Addio agli oligarchi russi: la Helsinki Arena è pronta a uscire dal limbo
Ricordate la Helsinki Arena e il suo curioso destino? Per quasi tre anni, la principale pista di hockey del Paese, nel cuore della capitale finlandese, è rimasta vuota. Nessuno vi ha più giocato. Il motivo? I proprietari della struttura: i cittadini russo-finlandesi Gennady Timchenko e Roman Rotenberg. Persone vicine, se non vicinissime a Vladimir Putin e, per questo motivo, sotto sanzioni. I famosi oligarchi al servizio dello zar, per intenderci. La vicenda, a suo tempo, era stata cavalcata dal portale indipendente russo The Insider. Bene, la novità – riferisce il Guardian – è che lo stadio del ghiaccio dovrebbe (finalmente) riaprire in primavera.
Ma andiamo con ordine. E riavvolgiamo, brevemente, il nastro: la Helsinki Arena era stata chiusa in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca, nel febbraio del 2022, proprio perché i due proprietari dell'epoca erano stati sottoposti a sanzioni da parte dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. Sanzioni che, concretamente, si erano tradotte nel boicottaggio dell'industria sportiva e dell'intrattenimento nonché nel rifiuto, da parte di banche e compagnie assicurative, di fornire servizi essenziali per il funzionamento dell'arena. Di qui, appunto, la chiusura della pista, che ha lasciato il club professionistico dello Jokerit senza uno stadio e, parallelamente, Helsinki senza una «sala» di grandi dimensioni per ospitare concerti, eventi culturali e, va da sé, eventi sportivi come partite di hockey.
L'anno scorso, le autorità cittadine avevano minacciato Timchenko e Rotenberg di espropriare lo stadio qualora i due imprenditori non avessero ceduto le quote della società attraverso cui controllavano e possedevano la struttura. Ne è nato un lungo, e dispendioso, tira e molla. Perché? Banalmente, perché il profitto derivante dalla cessione delle azioni non sarebbe finito nelle tasche di Timchenko e Rotenberg. Non subito, quantomeno: considerando le sanzioni, quei soldi sarebbero infatti stati congelati fino alla revoca delle misure. Nel frattempo, dicevamo, l'arena è sprofondata in uno stato di semi-abbandono. Lo scorso settembre, sono stati tagliati servizi quali l'acqua e il riscaldamento a causa del mancato pagamento delle bollette. Il tutto, come detto, mentre Timchenko e Rotenberg lottavano per gestire l'attività nonostante le sanzioni. A novembre, di nuovo, la città di Helsinki aveva dichiarato che avrebbe avviato una procedura di acquisizione forzata della Helsinki Arena. Procedura che, parole delle autorità, avrebbe potuto richiedere diversi anni. Infine, scrive sempre il Guardian, la svolta: una società finlandese di gestione immobiliare e patrimoniale, Trevian, ha dichiarato di aver concluso un accordo con i due proprietari per il passaggio delle azioni. E, ancora, che lo stadio ritornerà presto «al suo antico splendore». Così l'amministratore delegato di Trevian, Reima Södervall: «Abbiamo trovato una soluzione che andasse bene per noi acquirenti, per i venditori russi e potenzialmente accettabile anche per le autorità». «Va ricordato, tuttavia, che l'accordo necessita dell'approvazione finale delle autorità sia in Finlandia sia nell'UE. E questo è l'unico discorso ancora aperto».
I termini dell'accordo, ha specificato Södervall, sono stati in gran parte concordati con gli avvocati e i rappresentanti di Timchenko e Rotenberg, ma alla trattativa ha partecipato anche il Ministero degli Affari Esteri finlandese. A conferma che, a livello politico, non dovrebbero esserci particolari problemi nell'ottica del via libera finale al passaggio di quote, al di là del fatto che sarà necessaria una modifica dei regolamenti sulle sanzioni dell'Unione Europea. L'accordo, secondo quanto comunicato da Trevian, è stato concluso lo scorso 12 novembre.
Helsinki, dunque, potrebbe riabbracciare presto – nel giro di qualche mese – la sua arena. Si stima, al riguardo, che a causa di questo lungo, lunghissimo stop siano stati persi circa 400 milioni di euro all'anno. Parliamo, nello specifico, di mancate entrate derivanti da alberghi, ristoranti e altre attività commerciali. «La mancanza di un'arena moderna e grande per eventi è uno svantaggio competitivo per la città di Helsinki, ma anche per l'intera Finlandia» ha dichiarato Jukka-Pekka Ujula, capoufficio della città, a novembre. «La situazione attuale influisce in modo significativo sulla possibilità che eventi sportivi internazionali, ad esempio l'hockey su ghiaccio, e tournée di grandi artisti vengano in Finlandia». Dopo la notizia dell'accordo, Ujula ha dichiarato che la priorità della città è «riaprire l'arena il più rapidamente possibile».