15
07:15
IL PUNTO ALLE 7

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha esortato la comunità internazionale a garantire che i palestinesi della Striscia di Gaza non siano costretti a lasciare i loro territori. «Chiedo alla comunità internazionale di fornire immediata assistenza umanitaria a lungo termine alla Striscia di Gaza e di porre fine all'assedio israeliano», ha detto Sisi al Forum di cooperazione Cina-Stati arabi in corso a Pechino.

Il leader egiziano ha chiesto di «fermare ogni tentativo di costringere i palestinesi a fuggire con la forza dalla loro terra», notando che «non esiste alcun percorso verso la pace e la stabilità nella regione» senza un «approccio globale alla causa palestinese». A tal proposito, Sisi ha chiesto un «impegno serio e immediato per la soluzione dei due Stati e il riconoscimento del diritto legittimo dei palestinesi a uno Stato indipendente».

I suoi commenti di Sisi arrivano dopo che l'esercito israeliano ha dichiarato di aver ottenuto il «controllo operativo» sul corridoio strategico di Filadelfia lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. Il corridoio fungeva da zona cuscinetto tra Gaza ed Egitto e le truppe israeliane lo pattugliavano fino al 2005, quando furono ritirate come parte di un più ampio disimpegno dalla Striscia di Gaza.

Intanto, nella notte, l'aeronautica israeliana ha lanciato un attacco missilistico contro una base militare della milizia sciita Hezbollah nella provincia siriana di Homs, uccidendo almeno sei combattenti. Lo riferisce la televisione Al Hadath con sede a Dubai.

Gli aerei hanno lanciato missili contro l'insediamento di al-Furuklus, situato a circa 240 km dalla capitale Damasco.

Un altro missile ha colpito una casa a Baniyas, uccidendo una ragazza è ferendo 12 persone. L'aeronautica israeliana ha colpito in Siria almeno 32 volte quest'anno, uccidendo 13 civili e circa 40 tra soldati filogovernativi e miliziani sciiti.